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Giro98
Un'altra informazione
è possibile
Lettera aperta sulla Rai
di loris mazzetti
Il sito di Megachip, www.megachip.info
pubblica una lunga lettera di
Loris Mazzetti, dirigente Rai, capo progetto Raiuno,
regista e curatore de
"Il Fatto", al presidente della Rai
Antonio Baldassarre.
Nella lettera Mazzetti ricorda a Baldassarre che
le sue dichiarazioni a
favore di una Rai indipendente non hanno trovato
riscontro nella
programmazione di Viale Mazzini e che tutte le
promesse sul mantenimento
del "Fatto' sono state disattese.
Mazzetti documenta puntualmente il disastroso
risultato della politica Rai
di questi mesi, fornendo una ulteriore prova del
pessimo stato
dell'informazione e della comunicazione in Italia
che certo non sarà
migliorato dalla recente delibera del cda Rai
che si limita ad invitare "il
direttore generale a verificare al più
presto la possibilità di inserimento
nei palinsesti della prossima stagione programmi
di approfondimento
giornalistico condotti da Enzo Biagi e Michele
Santoro".
Il capoprogetto de Il Fatto scrive
ad Antonio Baldassarre
Di: Loris Mazzetti 13-11-2002
Loris Mazzetti, dirigente Rai,
capoprogetto Raiuno, regista e produttore de Il
Fatto, tramite Megachip dà voce alla sua
denuncia nei confronti di questa Rai
Premessa
Sono trascorsi 261 giorni dalla
nomina del consiglio di amministrazione Rai che
Lei presiede dal 5 marzo del 2002, ne mancano
esattamente 469 alla fine del mandato, forse Le
sembreranno pochi visto che la Rai non ha ancora
unanima nuova, non cè
ancora stato un segno di cambiamento positivo
nellazienda, nonostante la Sua dichiarazione
di intenti:
Ho proposto come primo punto del mio programma
quello di fare diventare la Rai indipendente dalle
forze politiche e attenta invece ai movimenti
e ai sentimenti della gente e quindi anche al
pluralismo sociale oltre a quello politico.
I nuovi programmi Rai e gli ascolti
In più i responsabili nominati
dal Suo consiglio non sono riusciti a mettere
in onda un solo programma di nuova produzione
che sia stato accolto dal pubblico con successo.
Le darò una delusione, ma quello che sta
funzionando, funzionava anche prima, andava già
in onda prima del Suo arrivo.
Qualche esempio di flop: La grande notte
del lunedí sera, con Gene Gnocchi
e la signora Ventura, debutta in prima serata
raggiunge il 6% di share per poi finire in seconda,
nonostante la preziosa regia di Paolo Beldí,
Destinazione Sanremo con Cecchetto,
una domanda: Questa trasmissione che è
riuscita ad arrivare al 4% di share, cioè
su cento telespettatori solo quattro lhanno
guardata, (dato di domenica 3 novembre) non rischia
di incidere negativamente sullimmagine del
prossimo Festival della canzone italiana e su
chi lo dirigerà artisticamente, Pippo Baudo?.
Il programma novità per i giovani, sempre
su Rai Due My compilation 4%, Casa
Rai Uno con Giletti, Max e Tux
con Lopez e Solenghi, Sí sí
è proprio lui con Luisa Corna, un
varietà che non arriva oltre il 20%. Per
non parlare dellerrore clamoroso di collocazione
in palinsesto della super produzione Napoleone
e per non dire di E.R. di Rai Due spostato dal
martedí al lunedí contro il Montalbano
di Rai Uno.
Il Fatto di Enzo Biagi e la verità
negata
Infine i nuovi programmi di informazione,
che più di faziosità bisognerebbe
parlare di mancanza di capacità professionali,
ma voglio astenermi da qualsiasi valutazione perché
non vorrei che Lei mi accusasse di essere di parte
vista la mia frequentazione, quasi
decennale, con Enzo Biagi, quel maestro di giornalismo,
che Lei stesso ha definito allindomani della
presentazione dei palinsesti a Cannes, giugno
2002, un pezzo del patrimonio della Rai,
quando, gli stessi palinsesti stabilivano leliminazione
del programma Il Fatto, sul quale
sempre a giugno, Lei aveva detto: Mi auguro
che il programma resti, solo che bisogna trovare
una fascia oraria consona alle esigenze dellaudience.
