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Due padroni al posto di uno

Dal Settembre 2006 il Comune di Tolentino ha esternalizzato i servizi della mensa della Casa di Riposo, che sia il primo passo per la totale esternalizzazione del Servizio Mense?

di Stiletto Paradossale - giovedì 4 gennaio 2007 - 4056 letture

Come ci si libera da un fastidioso intoppo gastrico? Chiaro: con un bel purgozzo lassativo.

Come ci si libera da un fastidioso intoppo gestionale amministrativo? Chiaro: con una bella esternalizzazione.

Qualità migliore del servizio? No, alla base della decisione ci sono scelte politiche e amministrative la cui lungimiranza è pari all’acuità visiva di Mr Magoo.

Nel servizio mense del Comune di Tolentino esistevano lavoratori che da anni venivano assunti con contratti a tempo determinato.

Una norma del 2006 ha bloccato l’uso indiscriminato delle assunzioni a tempo determinato da parte della Pubblica Amministrazione, se non per giustificati motivi di emergenza.

Questa legge, che nasce con il giusto intento di bloccare le mani ad Amministratori precariofili, ha creato un bel grattacapo ai Centrosinistri di Tolentino che, come altri, cronicamente, da anni, rinnovavano contratti a tempo determinato alle medesime persone nelle identiche posizioni di servizio.

Rinnovare contratti per anni crea nei lavoratori delle aspettative, più o meno giustificate, di essere assunti prima o poi in pianta stabile.

A Tolentino, come in altri comuni ed Enti locali si lavora con la logica dell’emergenza perpetua.

Ma dopo aver prorogato per anni i problemi di assunzione dei cuochi e inservienti della Casa di riposo, necessari per un servizio al cittadino, e avendo saturato la possibilità di assumere in pianta stabile altri lavoratori, a Tolentino ci si ritrova nell’impossibilità di fornire direttamente questo servizio.

Ed ecco che il pasticcio lassativo dell’esternalizzazione prende forma: il servizio mensa della Casa di Riposo viene affidato da settembre del 2006 ad una cooperativa più o meno ad hoc che vince la gara d’appalto presetando un’offerta col migliore ribasso, fornendo così le risorse umane del servizio mensa.

L’articolo 4 del “REGOLAMENTO PER L’ESTERNALIZZAZIONE DI ATTIVITA’ E DI SERVIZI DELL’ENTE LOCALE” del Comune di Tolentino puntualizza che “qualora ricorrano i presupposti per l’esternalizzazione di attività e servizi […] l’Amministrazione predilige l’affidamento alla già costituita società di capitali denominata ASSM Spa”, una società controllata dallo stesso Ente.

I presupposti richiamati dal regolamento sono “la costituzione di soggetti di diritto privato ai quali affidare lo svolgimento di servizi svolti in precedenza”: cioè gli stessi lavoratori, ma vestiti di nuovo.

Il futuro che ci preparano per il pasto del futuro, a Tolentino, dalla maggioranza di Centrosinistra, è quello di purgare progressivamente la macchina comunale dei lavoratori di base, esternalizzando i servizi al cittadino. Ci si lava così le mani da un rapporto diretto con lavoratori con poche specializzazioni, i più vulnerabili sul mercato del lavoro; ci si allontana dalla responsabilità e la tutela dei diritti dei lavoratori, scagazzandoli qua e là in cooperative che si controllano comunque attraverso gli appalti esterni. Il risultato è che la cooperativa diviene un numero da mettere a bilancio o una società controllata dall’ex municipalizzata.

E il lavoratore? Continua ad essere precario, in quanto l’affidamento del servizio dura un solo anno, di norma riceve meno in bustapaga e, se è estremamente fortunato ed è incline a novanta gradi, è chiamato ad investire propri soldi per la costituzione del capitale sociale della cooperativa.

Nel caso del Comune di Tolentino non tutti i lavoratori a cui era stato chiesto di formare la cooperativa per il servizio mensa della Casa di Riposo hanno accettato di essere vittime di questo gioco.

Alcuni se ne sono andati in anticipo, sbattendo la porta.

Nel caso dell’esternalizzazione, il lavoratore si ritrova legalmente padrone di se stesso, ma a tutti gli effetti con due padroni: i politici di sempre, gli stessi che non esitano ad autoinvestirsi di diciotto cariche contemporanee e relative indennità, e la cooperativa a cui viene affidato lo stesso lavoro, spesso con paghe inferiori.

Che questo sia il primo passo per la completa esternalizzazione del servizio mense del Comune, che in totale conta altre 7 mense e altri 14 lavoratori a tempo pieno e altri 3 assunti con contratti part-time?

La decisione presa dall’Ass. alle Politiche Sociali Loredana Riccio con la delibera della Giunta (unanime) del 14 Luglio scorso, investe per ora pochi lavoratori, ma le voci che circolano confermano l’intenzione di estendere l’esternalizzazione alle altre mense comunali.

Per ora, però, al commissariosindacodipendentebancario&CO è meglio stringere lo sfintere esternalizzante ancora per qualche mese, perché ad Aprile ci sono le elezioni comunali.

Bisogna presentarsi con le migliori intenzioni, come sempre paladini dello sviluppo e delle maestrane.


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