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Giro93
Risonanze
BaRock Festival
LA "PELLE" DEL ROCKER CATANESE
Intervista a Cesare Basile
di angelo luca pattavina foto
di giacomo alessandro fangano
Nel
1987 ha messo su i Candida Lilith. Alla fine degli
anni '80 fonda un nuovo gruppo i Quartered Shadows,
con il quale va in Germania, e suona di spalla
a gruppi come i Nirvana, Hole, e Primus. Come
solista ha pubblicato tre album: "La Pelle", "Stereoscope"
e "Closet Meraviglia", realizzato con John Bonnair
dei Dead Can Dance e a cui hanno partecipato tra
gli altri anche Hugo Race, Roy Paci e Massimo
Volume
Dopo
l'esibizione dell'anno scorso a Sonica, un altro
palco di grande prestigio per te, quello del BaRock.
Com'è suonare all'aperto? Oppure preferisci
suonare in posti più piccoli, al chiuso.
Cesare Basile: Sono due cose diverse. Sono sempre
convinto che la mia dimensione di concerto preferito
è quella dei posti piccoli, dove le persone
possono essere più coinvolte, anche fisicamente,
dalla musica. Anche se devo dire che stasera qui
al Tora Tora è stato bello, è stato
divertente, anche perchè ho visto che comunque
le persone sono orgogliose di vedere gli artisti
delle loro parti raccontargli delle cose. Senza
che però con questo voglia togliere qualcosa
alla gente che viene da fuori. Io credo che ci
sia bisogno di molta autostima in questo momento
in Sicilia. E l'autostima è una cosa che
sicuramente viene dai protagonisti, viene dal
pubblico, ma dovrebbe venire soprattutto dai media,
che per quel che mi riguarda sono abbastanza irrispettosi,
se ne fottono, non danno spazio ai prodotti locali,
e questo posso anche capirlo perchè rispondono
a logiche di mercato diverse da quelle che sono
proposte. Però obiettivamente io noto un
fatto, e soprattutto vedendo ciò che accade
dalle altre parti, vedi il lavoro che fa Radio
Popolare a Milano ad esempio, certo non campa
mica di aria ma è una radio che fa un certo
tipo di lavoro, che dà spazio, che si muove,
che propone, propone, propone. Qui da noi invece
c'è un menefreghismo assoluto, è
una cosa veramente agghiacciante.
Questo è quello che fanno i
media. Ma voi artisti? Come vedi la scena musicale
catanese?
Cesare Basile: Sono stato sempre un po' restio
a fare un discorso di scena. Fondamentalmente
non esiste. Ci sono un sacco di persone che suonano,
ci sono delle idee, ci sono ragazzi che si spaccano
il culo, che vanno a suonare per due lire, e non
so se questa è una scena. Sicuramente è una realtà.
E credo che siamo ancora allo stadio zero. Perchè
si chiudono i locali in cui si suona, perchè la
magistratura si accanisce contro i locali, perchè
comunque se c'è una manifestazione come questa
in cui si celebra finalmente l'apertura di questa
cazzo di città al rock, alla musica giovane (anche
se questa parola mi fa ridere), noi del resto
siamo tutti un po' vecchi quelli che suoniamo,
allora vuol dire che qualcosa si muove.
Oltre Catania, fuori dalla Sicilia,
quanto è conosciuto e apprezzato Cesare Basile,
e non so se questo si può dedurre solo da quanto
vende. Qual'è la tua percezione della cosa?
Cesare Basile: L'ultimo disco (Closet Meraviglia)
devo dire che ha venduto. Ma non è questo che
mi dà il dato reale della situazione. Quello che
mi ha impressionato è il quantitativo di persone
che hanno scaricato questo disco, perchè sappiamo
quanto sia difficile oggi comprare dischi, perchè
costano tanto e tutto quello che vuoi, ma ho notato
che il disco in rete è stato scaricato tantissimo.
Io ho fatto una tourneè l'anno scorso con gli
Afterhours, loro hanno un pubblico abbastanza
integralista, per così dire, e la risposta anche
nei miei confronti è stata abbastanza positiva.
Io credo che ci siano molte persone che ascoltino
Cesare Basile e credo che pochi hanno la possibilità
di vederlo dal vivo, perchè comunque si suona
poco in Italia.
Farai
solo questa data del Tora Tora?
Cesare Basile: Sì farò solo questa data, poi
farò delle date autunnali con gli Afterhours di
nuovo in tourneè.
Ma visto il rapporto professionale
e di stima reciproca che c'è con Manuel Agnelli
che è il direttore artistico del festival, come
mai tu farai solo questa data?
Cesare Basile: Guarda, non credo ci sia nessun
tipo di motivazione strategica in tutto questo.