Signor Presidente, lo sa che Max e Tux,
il programma che lo ha sostituito, mediamente
fa 15-20 punti di share in meno di Striscia
la notizia, chissà se lufficio
stampa della Rai La informa su questi dati oltre
che fare dichiarazioni del tipo: I vertici
della Rai sostengono che Biagi ha perso appeal
(Nava, LUnitàdel 9 giugno),
che è un po come se lufficio
stampa della Fiat dichiarasse che Agnelli sostiene
che una sua auto ha perso stabilità nella
guida. Contemporaneamente lultimo libro
di Biagi esce con oltre settantamila prenotazioni.
Basta parlare di programmazione, perché
lelenco dei flop sarebbe lungo e noioso,
e perché soprattutto è un elenco
che crea disagio, che fa male a tutti quei seri
professionisti, e mi creda in Rai ce ne sono tanti,
che in questi anni hanno sempre lavorato con dedizione
e onestà. E giusto ricordare anche,
che un obiettivo è stato raggiunto a proposito
di ascolti, il Tg1di Mimun, con il ritorno di
Amadeus come traino, vince costantemente il Tg
5 di Mentana. Amadeus quello di Quiz Show per
intenderci, quel programma tagliato un anno fa
quando batteva Gerri Scotti nel preserale.
Non fraintenda le mie parole, non voglio che Lei
pensi che sia mia intenzione rivendicare quel
palinsesto che prevedeva il programma di Enzo
Biagi, Il Fatto di cui ero responsabile
e che Lei conosce bene per aver accettato più
volte linvito a parteciparvi, e che nel
periodo di maggior crisi nella storia di Rai Uno,
Estate 2001- primavera 2002, su 168 puntate ha
realizzato una media share del 22% con sei milioni
di telespettatori circa e su un totale di 834
puntate, in ben otto edizioni e sempre contro
la corazzata di Antonio Ricci, una media share
di circa 24%, cioè ogni cento telespettatori
24 guardano Il Fatto, un ascolto superiore
a tutti i programmi messi in onda, in questi ultimi
otto anni, nella fascia oraria dalle 20,30 alle
21, incluso anche quella Zingara che
sta tornando in onda perché ritenuto lunico
programma che nel passato ha battuto Striscia
la notizia. Immagino le risate di Ricci
quando ha letto queste dichiarazioni. In Rai,
invece, non cè nulla da ridere.
Sempre per dovere, non di cronaca ma di verità,
quando la Zingara non esisteva ancora,
Il Fatto raggiunse, nella sua prima
edizione, su 60 puntate una media del 26-27% di
share.
Lei Presidente, il Direttore Generale Saccà,
il Direttore di Rai Uno Del Noce, il Direttore
dellufficio stampa Nava e anche il Ministro
Gasparri, potete continuare a dare una vostra
libera interpretazione ma gli ascolti non sono
uno stato danimo, sono scritti e consultabili
in qualsiasi momento e a questo proposito sono
disponibile a un confronto in Commissione Parlamentare
di Vigilanza con chiunque.
Enzo Biagi e la Rai, un addio dopo quarantunanni
Mi creda, non voglio fare polemica,
ho soltanto il grande dolore di assistere, purtroppo
passivamente, al fatto che Biagi dopo quarantunanni
è costretto ad un inesorabile addio alla
Rai, mentre continua a scrivere sulla prima pagina
del Corriere della Sera, su LEspresso e
forse lo rivedremo nel prossimo anno su altri
Network Tv.
Io e Lei siamo tra i responsabili di questo, io,
perché non sono riuscito a convincere né
Lei né il Direttore Saccà, che ha
sempre definito Biagi un valore aggiunto
a essere liberi nelle vostre scelte,
Lei, per aver illuso tutti quelli che in questa
azienda fanno il nostro lavoro quando, il giorno
stesso della Sua nomina a Presidente, ospite de
Il Fatto, davanti a circa sette milioni
e mezzo di telespettatori, quando Biagi a fine
puntata salutandola disse: Buon lavoro per
Lei, signor Presidente, e anche per noi,
Lei rispose: La ringrazio, soprattutto sappiate
che avrete in me un punto di riferimento che difenderà
sempre le vostre professionalità.
