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Giro98
Cosa succede in città...
Altrabitare per Catania
Altrabitare, così
abbiamo deciso di chiamarci a partire da un desiderio
comune: inventare modalità e forme nuove
per abitare il mondo e trasmetterle con unazione
politica quotidiana.
Siamo un gruppo di otto donne
stabili e poche altre in transito, gruppo eterogeneo
per età, percorsi di vita, esperienze politiche,
identità sessuali. Ci incontriamo regolarmente
una volta la settimana in un luogo molto confortevole,
il laboratorio teatrale di Concetta.
Ci unisce, credo, il disagio
provato nei luoghi misti della politica, il desiderio
di confrontarci con altre donne, la convinzione
che le dinamiche patriarcali siano ancora oggi
dominanti tanto al Sud che al Nord del mondo,
la consapevolezza che non basta essere donne per
essere femministe.
Siamo nate dallincontro
di due gruppi, il primo si era aggregato attorno
a un documento del Gruppo Sconvegno (gruppo femminista
di giovani donne di Milano), che Eleonora Cirant
mi aveva inviato nei primi mesi di questanno,
il secondo invece a partire da una riflessione
attorno alla proposta di legge sulla procreazione
assistita. (Il 30 aprile di questanno infatti
quattro di noi - che partecipano al CSF - organizzano
un primo incontro in uno spazio pubblico della
città per una riflessione su questa proposta
di legge. Da quel giorno i due gruppi entrano
in relazione e cominciano un percorso comune).
Durante questi primi mesi
di vita del gruppo sono emersi desideri differenti,
ma soprattutto lesigenza del fare
abbiamo così deciso di lavorare in tempi
lunghi sul recupero dei saperi locali, a partire
dal corpo, attraverso la casa, per arrivare alla
città (sicurezza alimentare, bioarchitettura,
riuso, forme e sistemi di scambio di tempo, saperi,
risorse e competenze disponibili).
Alcune di noi si sono dette
che anche il pensare e il parlare fra di noi è
un modo per fare, e soprattutto che
è necessario pensare a come e perché
facciamo le cose, altrimenti rischiamo di cadere
nei soliti tranelli delle urgenze esterne alle
quali dare risposte. Non vogliamo sentirci ricattate
da ciò che è fuori di noi e non
vogliamo soprattutto per lennesima volta
cadere vittime di una logica produttiva.
Il tema della procreazione assistita ha accompagnato
il nostro percorso dando spesso luogo a dibattiti
forti e appassionati soprattutto a partire dalle
diverse identità sessuali. Le molteplici
posizioni di ciascuna di noi rispetto alla maternità,
al sentimento materno, alla medicalizzazione della
riproduzione, alla procreazione donna con donna,
e le domande che ci siamo poste, ci hanno convinte
che in questa materia sia impossibile e inopportuno
legiferare dallalto se non per garantire
la salute della donna e della creatura che nascerà
e per evitare la mercificazione degli embrioni,
e abbiamo deciso di allargare la questione e di
ragionare intorno alla domanda: maternità,
bisogno indotto?, chiedendo anche uno spazio
permanente sul mensile del CSF, Lisola possibile,
per allargare il dibattito.
Al momento stiamo cominciando
una riflessione intorno allacqua, ricollegandoci
ad alcuni luoghi delle donne nella città,
i lavatoi e le fontane.
Il nostro sogno è recuperare un borgo abbandonato
o un quartiere di una città per rivalorizzarlo
e, attraverso i metodi dellurbanistica e
della progettazione partecipata, dargli nuova
possibilità di vita attraverso un progetto
femminista.
Io nellinsieme sono contenta, mi interessa
inventare altre forme di vita e convivenza possibili,
e trasmetterle allesterno per incidere sullimmaginario
collettivo e dare ad altre, e anche ad altri,
la possibilità di ripensarsi a partire
da sé. Non mi interessa elaborare né
subire un modello alternativo da imporre dallalto.
Penso che si possa fare questo lavoro insieme
a donne di età differenti se ci si pone
in una dimensione di ascolto reciproco, eliminando
il giudizio e regalando allaltra lagio
di esprimersi nel modo in cui lei stessa si percepisce,
solo così si continua e si rende viva una
storia iniziata tanti anni fa.
Non so esattamente dove andremo
con questo gruppo, né posso-voglio saperlo,
ma sono contenta proprio perché siamo diverse
fra di noi, questo scarto di età, di esperienze,
di desideri credo sia una grossa opportunità,
perché ci regala distanza, tempo e spazio,
vuoto creativo.
Sara Fichera per Altrabitare
Se sei interessata puoi venirci
a trovare ogni martedì, alle ore 21.00,
al Centro Kerè (via Macherione 21 Catania),
o puoi contattarci scrivendo al seguente indirizzo:
sf.biko@tiscalinet.it
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