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Giro99
Cosa succede in città...
Terremoto e ipocrisie
Lettera scritta dal Comitato
dei Cittadini terremotati di S. Venerina, Catania
Circa due settimane fa il comune
di Santa Venerina (CT) calcava le prime pagine
dei giornali e dei telegiornali nazionali, quale
paese in ginocchio stroncato da un sisma spaventoso.
Ricordiamo perfettamente le postazioni Rai e Mediaset
piantate in bella posa davanti le macerie di una
vecchia casa.
La spettacolarità del sisma in congiunzione
con gli eventi dell'Etna aveva catalizzato l'attenzione
dei media e del pubblico: in quel momento noi
eravamo il fenomeno da baraccone da esibire, l'evento
da
enfatizzare, la storia commovente di un paesino
di diecimila abitanti senza lavoro e senza casa.
Qualche giorno dopo, il sisma molisano avrebbe
sconvolto l'intera Italia: sconvol gimento ottenuto
attrave rso le riprese televisive degli atroci
scavi dei padri e dei volontari tra i resti della
scuola
(qualcuno dovrebbe spiegarci dove arrivi l'informazione,
e dove inizi lo sciacallaggio). Ad ogni modo vedemmo
relegata la disastrosa situazione del nostro paese
tra le notizie di scarto.
Il ragionamento dei media fu abbastanza semplice:
puntare sul cavallo più in forma.
Nel giro di qualche giorno operatori, giornalisti
e tanta buona volontà abbandonarono il
nostro comune e la nostra desolazione fu lasciata
macerare nella nostra disperazione. Preciso: non
lamentiamo la mancanza della buona volontà
da parte dell'Amministrazione, della Protezione
Civile o dei Vigili del Fuoco, bensì accusiamo
la mancanza di buona volontà del resto
d'Italia.
Non vogliamo basarci su fredde statistiche, ma
possiamo assicurarvi che nel quartiere di Bongiardo
ci saranno appena q uattro case abitate su oltre
duecento famiglie. La situazione è pressoché
invariata in tutto il comune. La sfacciataggine
dei media però ci ricorda che noi siamo
in buona salute, non abbiamo vittime, non abbiamo
nulla da offrire al buon pubblico eccessivamente
teso nel lasciarsi emozionare.
Ci dispiace sinceramente: noi abbiamo da offrirvi
SOLO diverse scuole ed edifici pubblici distrutti,
centinaia di posti di lavoro vacanti, una continua
pioggia di cenere, la pioggia, il freddo, le tendopoli,
gli sciacalli, la ghettizzazione operata dall'infimo
giornalismo nazionale e il dolore di un popolo
da sempre abituato a leccarsi le ferite in estrema
solitudine.
Un'ultima parola va spesa alle maratone di beneficenza
istituite da trasmissioni e da diverse testate
giornalistiche a favore esclusivo del molisano,
dimenticandoci completamente: le nostre scuole
sono
devastate, per almeno t renta giorni non si potr
à fare lezione, e si riprenderà
nei container.
A questo punto permetteteci un ragionamento(saremo
pure cinici, ma è solo una conseguenza
della nostra amarezza): per poter sperare nel
"buonismo disinteressato" dei media
sarebbe necessario organizzare un suicidio di
massa sull'altare (peraltro distrutto) della chiesa?
Farà notizia?
Permetteteci un plauso sincero e devoto a quei
maestri giornalisti che con voce soffice, appena
velata dal pianto, hanno raccontato la tragedia
molisana quasi avessero sofferto loro stessi sotto
le macerie, vi prego: dignità e onestà.
Chiudiamo con un sincero e devoto saluto ai tristi
e amareggiati, quanto noi, amici molisani, da
terremotati a terremotati, non miravamo certamente
a colpire il loro dolore in questo nostro brevissimo
sfogo, non ce ne vogliano.
Il Comitato dei Cittadini terremotati di S. Venerina
, Catania
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