|
Giro89
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare
di riccardo orioles, 15 aprile
2002 - n.122
________________________________________
Laggiu'. Rispetto alla settimana
scorsa, succedono piu' o meno le stesse
cose. Solo che prima le facevano e ora, oltre a
farle, le teorizzano
apertamente. Le stragi con le bombe adesso - diversamente
che all'inizio
- sono considerate una forma di resistenza da buona
parte degli
occupati; i terroristi, che prima venivano reclutati
fra i pazzi
fanatici, adesso lo sono fra le persone normali.
Dal lato degli
occupanti, i massacri - ormai di massa - commessi
dai militari adesso
non vengono piu' negati, e anzi in un certo senso
vengono
minacciosamente esibiti.
________________________________________
Indiani e cow-boys. "Il Presidente degli Stati
Uniti ha
annunciato...". Gli stati uniti: il Dakota,
l'Illinois, il Delaware...
La maggior parte dei nomi degli Stati Uniti sono
i nomi di antiche
tribu' indiane. Che adesso non esistono piu'.
I Delaware erano dei raccoglitori-pescatori che
vivevano sulla costa
atlantica; una piccola tribu'. Furono fra i primi
a incontrare i
coloni, e dunque fra i primi a estinguersi fino
all'ultimo uomo.
Gli Illinois, nella zona dei Laghi, erano cacciatori;
il loro incontro
con la civilta' avvenne ai primi dell'Ottocento
e il loro ricordo oggi
sopravvive soprattutto nel logo di alcune automobili
di lusso - le
Cadillac - cui un generoso ufficio marketing volle
dare il nome di un
capo indiano.
I Dakota, infine - North Dakota e South Dakota -
erano quelli che al
cinema e nei nostri giochi dell'altro secolo venivano
chiamati i Sioux.
Da loro la civilta' occidentale arrivo' abbastanza
tardi, quasi a mezzo
Ottocento; avevano avuto tutto il tempo di raccogliere
e allevare i
cavalli sfuggiti alle mandrie degli spagnoli e di
specializzarsi come
cacciatori a cavallo nella prateria; e di sviluppare
un ethos, fra il
cavalleresco e il calabrese, che ne faceva personaggi
ideali per i film
d'avventure. Batterono un paio di volte la cavalleria
degli Stati Uniti
e poi, non possedendo ne' artiglieria ne' politica,
vennero a loro
turno estinti.
Il capo, dal nome impronunciabile (approssimativamente
tradotto in
Toro), era l'incarnazione di tutto l'indianesimo
e il terrorismo che
popolava gl'incubi dei politici perbene. Non era
un terrorismo
inventato: le fattorie isolate - che i coloni, ignoranti
o noncuranti
della politica, impiantavano nel mare d'erba nonostante
i trattati che
lo vietavano - venivano assalite e bruciate alla
prima occasione e i
loro abitatori, uomini donne e bambini, uccisi.
I giovani guerrieri
tornavano poi a rifugiarsi nella tribu'; pochi giorni
dopo, una colonna
con artiglieria piombava sul villaggio che li aveva
accolti (o almeno
su uno simile, che e' lo stesso) e lo radeva al
suolo, facendo
attenzione a che non sopravvivesse nemmeno una squaw
(matrice di futuri
terroristi) o un papoose, terrorista fra pochi anni.
"L'unico indiano buono e' l'indiano morto":
la frase, probabilmente,
non fu mai pronunciata dal generale Sherman; ma
effettivamente sopra
gli indiani vivi non si possono innalzare citta'
e fabbriche mentre
sopra gl'indiani morti si'.
Le trattative con Toro furono dichiarate impossibili
molto a lungo;
alla fine, ci fu un trattato (anzi, due o tre trattati)
in seguito al
quale i Dakota consegnarono armi e cavalli mentre
a Toro fu data
autorita' e indipendenza sopra alcune baracche,
rapidamente invase,
peraltro, alla prima occasione dalla truppa. Toro
fu ucciso alla fine
da un indiano civilizzato, uno scout dell'esercito,
che gli sparo' dopo
una lite. Aveva avuto il tempo di essere portato
in giro - in un
momento "politico" - nel circo del Selvaggio
West, che traverso'
l'Europa e gli Stati Uniti, e di essere intervistato
da un giornalista.