La Rai contro tutti
Ripeto, non voglio fare polemica,
desidero soltanto che questa mia sia considerata
il modesto contributo di un dirigente che ha sempre
creduto, con il suo lavoro, nellimportante
ruolo culturale e sociale della Rai nella vita
del nostro paese e visto che Lei, signor Presidente,
ha il compito insieme agli altri consiglieri,
di definire le linee editoriali che potrebbero
- se definite - consentire alla Rai di tornare
a svolgere quella funzione centrale di grande
riferimento multimediale, perché non possiamo
dimenticare che per lunità dItalia
ha fatto più di Garibaldi, Mazzini e Cavour
messi insieme, che ha raccontato al sud quello
che facevano al nord e che ha raccontato al nord
quello che facevano al sud, che ha alfabetizzato,
facendo sí che tutti parlassero la stessa
lingua.
Lei, invece, in questi 252 giorni di presidenza
ha dovuto ascoltare:
- lappello del Presidente della Camera Pierferdinando
Casini contro una televisione che non considera
e non dà spazio ai programmi educativi
per bambini, a questo proposito si sta decidendo
se sopprimere o meno per ragioni di budget LAlbero
Azzurro uno dei pochi programmi di produzione
per bambini in età prescolare, complimenti
!
-Sempre a proposito dei minori ha dovuto sentire
tante critiche contro una televisione violenta,
una televisione che mette in onda in fasce anche
pomeridiane immagini non adatte a un pubblico
non adulto e perfino dai movimenti cattolici che
accolsero con gradimento la Sua nomina, confidando
in Lei per una nuova e soprattutto diversa programmazione
televisiva e invece, recentemente, a Lei si è
rivolto lOsservatore Romano, che ha definito
le produzioni della odierna televisione
povertà espressiva, prive di inventiva
e di gusto avvilente quando non offensivo di una
minima decenza, nellinsultante convincimento
che i telespettatori sono disposti a recepire
passivamente qualsiasi cosa, tanto che si può
tornare a parlare di tv-spazzatura.
- Poi lintervento del Santo Padre di sabato
9 novembre a conclusione della Conferenza episcopale
italiana: Quale cultura può essere
generata da una comunicazione che non abbia al
suo centro la dignità della persona, la
capacità di aiutare ad affrontare i grandi
interrogativi della vita umana, limpegno
a servire con onestà il bene comune
e a proposito del sistema delle comunicazioni:
regole chiare e giuste a garanzia del pluralismo,
della libertà, della partecipazione e del
rispetto degli utenti.
Una pubblicità apparsa recentemente a pagamento
sui quotidiani ha come slogan: la Rai primi
in Europa vale anche per qualità
e gradimento?
- Infine il messaggio alle Camere del Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a favore
dellindipendenza dellinformazione
dopo che Lei, signor Presidente, successivamente
alle accuse del Primo Ministro Silvio Berlusconi
a Biagi, Santoro e Luttazzi, di aver fatto un
uso criminoso della televisione (aprile
2002), aveva dichiarato: Biagi e Santoro
sono patrimonio professionale dellazienda
e la Rai farà di tutto per non privarsi
del loro apporto giornalistico, infatti!
Mi permetto di rivolgerle una domanda : Alla
luce di tutto questo, ritiene che il dibattito
sulla televisione deve essere focalizzato esclusivamente
allascolto, Lei pensa veramente che gli
abbonati, coloro che pagano il canone Rai, cioè
i veri proprietari della azienda Rai, stiano ad
ascoltare i continui annunci nei nostri Tg: La
Rai vince su Mediaset 3 fasce di ascolto a 2,
4 a 1, 6 a 0.
Per la Rai, quali politiche editoriali e industriali?
