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Giro88
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Enzo Biagi e le esternazioni di Berlusconi
"Cari telespettatori, questa
potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo
814 trasmissioni non è il caso di commemorarsi.
Eventualmente è meglio essere cacciati
per aver detto qualche verità che restare
al prezzo di certi patteggiamenti". Enzo
Biagi si è rivolto così stasera
al pubblico di RaiUno, commentando le dichiarazioni
di Silvio Berlusconi contro di lui, Michele Santoro
e Daniele Luttazzi.
Ecco il testo dell'intervento di
Biagi.
"Non è un gran giorno per l'Italia:
per quello che succede in casa e per quello che
si dice fuori. A Milano lo sapete, un piccolo
aereo da turismo è andato a sbattere contro
il Pirellone, orgoglio dell'architettura italiana
e uno dei simboli della città. E il pensiero
corre subito alle torri di New York. Disgrazia.
Ma c'è, anche, chi all'estero parla di
crimine. Da Sofia il presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, non trova di meglio che segnalare
tre biechi individui, in ordine alfabetico: Biagi,
Luttazzi, Santoro che, cito tra virgolette: "Hanno
fatto un uso della televisione pubblica - pagata
con i soldi di tutti - criminoso. Credo sia un
preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non
permettere più che questo avvenga".
Chiuse le virgolette.
Quale sarebbe il reato? Stupro, assassino, rapina,
furto, incitamento alla delinquenza, falso e diffamazione?
Denunci.
Poi il presidente Berlusconi, siccome non prevede
nei tre biechi personaggi pentimento o redenzione
- pur non avendo niente di personale - lascerebbe
intendere, se interpretiamo bene, che dovrebbero
togliere il disturbo.
Signor presidente Berlusconi dia disposizione
di procedere, perché la mia età
e il senso di rispetto che ho per me stesso, mi
vietano di adeguarmi ai suoi desideri. Sono ancora
convinto che in questa nostra Repubblica ci sia
spazio per la libertà di stampa. E ci sia,
perfino, in questa azienda che, essendo proprio
di tutti, come lei dice, vorrà sentire
tutte le opinioni. Perché questo, signor
presidente, è il principio della democrazia.
Sta scritto, dia un'occhiata, nella Costituzione.
In America, ne avrà sentito parlare, Richard
Nixon dovette lasciare la Casa Bianca per un'operazione
chiamata Watergate, condotta da giovani cronisti
alle dipendenze di quel grande e libero editore
che era la signora Katharine Graham proprietario
della Washington Post. Questa, tra l'altro, viene
presentata come televisione di Stato, anche se
qualcuno tende a farla di governo, ma è
il pubblico che giudica. Nove volte su dieci,
controllare, "Il Fatto" è la
trasmissione più vista della Rai.
Lavoro qui dal 1961 e sono affezionato a questa
azienda. Ed è la prima volta che un presidente
del Consiglio decide il palinsesto, cioè
i programmi, e chiede che due giornalisti, Biagi
e Santoro, dovrebbero entrare nella categoria
dei disoccupati. L'idea poi di cacciare il comico
Luttazzi è più da impresario, quale
lei è del resto, che da statista.
Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima
puntata de "Il Fatto". Dopo 814 trasmissioni,
non è il caso di commemorarci. Eventualmente,
è meglio essere cacciati per aver detto
qualche verità, che restare a prezzo di
certi patteggiamenti.
Signor presidente Berlusconi, non tocca a lei
licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà
di un uso personale del mio programma che, del
resto, faccio da anni, ma per raccontare una storia
che va al di là della mia trascurabile
persona e che coinvolge un problema fondamentale:
quello della libertà di espressione.
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