"Gli uomini bianchi? Eh, ci hanno portato via
tutto, non si sono
comportati bene". "E gli indiani? Cosa
mi dice degl'indiani?". Il
vecchio capo dette uno sguardo in giro, guardo'
quel ragazzo con la
divisa da scout, quella donna col crocefisso al
collo, quel vecchio
completamente muto barricato nei suoi pensieri,
quel gruppo di bambini
che giocavano vestiti di stracci d'uniforme, e gridando
in inglese.
"Indiani? Non ci sono piu' indiani. Io sono
l'ultimo".
* * *
Sono stati due i genocidi, almeno due. Uno fu l'Olocausto,
scientifico
e concentrato in pochi anni. L'altro, quello d'America,
ha richiesto
due secoli - non c'era ancora un Hitler, ne' come
tecnologia ne' come
cultura - per andare a buon fine. Entrambi fanno
parte di noi, entrambi
c'insegnano qualcosa. Entrambi sono le tentazioni
costanti della nostra
parte malata.
Dei due, in questo momento, il piu' pericoloso e
attuale e' il secondo.
Spingere indietro, escludere, colonizzare. Avere
una fase eroica, di
rischi affrontati insieme, disciplinarsi fermamente,
tener testa ai
selvaggi, senza paura. E in premio di questo coraggio,
alla fine, una
famigliola felice che tranquillamente semina la
terra (adesso sua)
rimuovendo le ossa che affiorano, ultimo involontario
lascito di altri
esseri umani. Il genocidio riuscito, insomma.
La nostra bella civilta' - "bella" senza
ironia; quasi con tenerezza -
si basa anche su questo. Non rimuoviamo questo fatto.
E non
ripetiamolo, soprattutto.
________________________________________
Sinistra. E' stato condannato all'ergastolo - piu'
di vent'anni dopo il
delitto - il boss mafioso Tano Badalamenti, che
il 9 maggio 1978 fece
rapire e uccidere Peppino Impastato, che da tempo
denunciava le
malefatte sue e dei suoi amici politici democristiani
dai microfoni di
una radio locale di un piccolo paesino della Sicilia.
Peppino fu preso,
stordito, legato e fatto saltare in aria con l'esplosivo.
Il giorno
dopo tutti i giornali titolarono sulla logica morte
di un "terrorista"
ucciso dalla sua stessa bomba i carabinieri cominciarono
le indagini
per smascherare i complici del "terrorista"
(anche oggi si dice,
d'altra parte, che quelli che fanno le manifestazioni
contro il governo
sono terroristi).
Ci volle tutta la serieta' e il coraggio del giudice
Chinnici (pochi
anni dopo i mafiosi fecero saltare per aria anche
lui) per cominciare
le indagini vere. Ci volle l'immensa forza d'animo
- in mezzo alla
paura che gli martellava il cervello - dei compagni
sopravvissuti per
trovare il coraggio di fare il primo volantino,
la prima
manifestazione, il primo cartello scritto a mano:
"Peppino/ Impastato/
assassinato qui/ dalla/ MAFIA".
Ecco. Non e' vero che tutti hanno fatto la lotta
alla mafia, che tutti
da ragazzi sono stati di sinistra e poi giustamente
sono diventati
saggi. La lotta alla mafia, a quei tempi, l'hanno
fatta in pochi. E di
quelli che allora erano in Lotta Continua in Democrazia
Proletaria e in
tutta la mercanzia della "rivoluzione"
alcuni erano dei compagni veri,
e altri semplicemente dei fighetti vanitosi pronti
a sbraitare gli
slogan piu' terrificanti pur di avere potere e di
comandare.
