segnali dalle città invisibili
 

Giro97 Risonanze
"O" + Otello = Niente

Non basta il genio di Shakespeare per un film di qualità
di giacomo alessandro fangano

 
 

Dopo aver visto un film di questo tipo le considerazioni tendono sempre ad essere dure, perché si è visto qualcosa di mediocre, e perché questa operazione commerciale offende la sensibilità letteraria di ciascuno.
Abbiamo assistito ad un film caratterizzato dalla regia approssimata (Tim Blake Nelson), da attori mediocri (Mekhi Phifer, Josh Hartnett, Andrew Keegan, Julia Stiles, Rain Phoenix, Martin Sheen, John Heard) e da idee pessime (i nomi storpiati o la metafora degli uccelli), salvate solo dall'ignaro immenso sceneggiatore, W. Shakespeare.
In questa ennesima edizione dai capolavori del grande drammaturgo inglese, siamo lontani da una qualsiasi idea di gusto cinematografico, e in un'assoluta banalità in cui i motori dell'azione, oltre naturalmente alla gelosia, sono razzismo e sentimenti di rivalsa, droghe e doping, paranoia e malessere giovanile, il tutto spolverato da un pizzico di sociologica violenza da scuola americana. Le problematiche vengono affrontate senza una vera indagine, e se si prova a capire la caratterizzazione dei personaggi ci si trova davanti ad una sconcertante desolazione.
Insomma, chiunque abbia una conoscenza, seppur vaga, dell'originale, ritrova le scene madri del dramma, ma il tutto risolto in un modo assolutamente piatto, a cominciare dai dialoghi! Il film puzza di "prodotto pre-confezionato" destinato alla Cassetta, soprattutto per il mercato americano.

 

Il Progetto
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