Giro89 Girogirotondo se casca la scuola...
L'università in Italia

La situazione dell'università italiana soffre in questo momento di gravi
problemi ai quali la politica del governo Berlusconi non intende in nessun
modo rispondere: questo risulta dall'esame degli atti compiuti nei primi
otto mesi.
Il primo problema è quello della ricerca scientifica. Da una parte il
Ministero dell'Università ha effettuato quest'anno non un aumento ma un
taglio significativo delle risorse messe a disposizione dei ricercatori che
si collocano in coda estrema alle percentuali esistenti in tutta Europa.
Oggi l'Italia è allo 0,6% del PIL di fronte a percentuali che nel continente
superano più o meno nettamente l'1%.
Inoltre il governo ha appena presentato le linee guida per un piano della
ricerca che prevede di stanziare nei prossimi anni assai poco per l'area
degli studi umanistici e, in campo scientifico, di privilegiare la ricerca
più legata all'industria e meno capace di favorire l'innovazione tecnologica
.
Per un paese che conserva il settanta per cento del patrimonio culturale del
mondo questa strategia è assolutamente sbagliata e manifesta una grave
incompetenza da parte del ministro.
Quanto alla riforma della didattica, le continue incertezze del ministro
espresse non in parlamento ma nelle interviste e nelle trasmissioni
televisive stanno provocando conseguenze disastrose, giacché ostacolano l'
applicazione già complessa di una riforma appena entrata in vigore e
rischiano di determinare in studenti e docenti una grande incertezza e di
aumentare le difficoltà dell'istruzione superiore che già soffre da sempre
di una scarsità di risorse, di problemi edilizi, di difficoltà ricorrenti
sul piano delle attrezzature e degli spazi.
Insomma siamo di fronte a una politica incerta, oscillante, in nulla
favorevole allo sviluppo dell'università pubblica in Italia.