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Giro88
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare
di riccardo orioles, 2 aprile
2002 - n.120
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Tecnicamente, e' l'assalto a
un ghetto. L'assalto al ghetto e' una
delle consuetudini piu' organiche a una civilta'
occidentale (le epoche
senza pogrom sono parentesi della storia) e s'inserisce
perfettamente
nel clima di raccoglimento spirituale del periodo
pasquale. I fedeli
dentro il recinto, con la loro identita'-religione
ad uso interno, che
li rassicura. Gli altri sospinti fuori, in un deserto
impreciso, da
dove forse torneranno un giorno ma oggi ribollono
in odio impotente.
Oggi, con i malvagi sotto pogrom e i buoni sostenuti
dalla Forza, il
mondo e' luminoso: possiamo tranquillamente sgozzare
I nostri agnelli
al nostro totem, nella gloria della nostra tribu',
finche' la ruota ci
tiene in alto e il favore del dio ci accompagna.
Cosi' cinquemila anni fa, e cosi' adesso. Cambiano
dei e tribu' e
apparenza di nomi, ma la sostanza resta. Una umanita'
senza dei e senza
totem, un mondo in cui le tribu' siano rese ridicole
dalle citta' e
dalle piazze, e' un mondo, con ogni evidenza, ancora
di la' da venire.
Arafat o Geremia, il Tempio o Ramallah, i carri
armati di Tshal o le
catapulte della Quinta Legione - tutti i particolari
si fondono, con
evidente equivalenza, nella mente che vorrebbe essere
post-tribale e
moderna e che non riesce a percepire altro che una
continuita'
primordiale e terrificante. Si fondono le immmagini
dei ragazzi, dei
giovani, delle donne a cui gli dei tribali non lasciano,
come ultima
affermazione di vita, che un suicidio di massa per
morire liberi e
uccidendo.
Gli zeloti adolescenti di Giuseppe Flavio, di cui
i romani non
trovarono, nell'ultima fortezza conquistata, che
i corpi insanguinati e
immobili, sgozzatisi l'un l'altro per non finire
schiavi, sono con ogni
evidenza i precursori e i fratelli delle ragazzine
che oggi si
trasformano in bombe per uccidere uomini, donne
e bambini della tribu'
nemica. Per generazioni, e forse ancora in questo
momento, le reclute
dell'esercito israeliano sono state condotte la',
fra le rovine di
Masada, a riflettere sulla storia del loro popolo
e a giurare fedelta'
ad esso. Ma anche l'altra tribu' ha le sue Masada,
adesso.
Gli dei hanno sete, gli dei unici e gelosi del deserto.
Mandano il
disperato con le sue bombe, mandano l'auriga del
carro armato, esigendo
da entrambi il loro nutrimento di sacrifici umani.
* * *
Non so se Arafat sia ancora vivo in questo momento,
ma e' certo che,
gia' ora, e' morto il popolo palestinese. Il popolo
piu' civile del
mondo arabo, quello che non aveva prodotto ne' sharia
ne' pogrom,
quello che non e' mai stato padrone di giacimenti
petroliferi o ma
semplicemente di sorgenti ai margini del deserto,
quel popolo sta
sparendo dalla storia, come sparirono gli ebrei.
Tornera' certamente,
come tutti i popoli tornano prima o poi. Ma trasformato
in un'altra
cosa.
Nel medesimo istante, cio' che non riusci' agli
eserciti arabi per tre
decenni - la distruzione dello Stato d'Israele -
sta riuscendo
finalmente al peggiore nemico che Israele abbia
mai avuto, il governo
di Gerusalemme. C'era una cosa ed una soltanto che
garantiva in ogni
circostanza la sopravvivenza d'Israele attraverso
le traversie del
mondo. Non erano i carri armati, ne' I Mirage ne'
i Phantom ne' le
protezioni politiche - di per se' contingenti -
che i potenti del mondo
si degnavano, per proprio interesse, di accordare.
L'unica cosa che
veramente garantiva Israele era la continuita' della
sua storia, da
Gerusalemme a Gerusalemme.
Per oltre duemila anni, attraverso le traversie,
il popolo d'Israele
era rimasto se stesso, in una continuita' commovente
e invincibile che
ogni essere umano era in grado di riconoscere a
prima vista.
