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Giro91
Risonanze
"Per non girarsi dall'altra
parte"
intervista a Roberto
Zappalà sullo spettacolo ObSolum,
a cura di rocco rossitto e di angelo pattavina
Girodivite: volevamo parlare
anzitutto dello spettacolo Obsolum,
forse il più bello presentato fino ad adesso
a Scenario Pubblico. Come nasce?
Roberto Zappalà: Lo spettacolo nasce da
un pretesto. Quando lavoravo in televisione ho
conosciuto il giornalista Enzo Aprea, già
sulla sedie a rotelle e moncherino, uno dei più
quotati del panorama giornalistico italiano. Ci
sono delle sue poesie, raccolte in un libro, molto
belle e molto critiche (ma che non ho voluto citare
nello spettacolo). Il pretesto era questo. Sono
stato criticato per questo, ma accade sempre quando
si affronta un tema come il disagio corporeo,
il disabile, ma ritengo sia un approccio molto
superficiale al problema, è solo perché
la gente si blocca e si gira dallaltra parte
quando si ritrova davanti certe situazioni.
In realtà, poi, il mio è uno spettacolo
molto vitale, riflessivo sì, del resto
la tristezza di certe situazioni è evidente
agli occhi di tutti, non vedo perché di
certe problematiche non si debba parlare. Io trovo
più disagio visivo nei film macabri per
esempio.
Girodivite: Ci puoi parlare
della collaborazione con i ragazzi down che si
vedono nel video?
Roberto Zappalà: Sì, sono i ragazzi
dellassociazione Giampi. Non
vedono lora di andare a Reggio Emilia per
la prima nazionale dello spettacolo, e verranno
anche loro. Cè un mio amico che lavora
con loro, Fabrizio, fa linsegnante di aerobica,
ha cambiato totalmente la sua vita per dedicarsi
a questi ragazzi. Io gli ho chiesto di fare degli
incontri con questi ragazzi, degli incontri senza
nessuna logica, poi Beppe Parito è riuscito
a estrapolare delle immagini interessanti da questi
incontri.
Girodivite: Era la prima esperienza
dei ragazzi della compagnia zappalà con
dei ragazzi down?
Roberto Zappalà: Beh, sì. Ma come
per tutte le cose cè chi è
più sensibile, chi più distratto,
si reagisce in maniera diversa. Certo è
stata unesperienza forte. In realtà
quando ci sei dentro, lì al momento, non
te ne rendi conto. Poi però il montaggio
della scena, la magia della situazione, fa salire
tantissimo la tensione emotiva, più di
quanto non ce ne fosse in quel momento.
Ci sono persone che mi hanno detto che avevano
avuto listinto di piangere; e far piangere
una persona non è facile soprattutto in
una performance come questa dove non cè
limmagine del protagonista, il dialogo strappalacrime,
il cinema, il teatro sono unaltra cosa,
hanno un potenziale emotivo maggiore rispetto
a quello della danza. Quindi essere riuscito ad
emozionare per me è già un traguardo.
Poi, per ciò che riguarda i ragazzi, sono
situazioni difficili da gestire, ad esempio cera
un ragazzo autistico a cui è scappata una
lacrima, ed i suoi genitori dicono che non lo
vedevano piangere da anni.
Girodivite: Nelle immagini video
vediamo questo Roberto Zappalà che attraversa
la città. Catania per la precisione. Cè
una volontà precisa di dover far figurare
Catania o è solo una scelta casuale?
Roberto Zappalà: Abbiamo scelto luoghi
di trasferimento, scale, la metropolitana, la
stazione, la scelta di alcune immagini erano relative
alle barriere che si incontrano nei nostri movimenti.
No, non cè un riferimento preciso
a Catania. In questo siamo stati molto estemporanei.
Non siamo stati lì a pensare. Anzi, al
contrario, avremmo dovuto osare un po' di più,
ma questo ci avrebbe portati fuori strada. Avremmo
potuto mettere in evidenza i luoghi negativi,
ad esempio. Ma quello che mi interessava fondamentalmente
era lidea di movimento.
Girodivite: La scelta delle
musiche, comè avvenuta?
