segnali dalle città invisibili
  Co.Co.Co. allo sbaraglio (2)
di gaetano mangiameli

Continua il nostro “affascinante” viaggio all’interno del CEPU. La prima puntata è stata pubblicata sul numero 96 di Girodivite. In questa puntata il nostro anonimo ex tutor ci descrive gli strumenti che l’azienda utilizza per valutare i risultati raggiunti. Si tratta delle statistiche trionfalmente ostentate sui cartelloni pubblicitari: come nascono?

Cosa mi dici della gerarchia aziendale?
Sai, sono variabili sia le persone sia le figure. La struttura ovviamente è piramidale. Con i dirigenti fanno a rotazione. Li tengono per un po’, poi li mandano da un’altra parte.

Come in banca?
Sì, più o meno. Arrivano continuamente lamentele, così quando cambia il dirigente, non garantisce più per le cose fatte o dette precedentemente.

Non male. Come si chiama il capo?
Responsabile di sede. Noi ne avevamo uno che si diceva non fosse laureato. Sotto di lui ci sono i CDF.

Chi sono?
Consulenti di facoltà. I tutor sono raggruppati per aree disciplinari: c’è il gruppo scientifico (ingegneria e scienze), il medico (farmacia, medicina e veterinaria), il giuridico, l’economico (economia e scienze politiche, non chiedermi perché) e l’umanistico, che è il meno frequentato.

Cosa fanno i CDF?
Assegnano i contratti. C’è uno studente che deve dare l’esame x, il CDF decide a quale tutor affidarlo. A quel punto c’è la gestione dello studente. È proprio lì lo “spettacolo”… Al CEPU passi buona parte de tempo a compilare moduli, che poi sono quelli su cui si basano le statistiche CEPU, quelle tipo “85% di promossi agli esami”…

Sono dati falsi?
Ti spiego come fanno. Come ti dicevo, in azienda esistono delle “facoltà”. Le più frequentate sono quella giuridica e quella scientifica. In queste due facoltà ci sono tantissimi studenti, cioè un sacco di soldi.

A chi vanno questi soldi?
Il grosso va al settore commerciale dell’azienda. tutor prende quello che prende. Su ogni contratto prende la stessa cifra anche il CDF, senza aver fatto praticamente niente. Prova a immaginare quanti contratti ci sono…

Dov’è il trucco?
Alla fine del corso, capita spesso che lo studente non riesca comunque a superare l’esame, neanche dopo e famose lezioni suppletive cui ha diritto. In quel caso il corso si dichiara concluso. Qualche volta il CDF chiede allo studente di firmare comunque un documento nel quale dichiara di aver preso 18. In questa maniera sale il compenso del CDF (e anche quello del tutor).

Ma perché lo studente firma?
Ma sai, in fondo non gliene frega niente. I suoi milioni li ha già dati al CEPU. In questa maniera, una parte di quei soldi va all’insegnante e al CDF, piuttosto che restare al CEPU.

Ti è mai successo?
Due volte. Poi comunque in certi casi è lo studente stesso a volere che in casa credano che lui abbia superato l’esame. Se i genitori telefonano per avere notizie sul rendimento del figlio, il CDF conferma quello che il ragazzo ha già detto in casa, cioè che ha superato l‘esame. Ma non è vero niente. Ci sono anche altre modalità. Dopo un corso completo, se lo studente non ce la fa, in teoria sarebbe finita lì. Siccome di solito lo studente compra almeno tre corsi, si usa questo accorgimento. Invece di fare i corsi A, B, C, dopo il corso A, che è fallito, si ricomincia dall’inizio. Insomma lo studente ripete il corso A, utilizzando quello che doveva essere il suo B. Il bello è che in questo caso, lo studente viene invitato a far finta di avere superato il primo esame.

Cioè firma quel documento, e va a ingrossare quel famoso 85% delle statistiche CEPU…
Esattamente. Ufficialmente risulta che l’esame l’ha superato. C’era della gente incredibile. A un tipo feci 57 lezioni da 90 minuti. Non superò comunque l’esame. Da noi veniva anche uno studente dell’ISEF, non ho mai capito per quale ragione si fosse iscritto al CEPU.

(2. Continua)

 

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