Io penso a quei giorni di solitudine, con la povera
rete delle radio
libere siciliane (Ondarossa di Siracusa, Citta'
del Sole a Messina,
radio Aut a Cinisi, Radiosud di Palermo, Onderosse
nel messinese e
poche altre) in cui improvvisamente - ma non tanto
- si era aperto un
buco, coi volantini che giravano, con le telefonate
da fare, col
ricordo di Peppino che adesso era solo alcuni pezzi
di carne raccolti a
fatica dalla polizia. Coi compagni che scappavano,
e quelli che
tenevano duro. Col momento in cui tu risalivi in
macchina per
tornartene relativamente al sicuro, e il ragazzo
con cui avevi appena
parlato invece restava la' - poiche' quello e' il
suo paese - a
organizzare.
Quando guardate Lerner o Liguori o Mieli alla televisione,
o Rossella o
Ferrara (l'elenco e' lungo e non si riesce a ricordarseli
tutti),
fatemi la cortesia personale di non pensare "quelli
di Lotta Continua".
Quelli di Lotta Continua erano Peppino Impastato,
gli altri erano
semplicemente un'altra cosa.
Il "capo" di quelli che tennero duro allora,
quello che organizzo' le
prime manifestazioni e le denunce e tenne duro *per
vent'anni* ha un
nome e un cognome, e si chiama Umberto Santino.
Non lo conoscete
perche' giustamente alla televisione non lo chiamano
mai - e d'altronde
perche' mai dare un microfono a uno che poi se ne
serve per
sputtanarvi? - e i politici lo cercano ancor meno
(i politici di
sinistra, in Sicilia, sono affaccendati a "rinnovarsi"
al seguito di
uno che ha difeso i baroni massoni di Messina).
In questi vent'anni, e' stato di gran lunga il piu'
serio e il piu'
efficiente intellettuale italiano impegnato nella
lotta contro la
mafia. Su questo argomento ha elaborato studi che
sono stati adottati
nelle universita' americane. Ma ha avuto soprattutto
il cuore di cercar
giustizia, di far casino, di tenere duro per: pausa
- vent'anni.
Vent'anni durante cui gli altri hanno fatto carriera,
hanno venduto il
culo, hanno messo all'asta padre e madre, pur di
ritrovarsi alla fine
li', seri e pensosi a Porta a Porta o alla Sette
a declamare profondi
pensamenti sui massimi problemi del mondo.
________________________________________
Cuore. Ieri mattina Rutelli si bisticcio' con Berti,
uno dei piu'
piccoli, figliuolo d'un lavoratore dipendente sindacalizzato,
e non
sapendo piu' che rispondergli gli disse forte: -
Tuo padre e' un
communista. - Berti arrossi' fino ai capelli, e
non disse nulla, ma gli
vennero le lacrime agli occhi, e tornato a casa
ripete' la parola a suo
padre; ed ecco il lavoratore, un piccolo uomo tutto
nero, che compare
alla lezione del dopopranzo col ragazzo per mano,
a fare le lagnanze al
maestro.
Mentre faceva le sue lagnanze al maestro, e tutti
tacevano, il padre di
Rutelli, sulla soglia dell'uscio, udendo pronunciare
il suo nome,
entro', e domando' spiegazione.
- E' lui, - rispose il maestro, - che e' venuto
a lagnarsi perche' il
suo figliuolo Carlo disse al suo ragazzo: Tuo padre
e' un communista.
Il padre di Rutelli corrugo' la fronte e arrossi'
leggermente. Poi
domando' al figliuolo: - Hai detto quella parola?
Il figliuolo - ritto in mezzo alla scuola, col capo
basso - non
rispose. Allora il padre lo prese per un braccio
e lo spinse piu'
avanti in faccia a Berti, che quasi si toccavano,
e gli disse: -
Domandagli scusa. Ripeti le mie parole. Io ti domando
scusa della
parola ingiuriosa, insensata, ignobile che dissi
contro tuo padre, al
quale il mio si tiene onorato di stringere la mano.
