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Giro99
Zoom
Proposta di marketing etico per
di Geria Teresa
Sconvolgiamo la logica. Ad
un incidente cosa segue se non un effetto negativo!
Ed invece può anche non accadere così!
La risposta di riserva ci viene suggerita dallo
spot pubblicitario antirazzista finanziato dal
Cesvi in collaborazione con il Cespi: Le
culture degli altri. 60 secondi per un mondo a
colori a favore dellintegrazione degli
immigrati in Italia. Ma se una causa così
importante fosse portata avanti da una impresa
di profitto? E quello che accade da circa
dieci anni a questa parte. Nel credo di alcune
aziende si è arrivati ad una revisione
del concetto di marketing, concetto che oggi assume
un significato più umano.
I progetti di marketing etico,
appunto, di cui le missioni di bontà rappresentano
solo una parte, trovano sempre maggior spazio
nelle politiche e nei budget comunicazione di
alcune aziende di medie-grandi dimensioni. Colossi
come P&G, Unilever, Pfizer, Sigma Tau già
da qualche anno destinano parte dei loro sforzi
a favore di azioni di responsabilità sociale.
Le ragioni sono:
qualificazione allimmagine;
radicamento nel mercato;
forte vantaggio competitivo per lazienda
che lo adotta;
valore intrinseco dellazione(integrazione
tra i popoli, ricerca scientifica, prevenzione
di malattie, difesa dei diritti del bambino
).
Il marketing etico coinvolge lazienda nellimpegno
a sviluppare, mantenere e rafforzare politiche
esterne e procedure interne corrette; in più
la rende attenta al rispetto dei diritti dei consumatori.r
Una delle ultime iniziative benefiche
recita così: Per ogni bambolotto
Cicciobello venduto, verrà devoluto 1Euro
allospedale pediatrico gestito da Emergency
in Sierra Leone. Antonella Bocca, manager
dellazienda produttrice, spiega che limpegno
in questione festeggia i 40 anni del bambolotto
più buono, che ha fatto giocare generazioni
di bambine e, in qualche modo, ha anticipato la
società multietnica dei nostri giorni.
Gia negli anni 70 era prodotto con i tratti
africani e asiatici; nelle pubblicità era
in braccio a bambini di nazionalità diverse.
Nonostante sia diventato sempre più tecnologico
per questa occasione di festa torna quello di
un tempo. Nei negozi si trovano di nuovo i Cicciobello
moretto, cinese ed eschimese. Ed il loro messaggio
damicizia cercherà di far sorridere
ancora un bimbo.
Ma quante persone sono scettiche
a queste iniziative! Se poi sono finanziate da
privati! Di sicuro il dubbio è lecito,
ma leccezione che conferma la regola? Lo
sarà la mia proposta!
Adoperando la tecnica del clustering mi sono chiesta
di cosa avesse bisogno una persona in un Paese
del tutto nuovo per costume, leggi, modo di vita.
La mia idea centrale si è ramificata così
tanto che è andata al di là del
rispetto dei suoi valori, dei suoi diritti- che
io penso rientrare a pieno nel concetto di persona
umana. Le sue necessità richiedono elementi
tangibili, non atti a sopravvivere, ma fondamentali
per vivere: casa, lavoro, vita sociale.
Più di una impresa immobiliare dovrebbe
mettere a disposizione degli immigrati con permesso
locali in cui abitare, fitti di case che verrebbero
onestamente pagati dallo stipendio di un lavoro
esercitato alla luce del sole, con tutte le carte
in regola e non in nero. E qui che entrano
in gioco i meccanismi di assunzione di tutte le
imprese. Dare il posto anche agli
immigrati!
Forse questa proposta è più che
uneccezione
tende più ad essere
una Utopia.
Ne sono un limite i problemi economico-finanziari
italiani, il caso FIAT è solo un mero esempio;
la legge sullimmigrazione; i pregiudizi
infiniti e molto spesso infondati di molti individui.
Ma la Storia procede per tentativi, per azioni,
che cercano di migliorare la nostra vita, per
intuizioni di uomini eletti, che nei loro disegni
strategici cercano di collegare, oggi più
che mai, il loro profitto al bene collettivo.
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