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Giro92
Tribeart
Due parole sugli assistenti di sala
di vanessa viscogliosi
Musei e gallerie aperti di sera,
di domenica e durante le feste. A chi dobbiamo
dire grazie se tutto ciò è possibile?
Senza dubbio l'iniziativa di alcune sedi espositive
non avrebbe senso se non avesse il valido supporto
e la collaborazione degli assistenti di sala,
comunemente conosciuti con il nome di custodi.
Quello dei custodi in genere è un lavoro
che richiede molta attenzione e responsabilità.
Se poi entriamo nello specifico, ovvero nella
realtà museale, ci rendiamo immediatamente
conto che i custodi dei musei o delle gallerie
hanno anche a che fare con i visitatori, una specie
umana fortunatamente non in via di estinzione,
almeno secondo gli ultimi sondaggi.
I "valorosi" custodi ogni giorno sono
sottoposti a dure prove: devono resistere, ad
esempio, ai nervi di alcuni visitatori che cercano
di allentare lo stress quotidiano godendosi una
mostra, senza tuttavia rinunciare a lamentarsi
anche quando non ce n'è bisogno...E non
parliamo poi della prova "resistenza fisica":
in alcuni musei, dove magari si esige un certo
rigore e professionalità, i custodi sono
costretti a lavorare in piedi senza mai sedersi
per tutta la durata del loro turno.
A parte questo quadro, per certi versi colorito,
il vero problema che attanaglia gli assistenti
di sala è la loro condizione di precari.
Il contratto a tempo determinato, con il quale
in molti sono stati assunti, non offre loro certezze
sia da un punto di vista economico che di stabilità
lavorativa.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Dario
B., 27 anni, diplomato all'Accademia di Belle
Arti di Roma, assistente di sala da circa un anno
in un noto museo della capitale.
Dario illustraci la tua attività professionale.
"Lavoro da circa un anno, con contratto a
tempo determinato, alle Scuderie del Quirinale
a Roma. Per chi come me ha studiato e soprattutto
ama la Storia dell'Arte l'occasione di lavorare
in questo museo è stata una grande emozione.
Poter essere a contatto con capolavori spesso
ammirati solo in riproduzioni microscopiche sui
manuali di arte, respirare l'arte più dall'"interno",
cogliendone giorno per giorno nuove sfumature,
nuovi dettagli è interessante...Certo il
regolamento spesso è rigido ed alienante,
il non poter cambiare nemmeno una parola con il
collega vicino di sala, più di cinque ore
assolutamente in piedi...Naturalmente c'è
anche il contatto con il pubblico, e quindi un
continuo, anche se fugace, scambio con gli altri,
il rapportarsi a differenti caratteri, spesso
imbattendosi anche in persone ignoranti".
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del contratto
a tempo determinato?
"I vantaggi sono uniproporzionali agli svantaggi,
penso. Da una parte il fatto che sia un contratto
a tempo determinato, che è poi la tipologia
attuale del nuovo mondo del lavoro (purtroppo?),
ti aiuta a collezionare più esperienze,
ad evitare la monotonia e, decisamente, a darti
da fare a voler trovare sempre di più e
meglio. D'altro canto la figura direzionale che
ti coordina decide se al prossimo contratto sei
fuori...e c'è allora lo svantaggio che
i tuoi sforzi, le tue esperienze acquisite in
un'azienda sono pressocché inesistenti...e
tutto ciò non fa bene né a te né
al datore di lavoro stesso...decisamente una bella
altalena psicologica!".
Musei privati o musei pubblici. La Cgil Beni Culturali
ha proclamato cortei e sciopero "contro la
svendita dei gioielli di famiglia, ovvero i beni
del patrimonio artistico". Il 14 giugno è
però stato tramutato in legge il decreto
«salva-deficit» di Tremonti. Secondo
te i beni culturali devono essere privatizzati?
Quali sono i rischi concreti a cui si va incontro?
"Sono decisamente in contrasto con una proposta
di privatizzazione dei beni culturali. Principalmente
la cultura è un diritto e la privatizzazione,
in un paese già distratto agli stimoli
culturali, sarebbe uno speronamento...Oggi che
lavoro sto colmando tutta una serie di lacune
visitando più strutture museali, dato che
ho disponibilità economica, pur esigua
rispetto a quello che vorrei fare...Sono poche
le situazioni ad ingresso gratuito o a prezzo
contenuto. E se privatizzare significa incrementare
le difficoltà di chi si avvicina all'Arte
rimango molto, molto perplesso. Avvicinare la
gente all'Arte è invece l'unico modo, dal
mio piccolo punto di vista, per fargliela amare
e rispettare".
Conoscere l'Arte per amarla quindi. In tempi recenti
l'onorevole Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai
Beni Culturali, ha asserito durante un convegno
invece che i bambini "non devono essere portati
nei musei perché danno fastidio e non capiscono
niente...". Secondo la tua esperienza, i
baby visitatori non apprendono davvero nulla?
"Sbarbi lo stimo molto come critico d'arte
ma alcune sue esternazioni mi lasciano senza fiato...Le
scolaresche che vengono alle Scuderie del Quirinale
non sono sempre un nugolo di debosciati, che creano
danni, anzi spesso guardano all'Arte con deferenza.
Oramai è quasi un anno che lavori alle
Scuderie del Quirinale. Ti è mai capitato
di essere protagonista o partecipe di un episodio
"anomalo"?
"Tanti episodi anomali erano carini nel momento
che succedevano, a raccontarli perderebbero la
freschezza. Spesso mi hanno chiesto dove tenessimo
conservate le carrozze o dov'erano i cavalli...Oppure
«Si le sale, i quadri vanno bene...ma le
Scuderie dove stanno?». E non sai mai se
ridere o piangere, provi a spiegare che quelle
che un tempo erano le Scuderie oggi sono uno spazio
museale, restaurato ed adattato alle nuove esigenze...ma
non è che si convincono!".
ARGOMENTI CORRELATI:
UN DIAMANTE È PER SEMPRE. Pochi giorni
ancora per visitare la mostra "Diamanti.
Arte, storia e scienza" alle Scuderie del
Quirinale, aperta al pubblico fino al 30 giugno.
Oltre alla presenza di rarissimi e particolari
diamanti, parure delle grandi case gioielliere
e quantaltro, importanti opere pittoriche
e meravigliosi oggetti darte applicata documentano
levoluzione del gusto e il valore simbolico
attribuito ai diamanti dalla cultura occidentale.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO.
Cosa dice la legge e le domande
più frequenti.
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