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Giro94
Cosa succede in città...
Nella città delle serre e delle stragi è
fuoco sotto la cenere. E incombono nuove tragedie
Allarme Vittoria
di c.r. - in collaborazione
con www.accadeinsicilia.net
Tutto è apparentemente calmo
a Vittoria, in realtà le tensioni rischiano
di erompere da un momento all'altro. L'indebitamento
comunale è alle stelle, fino a far temere
la bancarotta, come già nei primi anni
novanta, mentre impegni d'altra natura, non meno
vincolanti, sono oltre la scadenza. Si cerca di
distogliere con le sfide dei produttori agricoli
al governo italiano e alla regione. Si esasperano
i toni, come è abitudine, perché
nel chiasso si riesca a stemperare il malanimo,
trovare appigli, occasioni per resistere. Ma tali
escamotage, a tutti evidenti, non possono bastare
ad allentare la pressione.
Le ultime elezioni hanno visto
un ceto dirigente alle corde, che tuttavia resiste
per lo studiato disimpegno dei concorrenti, e
l'apporto di frange che fino a ieri "aborrivano"
il sistema Vittoria. Hanno retto in particolare
i quartieri del malessere, a partire da Trinità
San Biagio e dal San Giovanni, dove i contratti
si aggiornano pure con gli spunti della "tradizione".
Il palio, la corsa agonistica dei cavalli, è
un preciso segnale, che chiunque può avvertire,
con gli animalisti e i dirigenti locali della
LAV. E' nelle cose che in una città tragica
come Vittoria tale manifestazione finisca con
l'alimentare il giro delle scommesse clandestine,
in particolare i traffici delle cosiddette zoomafie,
già fiorenti in città, presso capannoni
privati e l'ex campo di concentramento, come a
Comiso e ad Acate.
Nella città delle serre
tutto va rigidamente in replica. In un quadro
di accordi sempre più stringenti, il ristoratore
Pasquale Ferrara rimane in auge. Lo è sin
dai primi anni ottanta, quando a Scoglitti risiedeva
e faceva affari, con il ristorante "La colonnina",
il boss di Niscemi Salvatore Russo. Si rinnova
il protagonismo di Angelo Dezio, tecnico di fiducia
di personaggi noti alle cronache, come gli autotrasportatori
Di Martino e i Gambina, da anni esperto del sindaco
in materia di abusivismo, da mesi presidente della
società sportiva Vittoria Calcio: un passaggio
adeguato dopo le dirigenze di D'Agosta e Molè.
Corrono intanto voci di indagini
della DDA catanese sugli appalti per la metanizzazione,
mentre si dipana quella sull'omicidio dell'imprenditore
Pasquale Pizzimenti, il quale, a dispetto delle
consuete riduzioni della procura ragusana, potrebbe
richiamare il nesso affari-mafia-politica, dati
i precedenti e le relazioni della vittima, titolare
di un'azienda di autotrasporti che schiera alle
porte dell'ortomercato oltre cinquanta TIR e auto-articolati.
Evidentemente, si propagano le sbavature, ed è
sempre più difficile ricucire ai vari livelli,
dentro e fuori, a ribadire che si è oltre
il tempo massimo. E forse per questo si ricercano
sponde oltre la Sicilia, perfino all'estero, là
dove fanno affari le maggiori cooperative vittoriesi,
le quali, anche quando tarlate dal 416 bis, restano
per un certo ceto dirigente un buon partito.
Dal fondo vittoriese, quello dei
clan, naturalmente non si sta da parte. Il momento
è corrusco. I boss capiscono, interpretano,
si fanno avanti, reclamano. Seguono in definitiva
un canovaccio noto, che rende la miscela micidiale,
mentre si incrinano gli equilibri fra le famiglie,
con il crescere delle occasioni. Va detto senza
indugi. Incombe sulla città un nuovo rumoroso
rendiconto: verosimilmente l'ennesima strage,
se non finiranno nel mirino persone-simbolo, come
parrebbero suggerire gli avvertimenti al presidente
dell'Antiracket. E dalla prospettiva della città
ufficiale il dopo è scontato: gli appelli
ai vertici di Stato, la chiamata dell'antimafia,
le fiaccolate purificatrici, le dichiarazioni
accorate ai giornali. In definitiva quanto basta
per riassumere il controllo delle cose.
Gli organi investigativi ragusani,
al pari dei magistrati della DDA etnea, sanno
ovviamente che questo può avvenire. Più
di altri sono in grado di assumerne i segnali.
Forti degli strumenti e delle facoltà di
cui dispongono, sono quindi nelle condizioni di
muoversi anzitempo. Si tratta di capire se lo
vogliono.
C. R.
3 agosto 2002
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