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Giro93
Cosa succede in città...
Ritagli di giornale 4
da La Sicilia, 3 luglio 2002
Chimica, oggi scioperano 4000
lavoratori
PALERMO - Contro lo smantellamento
della chimica sciopereranno oggi in tutta
Italia i dipendenti dell'Enichem. La protesta,
che in Sicilia coinvolgerà
circa 4.000 persone tra Gela, Siracusa e Ragusa,
è stata decisa dalla Fulc
dopo l'annuncio dell'Eni di dismettere o vendere,
anche a pezzi, il settore.
«Sarebbe un colpo mortale per i siti industriali
siciliani - commenta Gino
Carnevale, segretario generale della Filcea Cgil
siciliana - con la perdita
stimata di circa mille posti di lavoro. Sulla
questione - aggiunge Carnevale
- abbiamo già chiesto un tavolo di trattativa
al governo nazionale e a
settembre terremo un presidio davanti palazzo
Chigi, finchè non sarà avviata
la discussione sul futuro della chimica».
Oggi intanto, la produzione sciopererà
8 ore, 4 ore invece i giornalieri.
Nella vicenda la Cgil sollecita anche un ruolo
positivo del governo
regionale: «apprezziamo - afferma Carnevale
- l'impegno dell'assessore
all'Industria Marina Noè per l'accordo
di programma, ma qualunque cosa
rischia di avere un valore relativo - aggiunge
- se prima non si chiarisce
col governo nazionale che ruolo dovrà avere
la chimica, cosa che il
sindacato chiede da ben 7 anni».
L'istituzione di un tavolo «trilaterale»
nazionale (sindacati, Eni e
istituzioni), contro l'ipotesi Mincato di dismettere
le attività nel settore
della chimica. E' la richiesta a sostegno della
quale si mobiliteranno oggi
in Sicilia oltre 4.000 lavoratori: 3.000 a Gela
(dove scenderanno in piazza
pure i 1.470 di Agip Petroli e i 1.000 dell'indotto);
più di 1.000 a
Siracusa; 250 a Ragusa. In vista dello sciopero
dei dipendenti Enichem e
Polimeri Europa (gruppo Eni), si è tenuto
ieri a Gela un incontro tra i
vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil, il sindaco
della città e alcuni
deputati regionali e nazionali. Dal fronte delle
istituzioni è emersa, fanno
sapere Paolo Mezzio e Giorgio Tessitore, leader
regionale e responsabile di
settore della Cisl Sicilia, la «disponibilità
a sostenere le rivendicazioni
sindacali». E' per questo, ha puntualizzato
Mezzio, che «ci attendiamo che
dalle parole si passi ai fatti. L'esecutivo nazionale
non può assistere
inerte alla cancellazione di un settore che in
Sicilia è produttivo e offre
lavoro a migliaia di persone».
Anche l'accordo di programma per
la chimica e la petrolchimica, per il quale
è stato attivato nei giorni scorsi un tavolo
presso l'assessorato regionale
Industria, rischia, per la Cisl, d'essere «un'operazione
monca in assenza
della definizione d'una politica nazionale di
sviluppo che coinvolga
positivamente l'Eni». In ogni caso, insistono
alla Cisl, l'accordo in
discussione alla regione dovrà prevedere
«assieme all'impegno delle aziende,
un'adeguata dotazione finanziaria e interventi
per le infrastrutture, la
riqualificazione dell'ambiente, lo sviluppo della
ricerca e della
formazione».
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