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Giro95
Risonanze
Il progetto Gotan incanta Palermo
La band rivelazione dell'anno
il 3 settembre a villa Lampedusa
di lorenzo misuraca
I
Gotan Project sbarcano a Palermo e lasciano il
segno. Se la classe non è acqua, la musica
del progetto franco-argentino è una cascata
che scende dolce e potente sul pubblico che ascolta.
A villa Lampedusa, ormai da anni teatro estivo
di eventi di riguardo, i musicisti affascinano
e stupiscono con la trovata iniziale: un enorme
telone cinematografico semi-trasparente posto
davanti al palco.
Il pubblico che attende crede
sia una specie di sipario e rimaniamo tutti piacevolmente
sorpresi quando, emesse le prime note di Queremos
paz, vediamo un viso di donna in penombra alternarsi
ai passi di due tangheri, e in trasparenza i Gotan
Project suonare appena illuminati. Alla seconda
canzone l'inquadratura stretta sulle caviglie
dei ballerini comincia a mostrarsi ripetutamente
in in continuo play-replay-forward-replay. Ed
è proprio osservando l'ipnotica simbiosi
tra questo movimento e le reiterazioni elettroniche
della musica che mi rendo conto quanto sia stupida
l'assimilazione della musica di questo gruppo
al tango. Il tango è fatalità, imprevedibilità,affiatamento
e respiro.
Il tango, come metafora dell'amore
si danza in due e si subisce lasciandosi trasportare,
non si può programmare e, ancor meno, ripetere
identico a prima. La musica dei Gotan parte sì
dal tango, ma la rielabora e la ricrea tramite
l'elettronica. I Gotan snaturano il tango e lo
trasportano nelle atmosfere ipnotizzanti della
nuova musica che dai Portishead in poi ha imparato
a coniugare campionature e musica melodica. Per
carità, nessuno sta accusando il gruppo
franco-argentino di stravolgere una musica tradizionale
per renderla insulsa, anzi. E' proprio il contrario:
appena abbandonate le velleità di assistere
ad un concerto di tango (così anche i puristi
che storcono il naso si calmino), possiamo rilassarci
e goderci un concerto bellissimo, in cui l'antico
si fonde a meraviglia col nuovo, il tema della
gelosia -sempre attuale!- si mischia con il fascino
moderno della manipolazione sonora e visuale (dunque
appare geniale e indispensabile l'uso di immagini
video).
Dopo la riproduzione gigante
di una bella ragazza che danza, con alle spalle
la cantante dei Gotan illuminata, e un frammento
di cow-boy al galoppo continuamente ripetuto,
il telone cade, direi al momento giusto, lasciando
un contatto diretto tra la band e il pubblico
entusiasta. I Gotan si presentano come dei cinquantenni
in giacca e cravatta molto a modo con l'aria dimessa
e affabile, oltre all'affascinante cantante, che
oltre alle movenze sensuali ha una bellissima
voce calda. Il concerto scorre rapido e intenso
tra i pezzi che hanno reso famoso il gruppo, come
La Revancha del Tango,S.Maria del Buen Ayre, Last
Tango in Paris, Vuelvo al Sur, e improvvisazioni
che spaziano tra la tecno pura e sonorità
latino-americane.
Prima del bis i giovani presenti,
incapaci di restare ingessati ad ascoltare seduti
un tango che tango non è, si alzano e corrono
elettrizzati a ballare sotto il palco. C'è
tempo per altre tre canzoni tra cui un inedito,
Cruz del Sur, dopo di chè i sette artisti
si presentano a ricevere, visibilmente sorpresi
per il calore del pubblico, i meritati applausi.
Scomparsi i musici, spenti i riflettori, ci dirigiamo
a mangiare due cornetti, con il desiderio nascosto
e inconfessato di ballare un tango (e ridagli!)
con uma misteriosa sconosciuta in una sudicia
balera in quel di Buenos Aires.
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