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Giro92
Il Ponte di Messina:
dibattito
Alex Langer e la metafora del ponte
di Nadia Scardeoni, materiale
tratto da: http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/ponte2.html
Ho dedicato alla metafora del "ponte"
un'attenzione particolare a partire dalla prefazione
agli scritti di Alex Langer: "I ponti
di Alex"
E' la mia idea di ponte........niente di piu'
di una fantasia politica.......
Ci puo' essere utile per navigare nell'oceanica
questione della costruzione del Ponte
sullo Stretto di Messina che e' , d'altro
canto, una gigantesca metafora della prassi
politica italiana..
I ponti di Alex
Apparentemente si individuano alcuni filoni essenziali
negli scritti e nellopera di Alexander Langer,
i grandi temi in cui ha riversato la sua rigorosa
capacità di analisi storica e la fertilissima
carica progettuale.
In realtà, Alex, ci preclude con le sue
sintesi unanalisi frammentata, svelando
radicalmente e compiutamente lintegrità
armonica del suo "essere-pensare-agire",
in ogni sua parte.
Alex non è un poeta che effonda il suo
sentire, non è un pittore che visualizzi
scenari, né un profeta chiuso nella sua
profezia.
Eppure ha tutta la tenerezza del poeta, la prefigurazione
del pittore, la precognizione del profeta, trattenuto
però dal vincolo invisibile ma tangibile
del pudore, unautolimitazione che impone
a sé stesso prima di fissarla come indefettibile
esigenza comune.
La sua alta capacità discrezionale nellosservare
il degrado esistenziale che affatica luomo
contemporaneo procede dalla sintesi sapiente che
emerge ininterrottamente in quel suo coniugare
particolare e universale dentro costanti relazioni
simbiotiche.
Vive la prassi delluomo che ha individuato
nella relazione la struttura esistenziale fondamentale,
irrinunciabile nesso per interpretare le lacerazioni
e le contraddizioni che generano i processi autodistruttivi
delluomo che rompe lunità con
se stesso, con i suoi vincoli affettivi, con le
sue radici storiche, con il prossimo praticato,
con i suoi mezzi di sostentamento, con lo spazio
vitale, con le istituzioni.
Delinea un ecosistema pacifico, non protocollabile,
ma frutto della volontà degli uomini consapevoli
di condividere lavventura umana, capaci
di misurarsi con i propri limiti, pronti a morire
quando giunge la propria ora.
Alex è soprattutto un uomo di scienza,
di una scienza nuova, ardua, necessaria, costosa
perché impraticabile se non a partire da
se stessi: "lingegneria delle risorse
umane", lultima speranza e lultimo
baluardo contro lingegneria dellalienazione
"virtuale" che divide, dissipandolo,
il cuore delluomo.
Ed è dalla sua storia se possiamo
intuire la fatica del vivere separati nella casa
comune da quel suo essere una sorta di
laboratorio armonico di organi propedeutici la
formazione dei cittadini del mondo, che si innalza
la sua creatura: il ponte, la più ardita
e la più fragile delle costruzioni relazionali.
Il ponte per il superamento delle diversità,
degli ostacoli naturali, delle fratture anche
le più violente.
Ovunque le storie degli uomini sono divise e cieche
di fronte al loro indivisibile destino, Alex lavora,
studia, analizza, progetta, propone.
Ed era un fiorire di ponti.
Si tratta ora di sorreggere il "ponte"
di Pian dei Giullari, fra Alex e la sua storia.
(prefazione a "Alex Langer: non siate tristi
continuate", Edizioni della Battaglia, settembre
1995)
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