segnali dalle città invisibili
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Che fine hanno fatto i soldi del censimento?

La denuncia di un rilevatore
di angelo pattavina

Chi di voi si ricorda del censimento dell’anno scorso?
In attesa che ci vengano comunicati i dati definitivi un “piccolo” dramma si consuma a spese dei rilevatori.
Sì, lo confesso, sono stato anch’io un rilevatore (agente 0444). Uno di quelli che l’anno scorso veniva nelle vostre case a chiedervi chi eravate, cosa facevate e tutto il resto.

E’ passato quasi un anno da quando quella megagalattica operazione censitoria è finita, e ancora a distanza di un anno io, come altre migliaia di persone che hanno scandagliato l’Italia raccogliendo giorno per giorno, modulo per modulo, le mille storie di tante famiglie, ancora a distanza di un anno aspettiamo di essere pagati. Per la verità aspettiamo il saldo di quanto dovrebbe esserci dovuto, perchè circa 400 euro ci sono stati “elemosinati” qualche mese fa. Adesso ci aspettiamo solo che ci sia dato il resto.

Già, il resto. E qui nasce il mistero. Perchè nessuno di noi rilevatori sa realmente quanto ci spetta effettivamente.

All’inizio, prima di cominciare il lavoro, circolava voce (sì, perchè solo di voci ci siamo sempre alimentati) che il compenso totale sarebbe stato di circa due milioni di lire (eravamo ancora ad ottobre 2001). Nel corso dei mesi le “voci” si sono moltiplicate di giorno in giorno. Così, prima si è scoperto che ci avrebbero pagato a seconda del numero di moduli consegnati, e fin qui i conti sarebbero potuti anche tornare; ma poi, a complicare i calcoli già abbastanza complicati, è subentrato il dubbio di quanto “valesse” un modulo. Vi spiego. Il censimento prevedeva due fasi: la prima quella della rilevazione delle case, la seconda quella delle famiglie e delle industrie e dei servizi. Quindi, i primi moduli avrebbero avuto un valore, quelli relativi alle famiglie un altro, quelli delle industrie e dei servizi un altro ancora. Ora, conoscendo il valore di ciascun modulo, i calcoli, anche per chi come me non va troppo d’accordo con la matematica, potrebbero essere anche fatti, ma non ancora soddisfatti di queste ripartizioni, “i signori dell’ISTAT” (non so come chiamarli altrimenti, anche perchè non è stato possibile in tutto questo tempo avere un interlocutore preciso cui potersi rivolgere per avere soddisfazione dei propri dubbi) hanno pensato di diversificare ulteriormente il valore dei vari moduli a seconda della zona di rilevazione di competenza del rilevatore; così chi era costretto a fare kilometri fuori città per raggiungere i casolari di campagna avrebbe percepito un guadagno maggiore rispetto a chi invece poteva tranquillamente girare a piedi nel centro abitato.

La ragione di un calcolo così contorto è molto semplice e potrebbe anche essere valida. Il problema è che non c’è nessuna certezza che sia effettivamente così. Se così non fosse ci sarebbe da riflettere su come certe informazioni nascano e si diffondano (di certo non me le sono sognate di notte).
Ad ogni buon conto. A distanza di un anno i soldi stanziati per questa “conta nazionale” se ne stanno tranquillamente nelle casse di chi dovrebbe distribuirli a maturare interessi che sicuramente noi non percepiremo.
Per quel che mi riguarda, ma credo che ognuno di quelli che l’anno scorso si sono “sbattuti” come me non possono non essere d’accordo, per il momento sono impegnato a pensare a quando riuscirò ad avere i soldi che mi spettano. Sperando non siano soltanto un sogno.

 

 

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