Israele-Europa, Israele di Einstein, Israele di
Chagall e di Freud,
cuore del mondo e mente d'occidente: tutto questo
s'e' rotto, e la
continuita' s'e' spezzata.
Lo Stato d'Israele, oggi, non rappresenta piu' che
se stesso. Non piu'
la lunga storia degli Ebrei, non piu' l'Olocausto:
solo uno dei tanti
staterelli mediorientali, mezzo tecnologici mezzo
tribali, che cercano
di farsi strada verso un potere regionale di cui,
al resto
dell'umanita', non importa niente. La Grande Siria,
la Nuova Turchia,
il nuovo impero iraqeno, la Grande Israele: di tutte
queste puerili e
sanguinose costruzioni politiche - tipicamente mediorientali
- nessuna,
a nessuno di noi, dice niente. Nessuna di esse ha
alcunche' in comune
con Einstein o con Freud, o con la cultura yddish,
o con Anna Frank.
Equivalenti una all'altra, la loro sopravvivenza
e' affidata alla
fortuna militare di questo o quel momento, e a null'altro
che questo.
Fino a pochi anni fa, non era cosi': gli errori
d'Israele venivano
considerati con uno sguardo diverso da quello degli
altri, da Israele ci
si aspettava sempre - alla fine - qualcosa di diverso
e di umano. Ora
non piu'.
Questo patrimonio, disperso da Sharon, e' quello
che Israele, e solo
Israele, e a carissimo prezzo, possedeva. E' stato
gettato via. E tutti
ne prendono atto.
* * *
I meccanismi, nelle fasi finali, si semplificano.
E quello che ora
governa Israele/Palestina e' di una semplicita'
nitidissima, visibile a
ciascuno che non vi sia dentro. Vi sono due bande
di assassini, I capi
di Hamas da un lato e gli uomini di Sharon dall'altro.
Questi due
gruppi, che considerano i rispettivi popoli nient'altro
che carburante
per le due guerre sante, si sostengono, con ogni
evidenza, a vicenda.
Uno ammazza innocenti per dar modo all'altro di
ammazzarne alla sua
volta, e dunque avere il pretesto per ammazzare
ancora. Non e'
possibile che costoro non abbiano, in questa coincidenza
di interessi,
dei rapporti clandestini fra loro. Sono infatti,
con ogni evidenza,
alleati.
Coloro che si opponevano (i Rabin e gli Arafat dei
due campi) sono
stati da tempo o emarginati o uccisi dai rispettivi
falchi.
* * *
Esistono trentasei uomini sulla terra sui quali
l'occhio di Dio si posa
quando medita di porre fine al mondo. Il sangue
e l'odio crescono, e il
vecchissimo Dio ne e' molto stanco: forse e' stato
un errore creare gli
uomini, forse l'orrore umano non verra' tollerato
piu' a lungo. Sono
solo in pochissimi, fra i creati, a vivere secondo
la pieta' e la
legge; sono questi pochissimi - la tradizione chassidica
ne fissa il
numero in trentasei - a chiedere compassione per
tutto il mondo.
Ignorati da tutti, senza potere, oscuri, i Trentasei
si accollano tutti
gli odi e le ingiustizie di tutti, senza chiedere
nulla, trattenendo
col proprio esistere l'apocalisse gia' pronta nella
mente del dio.
Quando ne muore uno un altro - affinche' il numero
sia sempre pieno -
si avanza a prendere silenziosamente il suo posto.
E cosi' il mondo,
nonostante tutto, sopravvive ai suoi delitti.
Questi giusti, oggi, hanno i volti anonimi dei vecchi
soldati d'Israele
che a viso aperto rifiutano di sparare sulla folla
"nemica", o dei
giovani pacifisti che da ogni parte d'Europa vanno
con immenso coraggio
a interporsi fra la carne viva e I fucili. Nessuno
di loro e' un
vincitore, adesso, ne' puo' materialmente opporsi
ai carri armati e
alle bombe. Ciascuno di loro pero' e' una testimonianza
d'Israele,
dell'Israele come fu vissuta per duemila anni in
giro per tutto il
mondo e tramandata nell'esilio e sognata "un
giorno a Gerusalemme"; ben
diversa dalla feroce caricatura di ora. Forse, grazie
a quei giusti, da
tutto questo macello un giorno sopravvivera' qualcosa.
