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A Siracusa un silenzio assordante

Tanti giovani universitari stanno iniziando ad abitare la città, ci sono anche i turisti, e i ragazzi della provincia. Ma in città assistere ad un concerto dal vivo è ancora utopia. Chiediamoci il perché, ipotizziamo delle soluzioni...

di Tano Rizza - giovedì 28 dicembre 2006 - 6335 letture

Siracusa ha un piccolo polo universitario frequentato dagli studenti di tutta la provincia, e che attira anche ragazzi dalla vicina Catania, Ragusa e dai paesi del centro Sicilia. Ragazzi che vivono e popolano soprattutto il quartiere umbertino e l’isola di Ortigia (sono circa 3000 gli universitari). A Siracusa (e in provincia) sono nati e cresciuti gruppi importanti come i Mashrooms, i Matildamay, i Qbeta, la Kebana Crew, i Suzanne’Silver, gli Aretuska, la CtLab, i Fiaba, la Partexano’s Blues Band, the Papi band, e tanti altri. Non mancano neppure gli appassionati di vinili e consolle che, con molta passione e spirito di ricerca, propongono djset eterogenei e originali. Presentata così, con la forza dei suoi numeri e dei suoi nomi, la città sembra essere viva e attiva sotto l’aspetto musicale, e offrire molto a chi la abita. Ma, non è così.

A Siracusa è impossibile ascoltrare musica del vivo

Dato allarmante per una città che vuole aprire le sue porte ai giovani universitari, che vuole intrattenere i turisti e che vuole far un passo avanti in quella che è la qualità della vita dei suoi cittadini. Da sempre a Siracusa la scena musicale è quasi del tutto assente. In passato ci sono state iniziative volte alla diffusione della musica in città, circoli come l’ex Ubik (oggi sala Arci), hanno dato a band emergenti, e non, lo spazio necessario per esprimersi. Ma da molto tempo, ascoltare un concerto a Siracusa è pura utopia.

Certo, ci sono solo le discoteche, i disco-pub, ma per quella parte di siracusani che non ama andare in questi posti non c’è nulla. Nessun’alternativa possibile. Non ci sono locali adatti ad accogliere un concerto o un djset, non ci sono centri sociali, Siracusa non ospita nessun festival di una certa importanza, se non i costosissimi eventi organizzati dalle istituzioni che, una o due volte l’anno, si rendono conto che la musica, e la cultura, fanno parte e valorizzano il territorio. A Siracusa regna una sorta di coprifuoco musicale. L’unica soluzione praticabile, e praticata dai siracusani amanti delle buona musica, è quella di prendere la macchina e attraversare la 114 che ci conduce nella vicina Catania. Fin troppo facile fare risaltare all’occhio la differenza con il capoluogo etneo, pieno di vita e di musica.

Chiediamoci il perché

Le ipotesi possono essere tante. Proviamo ad immaginare le principali: non c’è mai stata una cultura per la musica, non ci sono posti adeguati, non si pensano e costruiscono club, non c’è la volontà, non si ritiene questo un mercato fruttuoso, c’è il racket delle estorsioni. Non ci sono incentivi. O nessuna di tutte queste. O un mix di alcune di queste. A fronte di un bacino d’utenza importante, costituito dalla città e dall’intera provincia, non s’investe in questo senso. Ancor più grave, non si è mai investito per costruire un circuito musicale degno di questo nome. Un mercato non sfruttato e che non vede iniziative in corso d’opera.

Ipotizziamo delle soluzioni

Le soluzioni sembrano aver davanti un muro invalicabile, quello dello scetticismo e della non cultura musicale siracusana, ma basterebbe poco per sbloccare questo stato di fermo storico. Si potrebbero adattare vecchi posti ormai in disuso per costruire contenitori musicali. Sono tanti questi spazi nella nostra città. Un esempio per tutti è l’ex mattatoio comunale sito nell’immediato ingresso di Siracusa (zona Targia), uno spazio ampio ed ormai abbandonato a se stesso da troppi anni. In tutta Italia sono centinaia gli ex mattatoi trasformati in centri di aggregazione dove, oltre ad ascoltare buona musica, si svolgono attività culturali di ogni tipo. La struttura a Siracusa c’è, e lì abbandonata da trent’anni, quello che manca è la volontà dell’amministrazione pubblica, e l’interesse a far rivivere un posto che al momento è discarica, ma che potenzialmente potrebbe diventare luogo di cultura.