Durante il week end, signor Presidente,
vada in giro nei vari Blockbuster a vedere quante
persone noleggiano film in vhs o dvd, nel mio,
quello vicino a dove abito, sabato scorso 567
e domenica 689 film sono stati noleggiati e quelle
persone, quelle famiglie, non hanno guardato né
la Rai né Mediaset. Aggiunga anche questa
considerazione: sono circa cinque milioni su 21
le famiglie che nel nostro paese possiedono un
decoder per ricevere i canali via satellite. La
società Audisat, Presidente Zucchelli,
ex dirigente Rai, nuovo istituto per la rilevazione
degli ascolti quantitativi e qualitativi dei canali
satellitari, sta mettendo a punto uno studio che
potrebbe, probabilmente, modificare lauditel
che non è in grado di fare questo tipo
di rilevamento e che ancora oggi considera con
un forfait di trecentomila, le famiglie che frequentano
quotidianamente i canali satellitari, mentre il
tasso di penetrazione in realtà comincia
ad essere estremamente significativo, 23%.
Ci sarà un motivo perché una parte
del pubblico televisivo, piccola o grande che
sia, la valutazione la lascio a Lei, preferisce
vedere la cassetta o il satellite. Lei crede veramente
che gli addetti alla pubblicità non sono
al corrente di questo cambiamento e che quindi
gli inserzionisti non opteranno in futuro per
scelte strategiche diverse?
Lazienda si sta attrezzando per fare fronte
a eventuali cali di introiti pubblicitari che
non siano dovuti esclusivamente al calo complessivo
dellascolto?
Lei crede che il tutto si risolva con un aumento
radicale del canone tv, giustificandolo come adeguamento
alla media europea, crede che le paghe e gli stipendi
e il costo della vita degli altri paesi siano
paragonabili ai nostri? E vero anche che
tutti i paesi hanno un sud, ma la Baviera e Avellino
sono paragonabili? Oppure bisognerebbe progettare
politiche editoriali e industriali diverse?
La Rai dei diecimila dipendenti
Il nostro marketing ha recentemente
raccontato che una società esterna, ogni
giorno fa sondaggi sul gradimento dei programmi,
mi chiedo, perché la direzione generale
non mette al corrente dei risultati chi nellazienda
li fa? Signor Presidente, perché non si
fanno riunioni per parlare di nuove trasmissioni,
dove mettere a confronto quelle professionalità
che si occupano di programmi? E possibile
che tra i circa diecimila dipendenti non ci sia
qualcuno con delle idee nuove? E possibile
che senza i produttori esterni cioè i Ballandi,
i Basseti, i Gori e quantaltri, la Rai non
è in grado di mandare in onda un varietà?
Cosa avremmo potuto produrre, usando esclusivamente
risorse interne allazienda, con i cinquantatre
miliardi di vecchie lire che la Rai sta spendendo
per realizzare Uno di noi dellaccoppiata
Ballandi-Morandi?
Bisogna dare atto alla direzione generale, che
una cosa lha fatta: sono stati ripristinati
i corsi per autori, sceneggiatori, microfonisti
ecc. Ma nel frattempo qualcuno tra i famosi diecimila
dipendenti, non riesce a sviluppare in azienda
un nuovo format? Lei è proprio sicuro di
questo?
A questo punto mi chiedo: Il vero dramma
accade quando Morandi è sconfitto dalla
De Filippi o quando, in modo chiaramente provocatorio,
invece di cantare, cosa che sa fare stupendamente,
il signor Morandi si presenta ai telespettatori
in mutande?
E se non fosse stato sconfitto negli ascolti dalla
signora De Filippi il cantante Morandi si sarebbe
mai presentato in mutande?
Non cera bisogno di chiederlo a Woody Allen,
in diretta al Tg1, per sapere che nelle televisioni
pubbliche americane un famoso conduttore o un
famoso cantante, in un programma di prima serata,
non si sarebbe mai presentato al suo pubblico
cosí.
Il critico Aldo Grasso oltre a sottolineare i
costi di produzione, ripeto, 53 miliardi per quindici
puntate e il compenso record di settecentoquarantatre
milioni a serata al cantante Morandi, cosa scriverà
sullEnciclopedia Garzanti della televisione
per ricordare ai posteri questo programma legato
alla Lotteria Italia?