E' l'unica
speranza, poiche' tutte le altre sono ormai fallite.
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Enza Panebianco wrote:
< Date: Sat, 30 Mar 2002 22:25:03 +0100
ore 9.30 - Mentre il gruppo di attivisti presente
a Gerusalemme si
sposta verso Ramallah, gli internazionali presenti
a Betlemme si stanno
muovendo verso Beit Jalla, dove e' di stnaza l'esercito
israeliano, e
altri campi e vilalggi intorno a Betlemme. Piu'
tardi anche la
delegazione di action 4 peace di ritorno da Ramallah
si muovera' per
unirsi agli altri internazionali a betlemme.
30.3.2002 - ore 10.40 I compagni che si trovano
a Ramallah si stanno
muovendo per recarsi, tutti insieme, nel luogo in
cui e' stato ucciso
Raffaele Ciriello per deporre dei fiori in memoria
di chi, come
Raffaele, e' morto per la liberta' d'informazione.
L'iniziativa e'
sostenuta anche dalla Federazione Nazionale della
Stampa Italia, e
sara' attuata anche nel suo nome. Per la Fnsi, Paolo
Serventi Longhi ha
affidato ai disobbedienti il rilancio del messaggio
con cui accompagna
l'adesione all'iniziativa: "Chiediamo alle
autorita' militari
israeliane sul campo - ha detto - di consentire
quest'atto di
testimonianza contro la violenza. Che le armi tacciano
almeno per
quegli istanti, che l'azione civile, il diritto
di testimonianza e il
dovere della comunicazione siano garantiti, che
i free-lance che
andranno in quel luogo tra gli altri attivisti possano
rendere
quest'omaggio al loro collega caduto per la liberta'
d'informazione, a
nome di tutte le giornaliste e tutti i giornalisti
italiani".
Una manifestazione di circa 150 persone della presenza
internazionale
in Palestina e' scesa in strada per manifestare
contro l'occupazione
davanti ai carri armati che si sono assestati alle
porte di Betlemme.
(Stanotte a Deheshe)
La situazione ora sono le due e mezza di notte e
ci giunge la notizia
che i tanks si sono fermati a Beit Jala e che uno
si e' rovesciato a
causa della strada... santa pioggia... e' stata
una giornata piena di
tensione la ragazza che si e' fatta saltare a Gerusalemme
era di
dheisha quindi e' sicuro che prima o poi arriveranno
qui.
Non osiamo sperare che la nostra presenza qui e
tutto il casino di
contatti che abbiamo avuto con tutte le agenzie
stampa, giornali,
deputati, gli altri delle delegazioni internazionali,
il console,
ecc... abbiano avuto il loro piccolo effetto di
fermarli almeno per
questa notte. Nel pomeriggio siamo riusciti a fare
un piccolo corteo
nel campo insieme al gruppo del Movimento di solidarieta'
internazionale e pensiamo di ripetere l'esperienza
domani negli altri
campi o forse di andare a Ramallah... e' difficile
fare programmi
perche' la situazione cambia di ora in ora, comunque
abbiamo invitato
gli altri internazionali a venire qui per evitare
che Betlemme diventi
un'altra Ramallah... crediamo che stare nei luoghi
che gli israeliani
hanno intenzione di rioccupare sia l'unico modo
di garantire i civili
palestinesi ed è l'unica funzione che in
questo momento noi possiamo
avere nonostante la tensione che questo comporta.
Il gruppo sta facendo
un buon lavoro sia con i bambini delle scuole (bravissimi
i giocolieri)
che con l'informazione i nostri programmi, come
potete ben immaginare,
sono un po' cambiati. Se la situazione non cambia
non ci sara'
possibile andare a Gaza.... ma credo sia molto importante
essere qui
dentro i territori palestinesi e portarci piu' gente
possibile, essere
il piu' possibile visibili non solo per la stampa,
ma anche per la
popolazione palestinese.
Betlemme 30/03/02
Questa mattina circa un centinaio di internazionali
hanno manifestato
davanti ai carri armati che si trovano sulla strada
tra Betlemme e Beit
Jala.