Oppure si potrebbe riadattare la struttura dell’ex Tonnara (zona S.Panagia). Anche lì, lo spreco della struttura, di proprietà della regione siciliana, è palese. La tonnara è dotata di molti piccoli edifici rettangolari e ben allineati, da un grande corpo centrale, e all’interno della recinzione è presente anche una chiesetta dedicata a S. Lucia. Alle sue spalle le basse case allineate che accoglievano i marinai e i contabili. Tutto, ovviamente, affacciato sul mare. In questo posto, oggi abbandonato a se stesso, potrebbe sorgere una cittadella della cultura, luogo ideale per accogliere musica, teatro, esposizioni e incontri. Ma anche qui c’è solo la struttura, manca la volontà e il progetto. Ma di posti, adatti e non sfruttati, a Siracusa c’è ne sono altri. Come l’ex scuola-albergo di Via Crispi (in abbandono da 60 anni), l’ex Tribunale nella zona di Piazza Adda (in abbandono da oltre 10 anni), i tanti capannoni industriali della zona di Targia, o quelli nella zona dell’Isola, i posti ci sarebbero, la volontà no.

Altre soluzioni sono la costruzione ex novo di locali adatti, zona ideale sarebbe la zona dove adesso stanno nascendo grandi magazzini e centri commerciali, zona città Giardino-Targia. Ma chi mette i soldi? Chi ha reale interesse per lo sviluppo culturale nella nostra città? Domande senza alcuna risposta. Siracusa, e i suoi amministratori non sono ancora pronti per lanciare la sfida culturale a Catania, non sono ancora ben consapevoli delle energie che si muovono nel territorio aretuseo, energie e talenti che spesso lasciano Siracusa per esprimersi e trovare spazio in altre città, come nel caso dei Mashrooms che per poter fare girare la loro musica si sono straferiti a Firenze, o i Suzanne’Silver che sono prodotti da un’etichetta musicale del nord america, o, ancora, la Ctlab che ha base logistica a Milano. Esempi di come i talenti siracusani sono stati costretti a lasciare la città per inseguire la musica. Come sempre la scossa, la base di partenza, proviene dal basso da chi è amante della cultura e non accetta lo stato di stallo in cui versa Siracusa.

Le band se ne hanno la possibilità cercano altri spazi, ma in città tra i ragazzi e gli appassionati di musica resta sempre l’idea di fare qualcosa di concreto per smuovere le cose accendere amplificatori e far suonare gli strumenti. Su questo fronte troviamo il circolo culturale Khorakhane che ogni anno organizza “Spazi Sonori”. Un’ iniziativa autoprodotta e autofinaziata dal circolo che ha come scopo proprio quello di far capire alla città che la musica, anche dalle nostre parti, è possibile e necessaria. Un iniziativa importante, che deve essere base di partenza per la nascita di quella cultura musicale che a Siracusa manca da tempo. Ma, senza il supporto delle istituzioni, senza un coordinamento che riesca a creare un circuito culturale adeguato Siracusa, più credibilmente, resterà subalterna alla vicina Catania per ancora molti anni, se non per sempre. Allora accontentiamoci di prendere la macchina e partire verso città più vive culturalmente. Buona musica a tutti, quasi a tutti.


In questi giorni, al circolo Arci di Siracusa, si è tenuta l’annuale edizione di "Spazi Sonori". A seguire una breve galleria fotografica dell’evento organizzato dai ragazzi del circolo culturale Khorakhane, che sono riusciti a portare a Siracusa gli australiani Sodastream.



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A Siracusa un silenzio assordante
28 dicembre 2006, di : Luca da Palermo

Siracusa e’la bomboniera della sicilia... di sicuro merita di piu’!
A Siracusa un silenzio assordante
29 dicembre 2006, di : emanuele

Mi chiamo Emanuele Gentile, sono un operatore musicale di Carlentini e titolare della EG - Pubbliche Relazioni (url: www.egagency.com), rappresentante per la nostra provincia di Arezzo Wave, Audiocoop e Fanzine.net.

Vorrei sottoporre all’attenzione generale alcune considerazioni:

01) Normalmente la produzione di un evento live in Sicilia costa almeno il triplo rispetto a Roma;

02) Siracusa non ha un’impiantistica funzionale all’organizzazione seria di un evento live. Non possono esserlo centri sociali o pub;

03) Siracusa e provincia mancano del tutto di una scena che non significa soltanto presenza di gruppi musicali, ma, anche, strutture di appoggio logistico come radio, negozi di dischi, siti di informazione musicale, etichette discografiche e service. Come si può organizzare un evento live quando manca la logistica di supporto?

