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Tinte vivaci e pennellate
vibranti di intensa carica emozionale. I
dipinti espressionisti comunicano allo spettatore
i sentimenti e gli stati danimo del
proprio autore, che sembra utilizzare la
tela come spazio ideale per sfogare i propri
pensieri sul mondo che lo circonda.
E proprio alla rappresentazione drammatica
e soggettiva della realtà espressa
in modi accentuati si deve il termine espressionismo,
utilizzato per la prima volta nel 1914 in
una monografia di Paul Fechter sul gruppo
del Ponte di Dresda (Die Brücke, nato
nel 1905) e su quello del Cavaliere Azzurro
di Monaco (Der Blaue Reiter, nato nel 1911).
Per analogia anche Le Belve (Fauves), gruppo
nato in Francia nel 1905, verranno definite
espressioniste dalla critica.
I programmi degli Espressionisti tedeschi
danno avvio a quella che è stata
definita letà delle Avanguardie.
Ricordiamo che con Avanguardia
si intende un movimento artistico organizzato,
con un proprio manifesto in cui vengono
spiegati i propri obiettivi comuni; solitamente
unarte rivoluzionaria dal punto di
vista stilistico e sociale.
Senza dubbio gli Espressionisti hanno apportato
novità sostanziali nel linguaggio
artistico.
Gli artisti della Brücke propongono
un preciso programma scritto in cui si autodefiniscono
realisti e rivoluzionari. Con le loro opere
vogliono manifestare unaccesa polemica
contro la società borghese e conservatrice
tedesca. Per estraniarsi e sfuggire da una
realtà che non accettano e alla quale
non vogliono prendere parte, gli Espressionisti
di Dresda preferiscono ricercare le proprie
radici germaniche. Questo spiega la loro
predilezione per la xilografia, una tecnica
tipica del Medioevo tedesco.
Kirchner e compagni, seguendo la strada
già intrapresa dal francese Gaugain,
da loro molto ammirato, traggono ispirazione
dallesotico, dallarte primitiva.
Prendono quindi corpo rappresentazioni caratterizzate
dalla spontaneità e prive di forzature
stilistiche. In alcuni casi i dipinti degli
artisti della Brücke sembrano essere
eseguiti, intenzionalmente, senza particolare
cura e ciò per sottolineare la loro
volontà di esprimersi con naturalezza,
potremmo quasi dire come degli occidentali
selvaggi.
Il gruppo del Ponte si scioglierà
nel 1913. Due anni prima (mentre la Brücke
si stava trasferendo a Berlino) prende vita
a Monaco un altro gruppo rivoluzionario,
il Blaue Reiter.
Kandinskj e Marc, ai quali si deve la nascita
del Cavaliere Azzurro, condividono con la
Brücke il rifiuto di unarte accademica
in nome di unarte spontanea, anche
imperfetta, e capace però di giungere
con immediatezza alle radici più
nascoste dellemozione e della spiritualità.
Lobiettivo che Kandinskij si prefiggeva
di raggiungere era quello di abbandonare
la mimesi e di realizzare unarte capace
di esprimere contenuti spirituali con la
stessa immediatezza e astrattezza
della musica.
Nessun artista, prima del russo, aveva formulato
una teoria così innovatrice che prevedeva
addirittura labbandono della mimesi.
Sia i Fauves che i Cubisti ne avevano certo
determinato una crisi, ma anche gli artisti
più arditi, come il grande Picasso
o Braque, avevano creato dei mezzi, come
il collage, per non perdere del tutto un
contatto con la realtà.
Alcune delle grandi opere della Brücke
e del Blaue Reiter sono presenti nella mostra
a loro dedicata dal Complesso del Vittoriano
a Roma, Gli Espressionisti. 1905-1920.
Circa 160 opere propongono luniverso
espressionista in quasi tutte le sue sfaccettature:
dipinti, xilografie, litografie, incisioni,
tempere e sculture. Questultime, raramente
esposte e poco note di artisti come Kirchner,
Heckel, Schmidt-Rottluff, Marc, Macke, costituiscono
unulteriore prova della tendenza degli
Espressionisti a raffigurare soggetti filtrati
dalla propria personalità e legati
alla tematica primitiva.
In mostra anche dipinti di Grosz e Dix,
rappresentanti del nuovo espressionismo,
nato allindomani della prima guerra
mondiale, che mette in luce la crudeltà
della realtà contemporanea e le mostruosità
del conflitto. Non è più il
colore e la forma a comunicare, ma il contenuto
dellopera.
Lartista espressionista
non guarda: vede;
non racconta: vive;
non riproduce: ricrea;
non trova: cerca.
(Kasimir Edschmid, 1917)
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