segnali dalle città invisibili
  Giro98 L'erba voglio: dibattito
L’erba proibita nella storia

La navigazione
Fin dall ' epoca dei Fenici il 90% delle vele delle navi era in canapa, e così è stato fino al V secolo a.C., molto tempo dopo l'invenzione e la commercializzazione delle navi a vapore.
Praticamente tutto quanto serviva sulle navi veniva ottenuto dalla canapa: oltre alle vele, le gomene per l' ancora, le reti di caricamento e quelle per la pesca, le bandiere, le sartie, nonche la stoppa per il calafataggio, un materiale che veniva usato per rendere stagne le assi non perfettamente combacianti.
Ma anche i vestiti dei marinai, le cuciture delle suole in corda e a volte anche le scarpe di tela erano fatte con la canapa. Di canapa erano anche le carte per la navigazione, i giornali di bordo, le stesse Bibbie erano stampate su carta contenente fibre di canapa e questo nell'Europa occidentale e in America dall'epoca di Cristoforo Colombo fino all'inizio del XIX secolo ed in Cina a partire dal lo secolo d.C.

Funi. spaghi e sartiame
In passato non mancavano città che avevano come attività prevalete la produzione di "corde in canapa". Per l'Italia ricordiamo Carmagnola (Torino) e Casalmaggiore (Cremona).
Il maggior produttore di corde era comunque la Russia le cui merci erano considerate di migliore qualità e tra il 1740 e il 1940 coprivano circa l'80% del fabbisogno di canapa nel mondo occidentale.

Tessuti e stoffe
Si può considerare che fino agli anni '20 circa l'80% dei prodotti tessili e delle stoffe per vestiti, tappeti, tende, coperte, asciugamani, eccetera erano in fibra di canapa.
I tessuti in canapa erano più morbidi, più caldi, la resistenza agli strappi era tre volte maggiore rispetto al cotone ed era possibile conservarla molto più a lungo.
L'Italia, insieme alla Russia, era considerata la maggiore produttrice di filati per tessuti di canapa di ottima qualità. Molta documentazione al riguardo è stata recuperata nei musei di cultura contadina.

Fibre e cellulosa per la carta
Fino al 1883 il 90% della carta fabbricata nel mondo era prodotta con fibre di canapa. La canapa era la materia prima per libri, carte geografiche, banconote, carte valori, giornali. La Bibbia di Gutenberg, le opere di Mark Twain, Vicotr Hugo, Alexandre Dumas furono stampati su carta di canapa.
La prima bozza della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, così come la seconda stesura, sono state scritte su carta di canapa olandese.
In quegli anni la produzione della carta seguiva tecnologie molto diverse rispetto ad oggi: diffusa era la cosiddetta "carta di stracci", contenente fibra di canapa che si otteneva dalla lavorazione degli stracci, cioè i resti delle vele e delle gomene scartate, nonché vestiti, lenzuola, tende.
Era così possibile ottenere una carta molto pregiata e resistente negli anni.
In Cina la produzione della carta di canapa risale al 1° secolo a.C., quindi circa otto secoli prima del mondo islamico e ben dodici secoli prima degli europei.

Tela per Quadri
La canapa è una fibra forte e lucida, in grado di resistere al calore, alla muffa ed agli insetti e non viene danneggiata dalla luce.
Pitture a olio dipinte su tele di canapa si sono conservate in buone condizioni attraverso i secoli.
I quadri di Rembrandt, di Van Gogh e di altri famosi artisti sono per lo più dipinti su tessuti di canapa, come gran parte dei quadri su tela dell'epoca.

Smalti e vernici
La produzione di molte vernici vede l'utilizzo di "olii", per millenni praticamente tutti gli smalti e le vernici di buona qualità venivano prodotti con olio di canapa e/o di lino.
Ad esempio nel 1935 negli USA furono utilizzati circa 58.000 tonnellate di semi di canapa per la produzione di smalti e vernici.
Illuminazione
Fino agli inizi del XIX secolo l'olio di canapa fu l'olio per illuminazione più diffuso negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Da allora, fino alla metà del XIX secolo, occupò il secondo posto dopo l'olio di balena.
L'olio di canapa bruciava nella lampada di Aladino, nelle lampade del profeta Abramo ed in quelle di Abramo Lincoln.

Per la produzione di energia
La canapa può essere un materiale molto interessante per biomasse dalle quali ottenere metano, metanolo o benzina.
La canapa può essere coltivata per ottenere massa da trasformare, attraverso un procedimento di pirolisi (scissione termica) o compostaggio biochimico, in un combustibile che, come produttore di energia sarebbe, in grado di sostituire i combustibili fossili.

