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Giro94
Tribeart
Lisbona, il fado, e il destino
di lorenzo misuraca
La mia Lisbona la descrivo per
la rubrica "il mondo in pillole", e
se
Lisbona fosse una pillola sarebbe di quelle omeopatiche.
Di quelle pillole
che devi prendere a lungo, per mesi e mesi, prima
di accorgerti dell'effetto
benefico. E quindi, paradossalmente, io che ho
vissuto nove mesi in questa
città, non saprei cosa scrivere per un
turista che si trovi di passaggio a
Lisbona. Vivere a Lisboa, così suona per
i portoghesi, è comunque anch'esso
un viaggio, ma un viaggio che ha bisogno di scarpe
e occhi da consumare
lentamente in lunghe e solitarie passeggiate.
Il protagonista di Lisbon
Story di Wenders si accorge infine che questa
città si può conoscere
soltanto percorrendola a lungo in compagnia soltanto
del proprio umore.
Lisbona è il fado (fato
in italiano), canto del destino che narra
passioni dolorose e orgogliose appartenenze lusitane,
Lisbona è le viuzze
strette e popolari dell' Alfama, antico quartiere
arabo, Lisbona è la poesia
di Fernando Pessoa, che adesso si accontenta di
posare per foto ricordo
turistiche davanti la Brasileira, il suo bar preferito,
sotto forma di
statua bronzea. Lisbona schiacciata dall'Europa
ai margini della terra,
costretta quindi a prendere il mare e scoprire
e conquistare il mondo, salvo
poi dover soffocare nel sangue le rivolte delle
colonie prima di concedere
l'indipendenza. Lisbona nobile decaduta, morta
e rinata più volte, spazzata
via da un maremoto nel 1755 e ricostruita da un
solo uomo in pochi anni;
oscurata dallo Stato nuovo del dittatore Salazar,
e ridata alla vita dalla
Rivoluzione dei Garofani, in cui i militari marciarono
per il popolo invece
di reprimerlo. Lisbona, insieme al Portogallo,
in coda all'Europa di
Mastricht, si prende una rivincita attirando sempre
più giovani e artisti da
tutta Europa. Cattedrale nel deserto, metropoli
con quartieri modernissimi e
riusciti (come il Parco das Naçòes,
sede dell'Expo 98, o Belèm, che integra
la bellissima torre cinquecentesca nell'acqua
al contemporaneo centro
culturale), in un paese ancora fortemente rurale
e di recente
globalizzazione.
Nella capitale portoghese, avrete
capito, è un piacere viverci più
che
visitarla. Nonostante ciò, proverò
ad approntare una rapida guida per il
turista mordi e fuggi in poche righe.
Da vedere di giorno c'è
sicuramente: la Baixa, zona elegante e commerciale,
che si trova tra Rossio, la piazza più
importante di Lisbona, e Praça do
Comerço, piazza enorme e con la singolarita
di avere tre lati chiusi dalle
logge dei palazzi ministeriali e l'ultimo aperto
sul fiume, dove un tempo
attraccavano le navi provenienti dal nuovo mondo.
Da lì è facile risalire
verso l'Alfama (magari aiutandosi con l'elettrico,
bellissimo tram in legno,
gioia dei turisti), dove è possibile vedere
la Sé, cattedrale gotica, il
bellissimo panorama sull'estuario del Tejo, che
giunto a Lisbona si allarga
rendendo la città quasi una penisola sul
mare, o semplicemente perdersi tra
i magici vicoli del quartiere.
Da non perdere la feira da ladra
il martedì il sabato, mercato di cianfrusaglie.
continuando a salire si giunge al castello di
Sào Jorge, che domina la città e
permette un panorama a trecentosessanta gradi
su lisbona e il fiume. Tornando alla Baixa e dirigendosi
verso la foce del fiume si arriva a Belèm,
bellessimo quartiere residenziale dove dovreste
vedere la già citata Torre, il Monastero
dos
Jeronimos, e assaggiare un pastel de Belèm
alla famosa pastelaria
(pasticcieria) perennemente zeppa di gente. Divertente
fare una capatina al
parco das Naçòes, con le sue passeggiate
romantiche lungo il fiume, i
padiglioni futuristici, e una splendida stazione
ferroviaria. La notte, come
al solito si divide tra locali fighetti e alternativi.
Più o meno approssimativamente
possiamo dire che: il quartiere comunque da visitare
è il Barrio Alto, popolare e colmo di pub
e ristoranti di tutti i tipi, dal
Portas Largas, locale gay ormai frequentato da
chiunque, al Mexcal, meta di
studenti italiani e spagnoli, ai numerosi jazz
pub. Vi assicuro che non mi
sono bastati nove mesi per sedermi a tutti i pub
di questo quartiere! per
chi vuole passare una notte unica in un posto
meno sputtanato del Bairro
Alto, consiglio di perdersi tra le viuzze intricate
dell'Alfama, entrando
ogni tanto in qualche casa del Fado economica.
Se invece vi sentite
irrimediabilmente attratti dalle discoteche e
dai discopub fighetti, fatevi
un giro dalle parti dell'Avenida 24 de Julho,
che costeggia il porto, e alle
Docas, corrispondente lisboeta dei Docks londinesi,
capannoni portuali
dismessi e recuperati come locali.
Che altro dire? Cibo e alloggio
costano molto poco, basta avere la pazienza
di cercare una buona trattoria e una tranquilla
pensione. I portoghesi sono
maestri nel cucinare il baccalà, lasciatevi
tentare. Consiglio anche le
zuppe calde, e il pào com o choriço,
interessanti pasti notturni.
Adesso potete anche cominciare a programmare il
vostro viaggio per Lisbona.
Solo un paio di cose da aggiungere: In realtà
se volete restare ammirati
basta alzare lo sguardo ai tanti palazzi presenti
in città, bellissimi esempi di architettura
coraggiosa, spesso ricoperti di azulejos, ceramiche
tipiche di origine araba, o farvi un giro per
le tante stazioni della metro, gioiellini di design
e arte.
Ciò che affascina più
di questa città di confine, più
che le bellezze materiali, è l'atmosfera
di crocevia culturale e razziale che vi si respira.
Guardando le persone che vi circondano per strada,
soprattutto in certi
quartieri, potreste benissimo credere di essere
in una città africana,
sudamericana o asiatica, piuttosto che europea,
visto il crogiuolo di razze
che la popolano. E non stupitevi se la gente vi
sembrerà grigia e triste, è
solo la proverbiale saudade lusitana, la malinconia
di un popolo di
navigatori costretti a rimanere a terra, sognando
di prendere il mare.
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