Fondamentalmente questo è quello che ci è stato
offerto e questo è quello che noi abbiamo fatto.
Tra l'altro, quest'anno il Tora Tora sta affrontando
diverse difficoltà, pur essendo una proposta interessante
perchè sono direttamente i gruppi a gestire questo
rapporto con il pubblico. Comunque, si stanno
incontrando delle difficoltà, perchè i gruppi
che devono suonare sono tanti per cui si fanno
delle scelte e capisco anche che si ha l'esigenza
di far girare dei nomi piuttosto che altri.
Parliamo della tua evoluzione
musicale. Dai Candida Lilith a Closet Meraviglia.
Un percorso, anche spaziale (Catania, Berlino
per esempio), che mi dà l'impressione che tu stia
parlando sempre di più dall'interno di te stesso.
Dove stai andando?
Cesare Basile: Probabilmente forse ho deciso
semplicemente di dire le cose che mi sembrano
più importanti per me stesso. Voglio fare canzoni
che soddisfino me prima ancora di soddisfare gli
altri. Ciò non significa che non ho rispetto per
chi mi ascolta, anzi, voglio raccontare cose mie
perchè sono le cose che conosco meglio, è inutile
raccontare alle persone di fantasmi che non mi
appartengono, soprattutto di dare loro delle formulette
per risolvergli i problemi lì sul momento quando
ascoltano i miei dischi, o quando mi vengono a
vedere in concerto. Alla fin fine racconto solo
cose che conosco, non riuscirei a far altro. E
credo che questa sia una cosa di cui anche il
pubblico ha bisogno, la gente ha bisogno di sapere
che chi sta suonando sia uno vero, anche se questa
è una parola che non mi piace. Io non devo vendere
niente, io ho talmente tanta merda mia che se
la mettessi su un bel piatto non la comprerebbe
nessuno.
Mi ricordo che nell'album "La
pelle" c'era scritto Tanti anni nessuno da ringraziare.
Oggi? E' cambiato qualcosa?
Cesare Basile: In quel momento quella frase
aveva un senso speciale, tra l'altro è una citazione
da un brano dei Quartered Shadows. Ringraziare
è una cosa importante e credo che negli anni,
soprattutto da queste parti, ringraziare abbia
assunto un significato diverso, per me è un attestato
di stima. Ringraziare non è qualcosa che fai perchè
ti hanno fatto un favore, ma per stima ed oggi
ho molte persone da ringraziare, in questo senso.
La citazione di "La Pelle" è valida ancora oggi.
Ma con questa accezione.
Una curiosità che mi porto dietro
da anni. "La Pelle" è il titolo del tuo primo
album da solista. Ma "La Pelle" è anche il titolo
di un famoso libro di Curzio Malaparte. Un autore
inquadrato fra gli intellettuali di destra. Il
riferimento è preciso o è solo un caso?
Cesare Basile: Sì il riferimento è quello.
Ma inquadrato in un'ottica ben precisa. Curzio
Malaparte non è un autore di destra, ma semmai
un autore fascista, coinvolto con il fascimo per
tantissimo tempo ma che dal fascismo ha preso
le distanze dal momento in cui, diciamo, quell'aspetto
rivoluzionario che aveva intrigato tantissimi
altri intellettuali come Pirandello o Quasimodo,
è venuto a cadere. Malaparte ha scritto "La Pelle"
che è forse uno dei pochissimi libri che riesce
a raccontare la forza degli sconfitti. Malaparte
dice: "L'uomo della vittoria è semplice da osannare,
io voglio abbracciare lo sconfitto, lo sconfitto
come Cristo", in questo senso non so se questo
sia un concetto di destra o di sinistra, non voglio
farne una questione politica. Malaparte era uno
scrittore dalla sensibilità acuta che riusciva
a capire che il dramma degli uomini viene fuori
nella sconfitta. C'è una scena bellissima nel
libro quando vengono imbarcate le bare dei soldati
americani sulle navi che li riportano a casa e
lui pensa a tutti i morti che da protagonista
aveva visto, quindi tutti, i morti fascisti, i
morti partigiani, i morti che da lontano venivano
qua a morire, e lui dice che solo così riesce
a capire la morte di Cristo, per cui, sai, a quel
punto parlare di ideologia è inutile. La sconfitta
santifica tutti.
Che rapporto hai con le tue
vecchie canzoni?
Cesare Basile: Ho un buon rapporto. Continuo
a farle nei concerti, "Un uomo in transito" per
esempio.
Quando ti rivedremo a Catania?
Cesare Basile: (ridendo) Domani al bar magari...
O al chiosco. Mi piacciono i chioschi, la birra
costa meno...
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