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Ma la mafia non deve essere un alibi
di rocco rossitto

Organizzato dall’Osservatorio Mediterraneo e da Libera, si è svolto giovedì 28 novembre 2002 ad Acireale l’incontro “La legalità non è un lusso”. Nella saletta per le conferenze della chiesa di san Paolo che ha ospitato l’incontro, numerose le associazioni del volontariato presenti e numerosa la risposta della gente che ha dimostrato sensibilità ai temi della legalità.
Ospite di spicco è stato il presidente di Libera don Luigi Ciotti, al suo fianco Enza Rando di Avviso Pubblico, Armando Rossitto preside del quarto istituto comprensivo di Lentini, Antonio Mantineo dell’ università di Messina, e Salavatore Cacciola presidente di Osservatorio Mediterraneo.
Quest’ultimo, moderatore della serata ha aperto l’incontro puntando subito il dito su “La legalità non è un lusso” affermando come di questi tempi invece sembri proprio un lusso. “Qualcuno considera la legalità un impaccio da aggirare”, bisogna quindi ritornare ad alzare la voce sul problema legalità.
Dopo Cacciola, la parola passa al professore Mantineo, che centra il suo discorso sul ruolo del volontariato, su come quello siciliano abbia perso il peso politico di una volta, sulla necessità quindi di ritornare ad essere presente politicamente per poter contare di più.
Il preside Rossitto è stato chiamato per raccontare esperienze concrete di come si può fare legalità a scuola ed è così infatti che illustrando le sue esperienze a Franconfonte prima e a Lentini poi che si comprende come certi percorsi educativi possono essere percorsi con ottimi risultati.
Enza Rando racconterà invece di quanto è stato duro condurre da vice sindaco di Niscemi battaglie sulla legalità. L’ultimo intervendo, il più lungo ovviamente quello di Don Ciotti che parte in quarta:
“Chi se ne frega della mafia e dei mafiosi, il problema è creare le condizioni di un cambiamento culturale che possa levare la terra sotto i piedi alla mafia”. Continua dicendo che “la mafia non deve diventare un alibi per non fare, e solo con l’agire che le mafie posso essere sconfitte”.
A voce alta racconta di come di recente qualcuno ha proposto una nuova legge sulla confisca dei beni ai mafiosi, di come qualcuno stia infrangendo lotte durate anni, perché “c’è bisogno dei soldi”.
Giudica una follia questa proposta di legge che potrebbe portare alla vendita all’asta dei beni dei mafiosi, racconta di come i questi giorni è nata la PASTALIBERA, fatta da una cooperativa di giovani sulle terre confiscate a Totò Riina. “E’ un simbolo, ammette, ma è anche lanciando segni positivi che si intacca la mafia”

 

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