La coerenza del Vertice
Presidente, la Rai è servizio
pubblico ma questo non vuol dire fare solo trasmissioni
coordinate con i vari ministeri o sportelli
sui problemi delle regioni in onda su Rai Tre,
ad esempio tra le 19,50 e le 20, motivo per il
quale è stato detto no al ritorno de Il
fatto di Enzo Biagi, oppure raccolte di
fondi quando ci sono le disgrazie, da portare
come fiore allocchiello; è quello
che va in onda quotidianamente, ora per ora, minuto
per minuto. So benissimo che non devo spiegare
a Lei che cosè il servizio pubblico,
Lei che è professore di Diritto, che è
stato Giudice alla Corte Costituzionale, Presidente
della Consulta, che ha diretto il Giurí
della pubblicità, Presidente Sisal per
i concorsi del Totip e Superenalotto e che, mi
permetta una battuta, evidentemente ha la presidenza
nel Suo dna.
Ho la sensazione, signor Presidente che Lei è
un po corto di memoria come
del resto anchio, non ci ricordiamo delle
tante e tante parole che Lei ha detto in questi
Suoi primi 252 giorni, ma tra noi
cè una differenza: Lei quelle frasi
non se le ricorda proprio, questo lo dicono purtroppo
i fatti; io invece, sapendo di essere di memoria
corta me le sono segnate e infatti mi sto permettendo
ogni tanto di ricordargliele:
- 1 luglio: La Rai non si
priverà di nessuno dei giornalisti che
oggi rappresentano voci discordanti rispetto alla
maggioranza.
- 9 luglio: ho sempre detto
che Biagi e Santoro sono due pezzi del patrimonio
della Rai, di cui la Rai non si sarebbe mai privata.
- 9 luglio: Biagi è
il passato, il presente e il futuro di Rai Uno.
- 19 settembre: Biagi su
Rai Tre, il direttore Ruffini ci ha esposto il
palinsesto e noi abbiamo ribadito che può
fare quello che vuole ma che non sono possibili
integrazioni di budget.
- 30 ottobre: sul futuro
programma di Biagi su Rai Tre, non voglio dare
un giudizio su quanto annunciato dal direttore
Ruffini, ma per rispetto della realtà devo
dire che un voto in consiglio non cè
stato.
Conclusioni
I 469 giorni che mancano alla fine
del Suo mandato, sono tanti per tutti se in Lei
non scatta quel sussulto che la Sua storia dovrebbe
darLe, non si offenda per queste mie parole, però
qualche volta ho la sensazione, ascoltandola,
che per Lei, contrariamente a quanto diceva Cesare
Zavattini, Buongiorno non vuol dire Buongiorno
e questo, mi creda, mi dispiace e mi ferisce,
perché io sono stato uno dei tanti che
il giorno della Sua nomina ha visto in Lei quel
professionista sopra le parti di cui la Rai aveva
e ha bisogno.
A questo punto, rimanendo in attesa della lettera,
spero solo di richiamo da parte della direzione
generale, come già è avvenuto in
passato per le mie dichiarazioni a difesa del
mio lavoro e quindi dellazienda, La saluto
prendendo in prestito le parole di Biagi, dette
in quel ormai lontano 5 marzo: Buon lavoro
per Lei, Signor Presidente e anche per noi.
Loris Mazzetti, dirigente - capo progetto Rai
Uno
Milano, 11 novembre 2002
PS: Il mio curriculum professionale, che non so
se Lei conosce, mi dà il diritto/dovere
di chiedere di poter dare il mio contributo, per
ora solo attraverso questa lettera, visto che
non sono mai stato convocato, dopo il
13 maggio 2001, a partecipare ad una riunione
di rete o di dirigenti.
Il fatto che questa mia sarà messa on line,
nei prossimi giorni su alcuni siti di libera informazione
punta ad impedirLe quel gesto, forse naturale,
di cestinarla.
Grazie per lattenzione, signor Presidente.
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