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Ritagli di giornale 4

da La Sicilia, 3 luglio 2002

Chimica, oggi scioperano 4000 lavoratori

PALERMO - Contro lo smantellamento della chimica sciopereranno oggi in tutta
Italia i dipendenti dell'Enichem. La protesta, che in Sicilia coinvolgerà
circa 4.000 persone tra Gela, Siracusa e Ragusa, è stata decisa dalla Fulc
dopo l'annuncio dell'Eni di dismettere o vendere, anche a pezzi, il settore.
«Sarebbe un colpo mortale per i siti industriali siciliani - commenta Gino
Carnevale, segretario generale della Filcea Cgil siciliana - con la perdita
stimata di circa mille posti di lavoro. Sulla questione - aggiunge Carnevale
- abbiamo già chiesto un tavolo di trattativa al governo nazionale e a
settembre terremo un presidio davanti palazzo Chigi, finchè non sarà avviata
la discussione sul futuro della chimica».
Oggi intanto, la produzione sciopererà 8 ore, 4 ore invece i giornalieri.
Nella vicenda la Cgil sollecita anche un ruolo positivo del governo
regionale: «apprezziamo - afferma Carnevale - l'impegno dell'assessore
all'Industria Marina Noè per l'accordo di programma, ma qualunque cosa
rischia di avere un valore relativo - aggiunge - se prima non si chiarisce
col governo nazionale che ruolo dovrà avere la chimica, cosa che il
sindacato chiede da ben 7 anni».

L'istituzione di un tavolo «trilaterale» nazionale (sindacati, Eni e
istituzioni), contro l'ipotesi Mincato di dismettere le attività nel settore
della chimica. E' la richiesta a sostegno della quale si mobiliteranno oggi
in Sicilia oltre 4.000 lavoratori: 3.000 a Gela (dove scenderanno in piazza
pure i 1.470 di Agip Petroli e i 1.000 dell'indotto); più di 1.000 a
Siracusa; 250 a Ragusa. In vista dello sciopero dei dipendenti Enichem e
Polimeri Europa (gruppo Eni), si è tenuto ieri a Gela un incontro tra i
vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil, il sindaco della città e alcuni
deputati regionali e nazionali. Dal fronte delle istituzioni è emersa, fanno
sapere Paolo Mezzio e Giorgio Tessitore, leader regionale e responsabile di
settore della Cisl Sicilia, la «disponibilità a sostenere le rivendicazioni
sindacali». E' per questo, ha puntualizzato Mezzio, che «ci attendiamo che
dalle parole si passi ai fatti. L'esecutivo nazionale non può assistere
inerte alla cancellazione di un settore che in Sicilia è produttivo e offre
lavoro a migliaia di persone».

Anche l'accordo di programma per la chimica e la petrolchimica, per il quale
è stato attivato nei giorni scorsi un tavolo presso l'assessorato regionale
Industria, rischia, per la Cisl, d'essere «un'operazione monca in assenza
della definizione d'una politica nazionale di sviluppo che coinvolga
positivamente l'Eni». In ogni caso, insistono alla Cisl, l'accordo in
discussione alla regione dovrà prevedere «assieme all'impegno delle aziende,
un'adeguata dotazione finanziaria e interventi per le infrastrutture, la
riqualificazione dell'ambiente, lo sviluppo della ricerca e della
formazione».

 

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