segnali dalle città invisibili
 

Giro95 Salvo Basso
In ricordo di Salvo Basso

di mauro mangano

"A moriri semu tutti sperti"
L’aveva scritto Salvo Basso in una delle sue lapidarie e straordinariamente precise poesie.

E lui è stato "spertu" un po’ prima di noi. Ce li ricordavamo spesso, questi versi, nei mesi della sua malattia, nell’altalena tra speranza e disperazione che scandiva i giorni.

Salvo è morto il 29 aprile e un mese dopo, nell’auditorium della facoltà di lettere di Catania, presso il monastero dei Benedettini, si è svolto un incontro per ricordarne l’opera e la personalità.

L’auditorium era gremito, perché agli amici ed ai familiari si sono uniti molti studiosi, scrittori, editori, lettori che in modi diversi hanno conosciuto Salvo Basso ed alcuni che vorrebbero conoscerlo, anche ora, attraverso le sue poesie.
Sono intervenuti il fratello, l’editore "Prova d’autore", ed alcuni amici e colleghi, hanno sottolineato aspetti diversi della sua opera letteraria e della sua attività culturale.

Il sentimento, si capisce, non può che essere quello mesto di quando si ricorda un amico appena scomparso, ma il tono è stato sempre mantenuto un punto sopra la retorica facile della commozione. Nessuna indulgenza al sentimento, alla commemorazione. Infatti non si tratta affatto di una figura da "commemorare".
Salvo Basso è stato un grande poeta, e questo tocca farlo dire a quelli che verranno dopo. A noi, che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, tocca invece ricordare l’uomo.

I primi interventi hanno sottolineato proprio alcune delle mille iniziative cui si è dedicato, e di quelle che ha promosso. Iniziative che nascevano tutte dalla ferma convinzione che la poesia e l’arte possono essere per tutti, e devono essere messe a disposizione di tutti. Ha svolto centinaia di attività, come assessore del comune di Scordia, portando nella sua città, una media città della provincia di Catania, autori contemporanei, poeti, filosofi, pittori, fotografi, promovendo dibattiti. E quando capitava di guardare il pubblico e contarlo in poche decine, riaffermava la sua convinzione: "anche quindici, anche venti, la città crescerà così, a poco a poco".

Ci credeva, Salvo, e ci costringeva a crederci, che qualunque iniziativa culturale nelle nostre città sarebbe servita, le avrebbe rese migliori, perché l’amore del bello contagia, la cultura si trasmette anche col contatto fisico, con la presenza. Qualunque atteggiamento di sfiducia, o volontà di chiudere l’ambito dell’arte agli specialisti, per Salvo era un tradimento personale, ti dimostrava di offendersi personalmente, come se mancassi di fiducia in lui stesso.
Così è stato una guida ed uno stimolo per gli assessori alla cultura di mezza Sicilia, e per gli altri poeti e molti studiosi, e tanti giovani di Scordia, di tutto il calatino e di Catania.

Perciò non si è trattato di una commemorazione, ma di una sorta di dialogo con Salvo fatto tutti insieme, nel quale ci siamo detti e gli abbiamo promesso che continueremo a lavorare, che sarà istituita una fondazione con il suo nome, che porteremo i suoi libri in tutte le biblioteche possibili, che cercheremo di portare con onore il titolo di suoi amici.

Il poeta, poi, è nei versi, che sono stati letti alla fine dell’incontro, e che restano, per tutti. Versi in italiano ed in dialetto, profondi, ironici e taglienti come Salvo, affilati, rapidi e sottili come la sua intelligenza, e la sua esistenza.

Comu na vota, di Salvo Basso

 

Il Progetto
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