segnali dalle città invisibili
  Giro88 Carovana antimafia 2002
"La Carovana è necessaria, non è una cosa bella"

di rocco rossitto

La carovana antimafia, in edizione nazionale quest'anno, fa tappa a Catania.
Dopo il primo incontro in mattinata con i giovani studenti della scuola media Quasimodo, l'attenzione è puntata alla facoltà di Scienze dell'educazione, dove si terrà l'incontro: "Musica e parole", la carovana incontra gli studenti, a cui sarà presente, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Paolo Belli, musicista, Santo di Nuovo, preside della facoltà, e Anna Bucca presidente Arci Catania.

 
 

Apre l'incontro il preside della Facoltà Di Nuovo, affermando subito il concetto forte di "mafia come mentalità", e se la mafia continua a prosperare è perché purtroppo gran parte della società condivide quei valori mafiosi. Poi è la volta di Paolo Belli, musicista. Tutti ci chiediamo cosa ci faccia lui con la carovana, e in effetti sente il bisogno subito di spiegare che si trova oggi con noi, perché è stato invitato da Rita Borsellino, per portare una testimonianza, perché la mafia va sconfitta anche con la presenza delle persone, non solo di siciliani, non solo di chi è coinvolto, ma della gente comune, come anche di persone, musicisti, attori etc. etc.
Non ha un discorso preparato, o parole ad effetto, parla della sua terra, della Romagna, e di come loro vivono bene in ricchezza, ma di come i loro nonni "hanno dovuto lottare per la libertà"
Continua Anna Bucca ribadendo dell'importanza dell'Antimafia.
Antimafia intesa come presenza attiva della gente, Antimafia vuol dire essere contro qualcosa, ma anche "per", per costruire qualcosa di diverso di positivo, rispetto alla cultura mafiosa.

Ma è quando prende la parola Don Ciotti che il tono e il livello dell'incontro sale.
"La Carovana è necessaria, ma non bella, siamo costretti ad essere qui, oggi non bisogna abbassare la guardia." Parla a voce alta guardando dritto negli occhi gli studenti, colpendo dritto al nocciolo della questione. "Noi siamo qui per affermare la legalità, ma la legalità dovrebbe essere la precondizione, non un obbiettivo da raggiungere… bisogna tenere gli occhi aperti per la democrazia". Pochi gli applausi perché si ha voglia di sentire, di ascoltare e recepire il messaggio.
Appare visibilmente preoccupato, parla di nuovi assetti mafiosi che non hanno bisogno di patti scritti, racconta di come la mafia ha deciso di non sparare più, e di come però purtroppo è sempre presente, cita infatti i procuratori di mezza Italia che all'apertura dell'anno giudiziario hanno posto il problema criminalità non solo nel sud, terreno fertile e già coltivato, ma in città del nord: nella Romagna, a Como, in Liguria.

"Il nostro lavoro non è follia" ripete don Ciotti "dicono che noi siamo fissati, che Don Ciotti…" fa un gesto con la mano che indica svitato, "ma non ci sono segnali rassicuranti e allora chi ha a cuore la giustizia si deve impegnare".
Conclude l'intervento lanciando un appello ai giovani universitari: "questo è un mondo adultocentrico", dove i giovani contano poco e invece dovrebbero contare molto di più.

"Sono trenta le parole più usate al mondo, una di questa è giustizia", un dato che equivale ad una speranza. L'intervento finisce e allora sì che l'applauso è forte, vibrante e non per copione, ma per necessità, un ringraziamento.
Pur essendo inizialmente poco convinto Paolo Belli decide di salutare i ragazzi impugnando una chitarra e suonando due o tre canzoni concludendo al meglio, in allegria, l'incontro.
La gente nel frattempo ha completamente gremito l'aula 1 della facoltà di scienze dell'educazione di Catania.
La carovana riparte subito, dopo qualche ora si svolgerà un interessante incontro sulla comunicazione e la democrazia.


 

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