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Giro92
Zerobook
Trenta passi nella notte per Luigi La Rosa
di pina la villa
Luigi La Rosa, Trenta passi al paese
della notte, Giuseppe Aletti Editore, 2002
Prima
prova letteraria di un giovane scrittore messinese,
Trenta passi nella notte è una raccolta
di racconti, il cui filo conduttore è l'infanzia.
Poco a che vedere con la cronaca recente, malgrado
i risvolti di alcune storie, e molto con la letteratura.
Luigi La Rosa sceglie un tema difficile e oscuro.
Sembra farlo per mettere alla prova la sua scrittura,
la sua capacità di raccontare storie e
di evocare atmosfere inquietanti misurandosi con
un universo mentale, con rappresentazioni dello
spazio e del tempo, con rapporti affettivi particolari,
in cui tutto è da immaginare.
Tutto è da immaginare infatti se l'infanzia
e l'adolescenza non sono né quelli della
pubblicità, né quelli della cronaca
o delle statistiche o degli studi sociologici.
Non sappiamo se sono quelle reali, sono sicuramente
quelle dei nostri incubi.
E' come se l'autore ribaltasse i ruoli e, invece
di raccontare favole inquietanti ai bambini con
protagonisti gli adulti e il mondo misterioso
dei boschi e dei mostri, si mettesse a raccontare
favole inquietanti agli adulti in cui il mondo
misterioso descritto è quello della nostra
vita quotidiana, dei gesti e delle piccole cose
apparentemente innocue dietro le quali è
però in agguato la tragedia.
Difficile sapere chi sono i mostri e il finale
non è destinato a rassicurarci.
Dal racconto Trenta passi al paese
della notte, i genitori attendevano un altro figlio
e la protagonista non ne era felice, poi l'aborto:
"In giugno portarono la macchina
nuova, ma neppure questo sanò le malinconie
di mami. I suoi occhi avevano la tonalità
della plastica playmobil, e Benedetta incominciò
a sentirsi in colpa per il fratellino rinnegato.
Sua madre era una donna giovane, affascinante,
che non andava più dal parrucchiere. Le
punte dei suoi capelli precipitavano nella sfumatura
di un giallo sabbioso, che reclamava la necessità
di una tintura. Il babbo, invece, diventava più
bello, con la pelle scura per l'abbronzatura e
quella mania di maniche alzate sopra il gomito
che rivelava la pienezza dei suoi muscoli.
Benedetta aveva visto come la cassiera del bar
lo aspettasse, con quanta invadenza gli sorridesse
nel vederlo arrivare. A quella stupida non interessava
che suo padre fosse sposato, che avesse un figlio
in Paradiso".
Luigi La Rosa è nato a Messina
nel 1974. Collabora, in qualità di critico
letterario, alla rivista "Orizzonti"
e al settimanale siciliano "Centonove".
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