segnali dalle città invisibili
 

Giro93 GiroEditoriali Cosa succede in città...
Cosa succede in città...?

di s.f.

Sembra che l'unica realtà sia quella dei telegiornali, dei mass-media, delle Cnn. Sembra che l'unica cosa interessante e di cui valga parlare accada solo a New York o giù di lì. Il nostro provincialismo, la nostra "sud-ditanza" ci fa rilevare immediatamente la differenza tra ciò che accade lì (e di cui ci è facile e immediato "sapere" o credere di sapere) e ciò che "non" accade qui. E poi, diciamolo anche: che ce ne frega a noi parlare di piccole beghe, omuncoli grassi e mollicci mentre gli schermi televisivi sono pieni di uomini e donne possenti - sia che reclamizzino un partito politico o che si occupino di una crema depilante? La nostra koiné, la nostra lingua comune è ciò che passa il convento - la televisione.

E allora? Cos'è che non funziona?
Nel 1960, eravamo a luglio - sono passati giusto 42 anni - un ragazzo fu ucciso a Catania. Si chiamava Salvatore Novembre. Si trovava a piazza Stesicoro e la polizia cominciò a sparare sulla folla. In quei giorni la polizia sparò a Avola, sparò a Palermo, sparò a Genova, sparò. Sparò su dei ragazzi e delle ragazze disarmati, sulla propria gente. "La casalinga di Voghera, il pastore abruzzese, il contadino della Lucania...?" era il tormentone di un film di Moretti di qualche anno fa, quando ancora si era in piena sbornia (anche linguistica). In questi giorni afosi di luglio ci sono delle immagini, delle "memorie", che si succedono nella mia testa. Un ragazzo ucciso a Genova, nel luglio 2001: si chiamava Carlo Giuliani. Ragazzi e ragazze che scendono in piazza, si "riconoscono" in nome di un pensiero e di una pratica, "un altro mondo è possibile". Simboli, immagini di una retorica, forse anche di una moda. Un presidente del consiglio che discute di Romolo e Remolo e che possiede tutta l'informazione italiana. A Catania l'informazione appartiene a un solo uomo, si chiama Mario Ciancio. Ma Mario Ciancio non appare mai in televisione, del resto a parlare di lui è solo qualche "vetero" emarginato come Riccardo Orioles. Perché un ragazzo o una ragazza dovrebbero interessarsi di Ciancio e o di un qualsiasi potente locale? Basta fare zap con il telecomando e si è su un altro canale, un'altra vita...

"Cosa succede in città"... il refrain di una canzone di Vasco Rossi. "Girodivite" è nato in un punto esatto e in un momento preciso di questa nostra globalizzata esistenza in cui tutti i gatti li si vorrebbe grigi e senza volto. Partire "da qui", parlare delle nostre città. E' nella città che si fa politica, che è possibile l'incontro e lo scambio. La relazione. E' possibile conoscere - e la conoscenza passa attraverso il riconoscersi negli altri -. "Girodivite" ama molto le città, i luoghi d'incontro. Siamo "segnali dalle città invisibili". Il nostro è un percorso, un viaggio attraverso le città, e nelle città le persone, gli amici, i problemi, le gioie, i dubbi - sì, anche le speranze. Sappiamo che finquando "i ragazzi sono in giro" (beh, questo è Ligabue) non hanno smesso di essere vivi, di sperare, di amare.

Buon giro a tutti, allora. Buona città a tutti.

 

Il Progetto
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