04) Il fatturato complessivo delle etichette indipendenti italiane non supera l’un per cento sul totale! Questo significa che il mondo delle c.d. "indies" non ha sufficenti risorse finanziarie per supportare degnamente l’attività di promozione delle band;

05) Per creare una scena, presupposto per una soddisfacente attività live, c’è bisogno di una reale collaborazione fra le band? Orbene, mi pare che a Siracusa tutti giocano partiture soliste... O sbaglio?

06) L’avvento di internet e del cellulare ha modificato le modalità di fruizione del prodotto fonografico. Infatti, tutto questo ha inficiato l’importanza del negozio di dischi come punto centrale di incontro fra il prodotto fonografico e l’acquirente. Basta farsi un giro per negozi di dischi della nostra provincia (quei pochi che si sono...) per rendersi che sono quasi sempre vuoti. Chi organizza un evento live si basa sui dati locali di vendita... Se a Siracusa non si vendono dischi perché qualcuno dovrebbe rischiare di organizzare un evento live destinato ai soliti quattro gatti del quartiere?

Soluzioni?

Credo una sola... Sviluppare un consorzio di cooperazione fra gli operatori del settore della nostra provincia che faccia diminuire la propensione al solismo dannoso e sia capace di progettare e implementare un vero piano industriale per il settore.

Chi voglia contribuire al dibattito può indirizzare le sue opinioni e/o riflessioni a chi ha scritto l’articolo, e cioé a Gaetano Rizza.

    A Siracusa un silenzio assordante
    30 dicembre 2006, di : Tano Rizza

    Un interessante topic si è aperto sul forum degli studenti di lettere di CT, a partire da questo link: http://www.marforio.org/forumstud/topic.asp?TOPIC_ID=19586
    A Siracusa un silenzio assordante
    3 gennaio 2007

    Nei locali solitamente suonano solo gruppi sponsorizzati da qualcuno o sbaglio?

    Tu sei un operatore musicale giusto? Il tuo mestiere consiste nel promozionare i gruppi!

    Posso farti una domanda? Tu che strumento musicale sei capace di suonare? Oltre al portafoglio a fisarmonica, intendo.

    Dalle nostre parti le etichette indipendenti sono nate con un solo scopo: far soldi. Quà non è come a Seattle dove i gruppi musicali facevano da contro-altare ad un movimento giovanile. Da quello che ne so l’unico movimento che c’è a Siracusa è quello delle automobili.

    Anche a Catania da qualche anno il movimento musicale è andato scemando ed è progressivamente aumentato quello delle automobili. Pensi che ci sia un nesso fra le due cose?

A Siracusa un silenzio assordante
11 gennaio 2007, di : emanuele gentile

Caro anonimo...l’anonimato non è segno di coraggio...

Veniamo al tuo contributo lasciato nel forum:

01) Sponsorizzare gruppi a Siracusa...magari!!! Ma dove sono i veri posti per suonare? Si sponsorizza quando ci stanno i locali...

02) Non so suonare nessun strumento musicale... Che vogliamo fare i processi per questo? La sensibilità e l’amore per la musica necessitano di conoscenze tecniche musicali?

03) Portafoglio a fisarmonica? Gustosa espressione... Ti assicuro che il fattore monetario è l’elemento meno importante, soprattutto se si opera nell’Underground...

04) I problemi qui sono la sciagurata gestione dei Centri Sociali (che hanno di fatto privato il territorio di luoghi vocati alla comunicazione musicale) e il pirataggio download (che ha di fatto sabotato i negozi di dischi privando il territorio di una spia fedele sulla voglia di musica da parte del medesimo, intendo dire territorio).

    A Siracusa un silenzio assordante
    1 febbraio 2007, di : Andrea

    Emanuele Gentile, ti stimo, sei un buon professionista ma ti manca irrimediabilmente la fantasia. Quante argomentazioni, quante cifre, quante sicurezze e paviderie. La sicilia soffre di un male, da tempo, tutti aspettano "à bifara m’vucca", nessuno, compreso io, è pioniere dei sogni di tante persone, nessuno ha il coraggio di mettersi in scena, la commedia si recita coi palloni dell’apparenza. Non è una critica a te, ho colto l’occasione per scrivere qualcosa che tanti pensano. Invito tutti quelli che credono al cambiamento, quelli tanto immersi nei propri sogni da annegarci, ad uscire fuori e cantare, in mezzo alle strade e davanti alle chiese, domani nel bar della piazza, dopodomani nella fontana, e non pensare tanto ai negozi e le etichette, "background", e tutte queste assurderie commerciali, quelli, purtroppo, verranno. Quello che non viene spesso invece è la voglia di suonare. Abbaglio e precipizio.