Il sindacalista fece un gesto risoluto, come a dire:
Non voglio. Il
manager non gli die' retta, e il suo figliuolo disse
lentamente, con un
fil di voce, senza alzar gli occhi da terra: - Io
ti domando scusa...
della parola ingiuriosa... insensata... ignobile,
che dissi contro tuo
padre, al quale il mio... si tiene onorato di stringer
la mano. Allora
il manager porse la mano al communista, il quale
gliela strinse con
forza, e poi subito con una spinta getto' il suo
ragazzo fra le braccia
dell'altro.
- Mi faccia il favore di metterli vicini, - disse
il manager al
maestro.
- Il maestro mise Berti nel banco di Rutelli. Quando
furono al posto,
il padre di Rutelli fece un saluto ed usci'.
- Ricordatevi bene di quel che avete visto, ragazzi,
- disse il
maestro - questa e' la piu' bella lezione dell'anno.
________________________________________
Cassazione. Ancora una sentenza della Corte di Carnevale.
Il coniuge
tradito puo' insultare (in caso di flagranza) la
persona con cui la
consorte consuma l'eventuale relazione adulterina.
Finora l'unico
legalmente insultabile era il coniuge "traditore".
In Italia fino a
pochi decenni fa il marito tradito aveva il diritto
di far fuori
senz'altro moglie e rivale senza fare piu' di un
anno di galera, grazie
al gioco di attenuanti che scattavano per la "legittima
reazione
dell'onore tradito".
________________________________________
Estate. Si annuncia minacciosamente in Sicilia,
sempre piu' tropicale.
In qualche paese ci sono gia' state le consuete
proteste per la
mancanza d'acqua. Nella principale diga siciliana
(l'Ancipa) intanto
parecchi milioni di metri cubi d'acqua sono stati
scaricati in mare e
non distribuiti a citta' e campagne per un errore
tecnico: una valvola
(dal costo di circa dieci euri) non ha funzionato.
La speculazione sull'acqua da irrigazione, fino
ai tardi anni settanta,
e' stata uno dei business della mafia nelle province
della Sicilia
occidentale: era proibito costruire nuove dighe
per non mettere in
pericolo il monopolio dei mafiosi, e il giornalista
Mario Francese - ad
esempio - fu assassinato proprio per aver denunciato
le vere cause dei
ritardi nella costruzione della diga Garcia.
In grandi citta' come Catania (che sta ai piedi
di una montagna
innevata, e dunque ai piedi di una riserva idrica
praticamente
inesauribile) invece il problema non sono le dighe
ma gli acquedotti,
appaltati tradizionalmente ad imprenditori non esattamente
nemici dei
mafiosi; uno dei primi atti dell'ex ministro Bianco,
come Sindaco, fu
quello di affidare la manutenzione del canale a
uno dei "cavalieri
dell'apocalisse", Graci. La maggior parte dell'acqua
si perde
attraverso i buchi nel canale.
________________________________________
E due. Il Venezuela - al lato opposto del continente
rispetto
all'Argentina - e' il secondo paese dell'America
Latina che i libri di
storia citeranno quando si parlera' di economia
globale del duemila. E'
un paese ricchissimo, come l'Argentina; anzi di
piu', visto che e' uno
dei massimi produttori di petrolio del mondo. La
maggior parte della
popolazione, tuttavia, vive a un livello di poco
superiore a quello
della fame. Strana situazione.
In Argentina, le strutture statali sono semplicemente
collassate (in
alcune regioni si e' tornati al baratto) sotto il
peso delle
"compatibilita'" del Fondo monetario internazionale.
In Venezuela,
invece, era salito al potere uno strano tipo di
militare, un ufficiale
dei para' con la mania della politica, logorroico
e un po' cialtrone.
