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Giro97
Zerobook
«Tre Candele», il primo libro di Alessandro
Cascio
intervista a cura di Vanessa
Viscogliosi
Scrive,
suona e disegna da quando ha compiuto 7 anni,
Alessandro Cascio, palermitano di 25 anni, ha
realizzato uno dei suoi più grandi sogni:
pubblicare un libro, il suo libro Tre candele.
A 20 anni si trasferisce a Londra, meta per tutti
quei giovani alla ricerca di indipendenza ed esperienza.
Lavorerà come articolista in un piccolo
giornale e, insieme ad una cara amica, sazierà
la sua voglia di comunicare attraverso la musica
suonando nelle undergrounds londinesi.
Due anni dopo è a Firenze. Lincontro
con un artista di strada si rivela indispensabile
per far ri-scoprire ad Alessandro la sua innata
passione per larte.
La sua anima vagabonda lo porta ad abbandonare
anche la città culla del Rinascimento.
Tornato a Palermo, dopo un ulteriore esperienza
come articolista in un giornale, matura la decisione
di trasferirsi a Roma per studiare fumetto e sceneggiatura
nella Scuola internazionale Comics.
Girodivite attento come sempre ai giovani pieni
di talento ha deciso di intervistarlo.
Alessandro sai scrivere, suonare
e disegnare. Se dovessi scegliere tra questi diversi
modi di fare arte, qualè
quello che ti rappresenta di più e perché?
Una bella domanda, ma è come dire ad un
uomo se ama più sentire, vedere o toccare.
I sensi e lespressione vanno di pari passo
e nessuno di noi saprebbe scegliere davanti ad
uneffettiva proposta di scelta. Larte
nasce così, come libero espandersi di ciò
che hai dento e senza dubbio è un prolungamento
dei sensi, fa parte di me e non saprei, o forse
non potrei, scegliere. Tutte e tre mi rappresentano
in egual modo.
Sei giovanissimo ma hai vissuto
in diverse città per periodi più
o meno brevi. Il non avere delle radici in un
preciso luogo fa parte anche della tua ricerca
artistica?
Il non avere radici spesso deriva dal non saperle
impiantare. Penso che il mio girovagare sia portato
dallinquietudine di vita che, al contrario
di ciò che si pensa, può essere
positiva se la si sa sfruttare. Inquietudine infatti
è sinonimo di ansia, turbamento e agitazione
per qualcosa che non va nella propria vita esteriore
ed interiore ma, il nostro corpo e la nostra mente,
per naturale spirito di difesa, sono portati a
cercare vie duscita e questa via duscita
per me è larte. Non avere radici
per me è ricerca di risposte a domande
che nellarco della mia vita mi pongo, larte
è solo una conseguenza di tutto.
Comè nato Tre
candele?
Tre Candele è nato dopo essere tornato
da Londra e aver prestato assistenza a malati
di mente e tossicodipendenti in un centro assistenza
di Royal Oak, una zona della Queens Ray,
povera e popolata per lo più da extracomunitari.
Mi ha colpito in particolare una ragazza schizofrenica
che stava seduta vicino la porta dentrata,
sorridente e bella come poche, che sorrideva al
vuoto. Mi è stato spiegato, ed ho poi studiato
in seguito, che la schizofrenia porta ad allucinazioni:
quella ragazza vedeva qualcuno e con lui sorrideva.
Mi sono posto il problema che molti psicologi
e non solo si pongono: guarire da alcune malattie
è poi felicità se ciò significa
essere imbottiti di psicofarmaci e avere un contatto
con la realtà poco piacevole? Quanto valore
ha un sorriso in una malattia mentale e quanto
e in che modo i sogni e le speranze entrano a
far parte di essa? Tre Candele parla di amore,
libertà e immaginazione in un contesto
malattia-sogno, lasciando al lettore libertà
di essere Eirhnh, la protagonista del libro.
Nella tua introduzione al libro
si deduce che non tutti credono nei tuoi sogni.
Cè invece qualcuno che ti incoraggia
e ti aiuta a portare avanti i tuoi progetti anche
quando sembrano difficili da realizzare?
Forse la cosa che mi incoraggia di più
è proprio il continuo scoraggiare da parte
di chi mi sta attorno, ad eccezione di Vale,la
mia ragazza, che rispetto ed amo e che mi da forza
ogni giorno.
È difficile oggi trovare
un editore?
Il difficile non è trovare un editore ma
trovare il denaro per pubblicare per distribuire
per farti pubblicità etc
.. Io sono
stato finalista ad un importante premio letterario
e per questo sollevato dalle spese di edizione
ma: quante persone possono pubblicare senza dover
obbligatoriamente vincere un premio? Quante possono
permettersi la libertà di scrivere e pubblicare?
Anche facendo si che il tuo libro venga stampato
(ovviamente con una piccola etichetta che chiede
cifre non astronomiche), è difficile far
si che la gente lo compri. Porto lesempio
di una scrittrice che ha chiesto di pubblicare
un bel libro sulla sua difficile storia da sessodebole
in polizia quando ancora era inconcepibile
lasciarsi difendere da una donna ad una nota casa
editrice che per discrezione chiameremo M.
. La non nota scrittrice ha chiaramente domandato
se valesse la pena mandare il manoscritto (la
copia del libro in floppy o carta stampata in
casa) e se lavrebbero subito cestinato.
La risposta è stata la seguente: guardi,
le dirò la verità, noi pubblichiamo
solo volti noti, quindi si risparmi la fatica.
Si, ci vuole una mano dal cielo per pubblicare
(che Costanzo ce la mandi buona).
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
I miei prossimi obbiettivi sono quelli di ultimare
il mio secondo libro e finire il terzo entro la
fine dellanno avvenire pubblicandoli indipendetemente
da come vada il primo, continuare a studiare vignettismo
ed incidere un disco con il mio gruppo e
visitare
lo Sri lanka.
In bocca al lupo allora!
Sono animalista e vegetariano quindi al tuo in
bocca al lupo rispondo:
che il lupo abbia già mangiato e mi risparmi
le zannate. Un saluto e grazie.
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