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Due parole sugli assistenti di sala

di vanessa viscogliosi

Musei e gallerie aperti di sera, di domenica e durante le feste. A chi dobbiamo dire grazie se tutto ciò è possibile? Senza dubbio l'iniziativa di alcune sedi espositive non avrebbe senso se non avesse il valido supporto e la collaborazione degli assistenti di sala, comunemente conosciuti con il nome di custodi.
Quello dei custodi in genere è un lavoro che richiede molta attenzione e responsabilità. Se poi entriamo nello specifico, ovvero nella realtà museale, ci rendiamo immediatamente conto che i custodi dei musei o delle gallerie hanno anche a che fare con i visitatori, una specie umana fortunatamente non in via di estinzione, almeno secondo gli ultimi sondaggi.
I "valorosi" custodi ogni giorno sono sottoposti a dure prove: devono resistere, ad esempio, ai nervi di alcuni visitatori che cercano di allentare lo stress quotidiano godendosi una mostra, senza tuttavia rinunciare a lamentarsi anche quando non ce n'è bisogno...E non parliamo poi della prova "resistenza fisica": in alcuni musei, dove magari si esige un certo rigore e professionalità, i custodi sono costretti a lavorare in piedi senza mai sedersi per tutta la durata del loro turno.
A parte questo quadro, per certi versi colorito, il vero problema che attanaglia gli assistenti di sala è la loro condizione di precari. Il contratto a tempo determinato, con il quale in molti sono stati assunti, non offre loro certezze sia da un punto di vista economico che di stabilità lavorativa.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Dario B., 27 anni, diplomato all'Accademia di Belle Arti di Roma, assistente di sala da circa un anno in un noto museo della capitale.
Dario illustraci la tua attività professionale.
"Lavoro da circa un anno, con contratto a tempo determinato, alle Scuderie del Quirinale a Roma. Per chi come me ha studiato e soprattutto ama la Storia dell'Arte l'occasione di lavorare in questo museo è stata una grande emozione. Poter essere a contatto con capolavori spesso ammirati solo in riproduzioni microscopiche sui manuali di arte, respirare l'arte più dall'"interno", cogliendone giorno per giorno nuove sfumature, nuovi dettagli è interessante...Certo il regolamento spesso è rigido ed alienante, il non poter cambiare nemmeno una parola con il collega vicino di sala, più di cinque ore assolutamente in piedi...Naturalmente c'è anche il contatto con il pubblico, e quindi un continuo, anche se fugace, scambio con gli altri, il rapportarsi a differenti caratteri, spesso imbattendosi anche in persone ignoranti". 
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del contratto a tempo determinato?
"I vantaggi sono uniproporzionali agli svantaggi, penso. Da una parte il fatto che sia un contratto a tempo determinato, che è poi la tipologia attuale del nuovo mondo del lavoro (purtroppo?), ti aiuta a collezionare più esperienze, ad evitare la monotonia e, decisamente, a darti da fare a voler trovare sempre di più e meglio. D'altro canto la figura direzionale che ti coordina decide se al prossimo contratto sei fuori...e c'è allora lo svantaggio che i tuoi sforzi, le tue esperienze acquisite in un'azienda sono pressocché inesistenti...e tutto ciò non fa bene né a te né al datore di lavoro stesso...decisamente una bella altalena psicologica!".
Musei privati o musei pubblici. La Cgil Beni Culturali ha proclamato cortei e sciopero "contro la svendita dei gioielli di famiglia, ovvero i beni del patrimonio artistico". Il 14 giugno è però stato tramutato in legge il decreto «salva-deficit» di Tremonti. Secondo te i beni culturali devono essere privatizzati? Quali sono i rischi concreti a cui si va incontro? 
"Sono decisamente in contrasto con una proposta di privatizzazione dei beni culturali. Principalmente la cultura è un diritto e la privatizzazione, in un paese già distratto agli stimoli culturali, sarebbe uno speronamento...Oggi che lavoro sto colmando tutta una serie di lacune visitando più strutture museali, dato che ho disponibilità economica, pur esigua rispetto a quello che vorrei fare...Sono poche le situazioni ad ingresso gratuito o a prezzo contenuto. E se privatizzare significa incrementare le difficoltà di chi si avvicina all'Arte rimango molto, molto perplesso. Avvicinare la gente all'Arte è invece l'unico modo, dal mio piccolo punto di vista, per fargliela amare e rispettare". 
Conoscere l'Arte per amarla quindi. In tempi recenti l'onorevole Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai Beni Culturali, ha asserito durante un convegno invece che i bambini "non devono essere portati nei musei perché danno fastidio e non capiscono niente...". Secondo la tua esperienza, i baby visitatori non apprendono davvero nulla?
"Sbarbi lo stimo molto come critico d'arte ma alcune sue esternazioni mi lasciano senza fiato...Le scolaresche che vengono alle Scuderie del Quirinale non sono sempre un nugolo di debosciati, che creano danni, anzi spesso guardano all'Arte con deferenza.
Oramai è quasi un anno che lavori alle Scuderie del Quirinale. Ti è mai capitato di essere protagonista o partecipe di un episodio "anomalo"?
"Tanti episodi anomali erano carini nel momento che succedevano, a raccontarli perderebbero la freschezza. Spesso mi hanno chiesto dove tenessimo conservate le carrozze o dov'erano i cavalli...Oppure «Si le sale, i quadri vanno bene...ma le Scuderie dove stanno?». E non sai mai se ridere o piangere, provi a spiegare che quelle che un tempo erano le Scuderie oggi sono uno spazio museale, restaurato ed adattato alle nuove esigenze...ma non è che si convincono!".
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UN DIAMANTE È PER SEMPRE. Pochi giorni ancora per visitare la mostra "Diamanti. Arte, storia e scienza" alle Scuderie del Quirinale, aperta al pubblico fino al 30 giugno. Oltre alla presenza di rarissimi e particolari diamanti, parure delle grandi case gioielliere e quant’altro, importanti opere pittoriche e meravigliosi oggetti d’arte applicata documentano l’evoluzione del gusto e il valore simbolico attribuito ai diamanti dalla cultura occidentale.

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO. Cosa dice la legge e le domande più frequenti.

 

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