Roberto Zappalà: E una cosa di cui
si sono occupati principalmente Beppe Parito e
Daniele Zappalà. Anche se il mio contributo
cè sempre. Di solito, difficilmente
faccio una cosa da solo, mi piace il lavoro corale,
è più interessante, più stimolante.
Noi partiamo sempre da un dialogo, che poi piano
piano si allarga, diventa quasi una conferenza.
La collaborazione con Beppe diventa sempre più
riempitiva con il passare del tempo. Anzi, penso
proprio di fare sempre di meno in futuro, quello
che mi interessa è dare degli stimoli che
poi la gente interpreta come meglio crede. Il
lavoro ermetico va bene, purché non lo
sia troppo, ma deve essere ben fatto, la qualità
è quello che conta. Uno spettacolo deve
essere fatto intelligentemente.
Girodivite: Sei molto soddisfatto
dunque di questo spettacolo?
Roberto Zappalà: Sì, molto soddisfatto.
Soprattutto perché il tema è difficile.
E poi, avevo lesigenza di fare qualcosa
di molto diverso da Mediterraneo.
Molte persone che avevano visto Mediterraneo e
hanno visto Obsolum sono rimaste spiazzate, non
se lo aspettavano, ora vedremo la reazione di
altre città
Girodivite: abbiamo notato che
il pubblico varia, non ci sono sempre le stesse
persone, questo significa che il vostro non è
un pubblico di nicchia.
Roberto Zappalà: A me non piace avere un
pubblico chiuso, perché il nostro lavoro
è quello di coinvolgere lo spettatore lontano.
Dicono che a Catania non cè pubblico
per la danza, noi di mediterraneo abbiamo fatto
sette repliche tutto esaurito e avremmo potuto
continuare senza problemi.
Girodivite: come si trova la
Compagnia danza zappalà qui da scenario.
Roberto Zappala: è casa nostra qui, labbiamo
costruita a nostra misura, ci troviamo bene anche
se già dopo qualche mese ci sta stretto
il posto e avremmo ad esempio bisogno di un'altra
sala danza. Comunque è straordinario essere
qui.
Girodivite: come nasce Scenario
Pubblico?
Roberto Zappala: noi siamo un circolo arci, e
poi abbiamo avuto i fondi della comunità
europea attraverso il patto territoriale Investi
Catania.
Quello che manca sono i soldi per le rassegne,
noi facciamo molto fatica, ma andiamo avanti.
La compagnia poi prende dei contributi ministeriali,
ma pochi soldi, veramente.
Ad esempio per obsolum, senza la co-produzione
di Reggio emilia, non avremmo potuto realizzare
lo spettacolo.
Girodivite: perché a
Catania?
Roberto Zappala: sentivo lesigenza di ritornare,
sono Catanese, e poi perché artisticamente
intendevo restare fuori da certe logiche stilistiche
molto impegnate nel territorio del nord, dove
cè una convergenza di stili tra giovani
coreografi. Nelle grandi città non mi piace
vivere e quindi la scelta non poteva che ricadere
su Catania, la mia città dove posso lavorare
in tranquillità senza contaminazione esterne.
Girodivite: Catania ha risposto
bene alla vostra iniziale offerta e domani?
Roberto Zappala: il segreto sarà quello
di tenere la qualità molto alta, la gente
si rende conto del prodotto che offriamo, questanno
il pubblico ha recepito la qualità di tutti
gli spettacoli. La qualità su tutto.
Per il futuro abbiamo dei progetti ambiziosi,
ma se non saremo sostenuti dallamministrazione
dovremo variare le nostre attività, si
vedrà, siamo fiduciosi. Noi intendiamo
specializzeremo sulla danza, senza tralasciare
il teatro e la musica, ma questa è la residenza
di una compagnia, intendiamo creare un polo di
danza contemporanea.
Tra ottobre e dicembre intendiamo comunque invitare
delle compagnie di danza molto interessanti.
Girodivite: i rapporti con le
altre realtà catanesi.
Roberto Zappala: va bene, tutto molto bene, la
speranza futura è quella di avere un rapporto
programmatico, in modo da interagire e non accavallare
le iniziative.
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