Nonostante il suo aspetto folkloristico (e forse
proprio per quello)
l'avevano votato in massa. E nonostante l'aspetto
folkloristico aveva
cominciato ad applicare una classica politica keynesiana
(spesa
pubblica e servizi sociali come volano della domanda)
abbastanza
lontana dalla politica amichevolmente consigliata
dal Fondo. Due anni
fa propose che tutta l'Opec riducesse la produzione
di petrolio, e
quando gli americani protestarono, rispose "Il
Venezuela e' un Paese
sovrano. Ha il diritto di prendere decisioni nel
proprio interesse".
Alla fine gli hanno fatto un golpe e l'hanno cacciato
via. La cosa piu'
carina e' che al governo, col golpe, non ci e' andato
il classico
colonnello fazendero o il politico amico degli industriali,
ma proprio
il presidente della Confindustria in persona, senza
mediazioni. Beh,
non fateglielo sapere a D'Amato.
________________________________________
America. Inventati e messi in commercio gli spaghetti
in scatola.
Credevo l'avessero gia' fatto. Comunque, loro li
usano come merenda.
________________________________________
Cronaca. Palermo. Lotte clandestine all'ultimo sangue
fra cani,
rinchiusi in un recinto, con scommesse organizzate
da mafiosi.
Un'indagine degli animalisti siciliani, con immagini
raccolte fra mille
pericoli e difficolta'.
Bookmark: http://lavpalermo.supereva.it
________________________________________
Cronaca. Resana (Treviso). Vietato agli zingari
l'accesso al territorio
comunale. Il provvedimento e' stato preso per
iniziativa comune del
comune e degli imprenditori locali.
________________________________________
Cronaca. Torino. Una ragazza di quindici anni
- ha accertato il
tribunale dei minori - veniva tenuta dalla famiglia
isolata del mondo.
Le assistenti sociali sono riuscite a farsi comprendere
da lei solo
parlando in dialetto.
________________________________________
Cronaca. Messina. Insospettiti dai rumori, i carabinieri
hanno
controllato quel che succedeva, all'una di notte,
dentro un negozio di
abbigliamenti in via Cannnizzaro. Tutto tranquillo:
solo una mezza
dozzina di manichini. Ma a un certo punto uno
dei manichini ha
starnutito...
________________________________________
Persone. Amos Luzzato, presidente Unione delle
Comunita' Israelitiche
italiane: "Vorrei vedere l'unione di tre
parlamenti: quello europeo,
quello italiano, quello palestinese".
________________________________________
Sono arrivate molte lettere, per lo piu' civili.
Queste due (ma anche
la maggior parte delle altre) sono di persone
buone e ragionevoli,
attente a non odiare indiscriminatamente il "nemico",
a fare
distinzioni. Ma non s'incontrano e - come sta
andando adesso - si
allontanano sempre piu'.
* * *
Marco, da Roma, wrote:
< Ma quali trattati di pace ha rifiutato Israele?
Nel '47 sono stati
proposti dalle NU due stati: quello israeliano
e quello palestinese,
contiguo ad esso, con parte di gerusalemme. I
palestinesi rifiutarono
l'offerta, convinti che avrebbero vinto la guerra,
e che dunque non
avrebbero diviso la palestina con nessuno. Cosi'
non accadde. Israele
vinse una guerra con 5 stati che messi insieme
facevano oltre 50 volte
l'estensione dello stato ebraico. Questo primo,
evidente sbaglio del
popolo palestinese viene contato poco, ma mi sembra
fondamentale per
giudicare la situazione odierna: la Palestina
non esiste perche' hanno
rifiutato di costruirla.
Due anni fa Arafat ha rifiutato un offerta di
territori pari all'88.
Arafat e' colui che ha fatto fallire il faticoso
processo di pace. Oggi
non e' un leader affidabile, poiche' il popolo
non e' con lui, non ha
saputo imporre il suo pensiero pacifista.
