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CENTAURO
MORENTE olio su tela (1909) collezione
Assitalia, Roma |
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LE MUSE
INQUIETANTI (1925) olio su tela |
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PIAZZA
D'ITALIA , MALINCONIA AUTUNNALE 1915
olio su tela |
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"Tutte
le case sono vuote/ risucchiate dal cielo
aspiratore/ Tutte le piazze deserte/ Tutti
i piedistalli vedovi. Le statue -emigrate
in lunghe/ carovane di pietra/ verso porto
lontani." (De Chirico 1918).
Si è aperta a Palermo
presso Palazzo Ziino una mostra che raccoglie
35 opere dell'artista di Vòlos.
Così come l'artista
stesso scrive, le piazze (Piazza d'Italia
-anni "50 e Piazza d'Italia -1954)
sono vuote, l'architettura rigida quasi
asettica, solo una statua di nostalgia classica
al centro mentre un cielo verde che sfuma
al giallo in basso campeggia sulla piazza
quasi spettrale. Un'aria metafisica aleggia
in tutte le sue opere, da un Interno Metafisico
del 1926 alla Figura di Giove con altri
oggetti metafisici del 1969, per giungere
ad una Visione di New York (1936) dove,
così come nelle piazze, all'interno
della vetrina si trovano statue neoclassiche,
mentre un uomo in abito scuso sosta di spalle
sotto un porticato di mattoni rossi.
Continuando la visita nelle
sale di Plazzo Ziino con un sottofondo di
musica classica, ci si imbatte nei celeberrimi
Il Trovatore (1956) o ne Le Muse Inquietanti
(1925) dove i soggetti sono uomini e donne
costruiti come manichini, vestiti di drappi,
capitelli, righe e squadre come se l'"essenza"
della vita dell'uomo divenisse "non-essenza",
come se tutto ciò che circonda l'esistenza
umana si mostrasse per ciò che veramente
è, immobilità ed impossibilità
di ogni vera comprensione, un eterno ritorno
della vita e degli eventi mutuati questi
dallo Zarathustra di Nietzsche (L'enigma
della partenza -1914- L'enigma du retour
-1914). Ma è inutile sforzarsi di
ceracare un significato in ogni opera, di
qualsiasi autore sia, forse perché
il pregio dell'arte figurativa a differenza
della scrittura, è di non dare opinioni
ed idee preconfezionate, ma di lasciare
all'osservatore la capacità di leggere
in un dipinto ciò che la propria
anima suggerisce: ci si può avvicinare
o discostare di motlo dal pensiero dell'autore,
ma a mio avviso la bellezza dell'arte sta
proprio in questo, nel presentare "visioni
di realtà" che tuttavia spesso
lasciano aperte grandi porte alle interpretazioni
più diverse. Così un manichino
di De Chirico può essere visto come
una critica all'uomo-burattino o una visione
fisica e meccanica del corpo umano così
simile agli oggetti che lo circondano.
Infine tra i più classici
dipinti di De Chirico si possono ammirare
diverse opere dove chiara appare l'influenza
di Bocklin; non solo nei soggetti dove centauri,
cavalli ed eroi classici continuano la scena,
ma anche nella tecnica e nei colori, dipingendo
luoghi cupi (Centauro morente -1909) dove
si forgiano antiche armi (Forgia di Vulcano
-1949) o spiagge deserte con cavallli, cavalier
neoclassici, tempietti e capitelli come
in Cavalli con rudere (1930) dove si nota
la griglia sottostante usata per le proporzioni,
o Le rive della Tessaglia (1926) dipinto
con colori molto chiari, dal bianco al beige.
La mostra rimarrà
aperta fino al 6 gennaio 2003.
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