In medicina
Tra il 1842 e la fine del secolo scorso gli estratti, le tinture e gli elisir ottenuti dalla canapa erano tra i farmaci più diffusi negli Stati Uniti.
Comunque per almeno 3000 anni, prima del 1842, gli estratti della canapa, cime, foglie, radici, costituivano i farmaci più diffusi per il trattamento della maggior parte delle malattie.
Secondo una lista ufficiale dei farmaci americani tra i disturbi da curare con la canapa c'erano: stanchezza, attacchi di tosse, reumatismi, asma, delirium tremens, emicrania e disturbi mestruali oltre a crampi e depressioni.
La regina Vittoria assumeva resina di canapa per i dolori mestruali e durante il suo regno (1837-1901) nei paesi anglofoni si registrò un notevole incremento dell'uso della canapa in campo medico.

Olii alimentari e proteine
Fino al nostro secolo i semi di canapa sono stati utilizzati in tutto il mondo sotto forma di semolino, pappe e minestre. Dai semi della canapa si può ottenere un olio vegetale con un alto valore nutrizionale, che contiene la maggior quantità di acidi grassi essenziali di tutta le piante.
Le proteine dei semi di canapa sono tra le proteine vegetali migliori e più facilmente assimilabili per il corpo umano. I semi di canapa rappresentano un alimento di per sé completo per l'uomo. E' un alimento molto gradito anche agli uccelli granivori.

Materiale da costruzione
Con la canapa è possibile produrre pannelli di truciolato e assi da rivestimento, tramite il calore e la compressione dalle fibre vegetali si può ottenere un materiale da costruzione resistente al fuoco, con notevoli proprietà isolanti, termiche e acustiche.

LA FINE DELLA COLTIVAZIONE DELLA CANAPA
La produzione della canapa, anche se con fasi alterne, si mantiene in espansione fino al XIX secolo: da quel momento un rapido declino, interrotto solo nel periodo 1935-1943, segna la storia di questa coltivazione che scompare dalle nostre campagne negli anni' 50.

Le cause della scomparsa sono molteplici, proviamo ad elencarne di seguito alcune:

1.l' introduzione della navigazione a vapore
2.l'invenzione delle fibre sintetiche
3.la concorrenza esercitata dal cotone e dalle altre fibre naturali meno costose
4.la complessità della lavorazione che per alcune fasi non si è riusciti a meccanizzare
5.l'introduzione della barbabietola come coltura industriale alternativa e produttrice di altrettanto reddito
6.le leggi proibizionistiche.
La scomparsa della coltivazione della canapa interessa molti paesi europei, e tra questi l'Italia e gli Stati Uniti. In Francia, ma soprattutto in Russia, Cina e India si è continuato a coltivare canapa, a lavorarla ed a esportarla, coprendo circa il 70% del fabbisogno internazionale, in particolare in quei paesi dove è "proibito coltivarla".
Dalla canapa si ottiene la marijuana, una sostanza stupefacente che dà un senso di "ebbrezza". Questa la motivazione principale che ha fatto sì che la canapa rientrasse tra le sostanze stupefacenti.
Riteniamo possa essere significativo introdurre alcune brevi considerazioni sul "proibizionismo" che ha impedito la coltivazione della canapa prendendo ad esempio quello che è successo negli Stati Uniti ed in Italia.
Negli USA le prime azioni per proibire la coltivazione della canapa ebbero inizio ai primi del '900 (1910-1920), alla marijuana venivano imputate le maggiori responsabilità per le violenze sulle donne ed altri atti di vandalismo.
Per arrivare al 1930-1940, con un regime di forti tassazioni sulle diverse fasi di lavorazione della canapa alla proibizione totale.
Si assiste ad un breve periodo di sospensione durante la 2° guerra mondiale poiché la canapa era un prodotto essenziale per vestiti, armi ed altro ancora per l'esercito.

La prima legge italiana contro gli stupefacenti risale al 1977 ed è conosciuta come Legge Cossiga. Per via di questa legge sono scomparsi anche gli ultimi ettari di terreno coltivati a canapa.
La valutazione circa il possesso di modiche quantità di canapa è stata pertinenza dei giudici fino all'entrata in vigore della legge n.309 Vassalli-Jervolino che nel 1990 ha stabilito che l'uso personale di sostanze stupefacenti è reato.
La cosa curiosa è che mentre in Italia venivano approvate queste leggi la Comunità Europea approvava il riconoscimento di un contributo pubblico per la coltivazione della canapa, considerando soprattutto le valenze ambientali/ecologiche che la canapa può vantare.

 

Il Progetto
[Up] Inizio pagina | [Send] Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa | [Email] Mandaci una email | [Indietro]