Oggi mi e' arrivato via email un documento sconcertante:
la traduzione
(realizzata da un istituto internazionale) dei
libri di testo che i
bambini palestinesi usano a scuola. La poesie
inneggiano all'odio agli
ebrei, al martirio come cosa positiva in nome
di Allah, alla morte come
valore da coltivare. Ma andiamo! Voi di Clarence
in genere non avete
peli sulla lingua: e ditelo che sono dei barbari!
Che queste cose sono
barbare! Che i kamikaze esistono poiche' c'e'
una cultura che li
permette. La stessa ricerca, effettuata sui libri
di testo israeliani,
ha trovato un equilibrio notevole. Solo il 10%
dei testi israeliani,
quelli usati nelle scuole ortodosse, sono spudoratamente
antipalestinesi.
Scusa la lunghezza, ma il tuo pezzo mi pareva
generico. Un po' buttato
li'. Sono, per chiarire la mia posizione, contro
Sharon, e contro la
posizione degli ebrei romani (di cui faccio parte):
non sono andato
alle manifestazioni filo-nessuno dei due, perche'
ritengo che solo una
manifestazione filo-pace sia giusta. La violenze
di questo periodo
hanno un nome: Sharon. Per il resto, i palestinesi
hanno condotto una
politica pessima negli anni, educano con valori
fuori dal mondo la loro
gioventu', e purtroppo, a mio avviso, sono un
popolo in cerca
d'identita' piu' che di terra. (anche se ovviamente
e' giustissimo che
l'abbiano). Ciao e scusa la logorrea. Marco >
* * *
Renata, da Napoli, wrote:
< Per lo piu' sono donne, entriamo nei vagoni
delle metropolitane,
delle funicolari, dei trenini, in silenzio e ci
disponiamo in punti
differenti. Quando il mezzo si muove facciamo
partire un tamburo oppure
un violino, poi una di noi incomincia a leggere.
Una testimonianza
diretta di quanto sta accadendo in Palestina,
un bollettino, una presa
di posizione. Poche righe. Per la prossima fermata
di solito non ci
sono piu' di un paio di minuti. Appena e' finita
la lettura della
testimonianza, da un altro punto del vagone si
alza una voce che
ricorda che quanto e' stato appena letto e' reale,
che sta accadendo
ORA. Poi diamo volantini per invitare al boicottaggio
dei prodotti
israeliani e alla pressione sui governi europei
per sospendere gli
accordi commerciali col governo Sharon. Le reazioni
sono a volte
d'indifferenza, a volte di fastidio; a volte,
ma piu' raramente, un
applauso solitario, qualcuno che dice che facciamo
bene, che ci voleva.
Certo e' che tutti leggono il volantino e stranamente
non lo buttano
via.
Dobbiamo continuare a farlo per molto tempo. Diventare
un appuntamento
fisso nei mezzi pubblici della citta', almeno
finche' qualche
controllore non decidera' di buttarci fuori. Vogliamo
stimolare il
dibattito tra le persone, dare qualche tassello
di verita'. Laggiu'
hanno allontanato i giornalisti, i soccorritori,
gli osservatori
internazionali per rifare la storia a modo loro.
Il boicottaggio dei prodotti puo' funzionare.
Gia' nell'India di Gandhi
e nel Sudafrica dell'apartheid ha funzionato.
Puo' essere fatto da
tutti, anche da chi non va in piazza. Equidistanti?
Non e' possibile,
ora: da una parte uno stato con un esercito e
dall'altra un popolo
stremato e disperato. Noi prendiamo posizione.
Siamo dalla parte dei
palestinesi: ma come siamo dalla parte degli israeliani
che si
oppongono all'occupazione. E siamo dalla parte
di quegli ebrei
israeliani che per primi, un anno fa, hanno lanciato
questa campagna di
boicottaggio che ora noi riprendiamo. >
________________________________________
Simonide<smnds@eleutheros.el> wrote:
< Poco e' in potere degli uomini,
molti sono i mali
e un peso dopo l'altro ci getta addosso la vita.
Morte sta li' per tutti, i coraggiosi e i vili
>
________________________________________
Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it
-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
|