Con striscioni e cartelli con su scritto in tutte
le lingue "stop
occupation palestina libera - fermiamo il genocidio
- no alla pulizia
etnica" etc, la manifestazione ha attraversato
Betlemme con
l'intenzione di recarsi a Beit Jala dove nella notte
si sono
posizionati i carri armati israeliani.
Arrivati allo sbarramento un gruppo si e' seduto
davanti ai carri
armati dai quali sono usciti i militari che mitra
in pugno intimavano
di andare via; hanno poi lanciato una bomba assordante,
ma i
manifestanti non si sono lasciati spaventare ed
hanno continuato a
gridare slogan.
Dopo circa dieci minuti e' giunto un altro carro
armato che ha
smitragliato in aria, sempre con l'intenzione di
spaventare.
Continuando ad urlare peace e stop occupation la
manifestazione piano
piano e' rientrata a Betlemme. >
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Mimmo Lombezzi wrote:
<Immaginiamo Ciampi, solo, stanco, senz'acqua
e senza luce, mentre i
carri armati di Previti, Taormina, Scajola e Bossi,
stanno
cannoneggiando il Quirinale e l'indipendenza della
magistratura,
occupando la Rai, togliendo le scorte ai giudici
antimafia, e aprendo
conflitti di interessi da Palermo al Brennero. Il
vecchio Presidente
resiste con la Costituzione infilata nel fodero
e il trattato di
Mastricht in mano mentre i calcinacci gli incanutiscono
i capelli
bianchi rossi e verdi da vecchio partigiano gia'
rassegnato alla fine.
A questo la Cnn (oltre al Tg4) riesce superare lo
sbarramento degli
assedianti e a raggiungere il Presidente assediato
e Christianne
Ananpour, bella e strapagata gli chiede in diretta
mondiale "Mister
Ciampi can you control your so-called 'Girotondists'???"
Dico, se
questo scenario da incubo si verificasse non avrebbe
Ciampi il diritto
di mandare affanculo l'Ananpour? >
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Sense of humour. "Mi scuso perche' il mio sense
of humour e' superiore
a quello della media degli italiani" (il ministro
Scajola, dopo aver
fatto alcune battute non molto apprezzate su argomenti
ameni come
sparare sulla folla a Genova, togliere le scorte
agli obiettivi dei
terroristi, ecc.).
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Pubblicita'. "Ponti d'oro ai capitali che rientrano.
Una Guida allo
Scudo Fiscale per i capitali all'estero a disposizione
nelle nostre
agenzie".
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Pubblicita'. "Uomini, donne, magri, grassi,
iperattivi, apatici. Fai
della loro esistenza un successo o rendila un inferno.
Naturalmente per
gioco".
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Sicilia. Istituito dalla regione siciliana un tributo
annuo di 124
milioni di euro sul metano che, dall'Algeria, attraversa
la Sicilia col
gasdotto Transmed per raggiungere il resto d'Italia.
Gli esperti
tributari della regione stanno studiando un nome
da assegnare alla
nuova gabella: si parla di "tubatico".
Ma, piu' tradizionalmente, e' un
pizzo.
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Italia 1. Decisa dopo lungo dibattito parlamentare
la lingua ufficiale
che verra' d'ora in poi parlata, ai sensi di legge,
in Italia. E'
l'italiano.
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Italia 2. Nel corso del 2001 a Milano sono nate
trentamila nuove
aziende ma solo undicimila nuovi esseri umani.
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P2. Bloccata d'autorita' la distribuzione del film
di Giuseppe Ferrara
sulla storia di Roberto Calvi "I banchieri
di Dio".
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Lettera ai giornali. "Pur avendo sempre pagato
regolarmente l'affitto,
ci stiamo trovando in una situazione di sfratto
esecutivo. Dopo il
decesso dei vecchi proprietari, hanno ereditato
lo stabile dei preti
(Missionari della Carita' Contemplativi) i quali
non si sa per quale
ragione ci hanno comunicato lo sfratto esecutivo.
La domanda che ci
sorge spontanea e': che preti della misericordia
sono? E' questo
l'esempio di fede cristiana? Che fine faremo noi?
Abitiamo in via
Prenestina 1163".
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Nella solitudine immensa degli esseri umani
Nella solitudine immensa degli
esseri umani
A volte improvvisamente una memoria li chiama
Gesti parole accordi - cose per cui non hanno
Dei nomi ma d'istinto nei simili le sanno
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it
-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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