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Giro98
Cosa succede in città...
Studenti universitari in Sicilia: vietato mangiare
di alessandro calleri
La ristrutturazione universitaria
è in corso e anche in Sicilia iniziano
a farsi sentire gli effetti di cambiamenti dovuti
a incertezze gestionali da parte delle istituzioni
regionali e dei vari atenei che, almeno in questo
momento, non rendono merito al diritto allo
studio che in Sicilia si acquista
mediante pagamento di unapposita tassa al
momento delliscrizione. Tralasciando volontariamente
laspro fronte della didattica negli atenei
siciliani, un capitolo nero a cui dovremmo dedicare
unampio spazio, dobbiamo constatare in questi
mesi la scomparsa dai nostri atenei di molti servizi
basilari, la base di quel diritto allo studio
tanto discusso quanto bisfrattato. Ci si riferisce
alla chiusura di molte mense o alla loro mancata
apertura, alla mancanza di servizi abitativi adeguati,
ai ritardi secolari nellerogazione delle
borse di studio, allinesistenza in molte
sedi decentrate di sportelli dellopera universitaria,
allimpossibilità di accedere agli
sconti necessari per poter acquistare libri ad
un prezzo ragionevole per gli studenti siciliani.
La constatazione dei numerosi disservizi a cui
gli studenti sono andati incontro subito dopo
la pausa estiva danno fondamento ai numerosi dubbi
sulla gestione dei fondi e sulle intenzioni degli
enti preposti alla formazione universitaria in
Sicilia, incertezze che nelle scorse settimane
hanno mobilitato numerosi studenti universitari
nella Sicilia Orientale in una protesta massiccia
che ha visto la partecipazione di delegazioni
provenienti da tutte le sedi decentrate collegate
alluniversità di Catania. Alla protesta
promossa dalle Liste universitarie di Sinistra,
hanno partecipato delegazioni studentesche provenienti
da Enna, Siracusa, Caltanissetta e Piazza Armerina,
centri che per primi sono stati colpiti dalleffetto
della diminuzione dei fondi da parte dellAssessorato
allIstruzione Regionale. Nellassemblea
degli studenti riunitasi presso la mensa di via
Oberdan, una struttura che da sola deve fornire
più di 2000 pasti al giorno per cercare
di coprire le enormi richieste che arrivano da
tutto lateneo catanese, i rappresentanti
delle varie facoltà si hanno dato voce
ai problemi a cui giornalmente gli studenti vanno
incontro, esponendo così tutti i motivi
di un disagio che potrebbe durare al lungo e incidere
notevolmente sulla qualità dei nostri atenei.
Uccio Muratore, Rappresentante degli studenti
in seno al consiglio di amministrazione, boccia
nettamente il Disegno di legge regionale che rende
effettivo nellisola il buono scuola,
si parla di 55 milioni di Euro, mentre Salvo Cappellano,
in rappresentanza del coordinamento delle Liste
di Sinistra, ha puntato il dito verso lincapacità
della regione siciliana che non riesce a
garantire diritti inderogabili ed essenziali.
Dito puntato anche verso lopera Universitaria
Catanese presieduta da Prof. Marino che, in questi
mesi, a detta delle rappresentanza studentesche,
non ha certamente brillato per capacità
gestionali e di programmazione. I rappresentanti
delle sedi decentrate hanno reso partecipi i loro
colleghi dello stato di disagio in cui si fa università
nel resto della Sicilia, Francesco Mendola, iscritto
al secondo anno di ingegneria Ambientale di Enna
e rappresentante Campus alluniversità,
ha sostenuto lassurdità di non poter
godere di nessun servizio a parità
di tasse con lateneo catanese, mentre
Carmen Strazzeri, quarto anno di Architettura
a Siracusa, confermava la riduzione del servizio
mensa e i dubbi degli studenti sulla riattivazione
del buono libro. Una situazione difficile dunque
che urge di provvedimenti urgenti da parte dellopera
universitaria e della regione Siciliana per cercare
di dare soluzioni concrete e durature ad uno stato
di malessere che si diffonde a macchia dolio
in tutta lisola. Fra tutte le varie testimonianza
ci appare drammatica quella dei rappresentanti
di Piazza Armerina, dove non è mai stato
erogato un servizio agli studenti dallapertura
delluniversità fino ad oggi. Al momento
sembra che, grazie ad unimpegno spesa di
500000 euro da parte dellassessorato Regionale,
le mense dovrebbero riaprire entro la prima settimana
di novembre, ma le incertezze sul futuro prossimo
dei diritti universitari sembrano più che
legittime in uno scenario caratterizzato da una
programmazione inadeguata da parte di istituzioni
e enti preposti alla promozione e gestione del
diritto allo studio. Nonostante la ripresa di
alcuni servizi, che comunque non corrispondono
alle reali esigenze della popolazione universitaria
siciliana, sembra infatti che le problematiche
potrebbero riproporsi con maggior forza già
allinizio del prossimo, difficoltà
che costringerebbero luniversità
siciliana, e gli studenti siciliani, a convivere
con emergenze a cui, al momento, non si intravede
soluzione.
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