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Giro88
Palestina aprile 2002
Pasqua in terrasanta
2 aprile 2002
Cari amici, vi giro questa
sconvolgente testimonianza.
Sulla Pasqua, nella Terra Santa.
Miguel Martinez
http://www.kelebekler.com/
Oggetto: [internazionale]
[tacticalmedialist]L'esercito israeliano spara
e ferisce anche gli attivisti internazionali Con
preghiera di diffusione. 1 aprile 2002 Manifestazione
a Beit Jala. Preparativi. Partiremo da Dheisheh
verso le 3 insieme al gruppo di Internazionali
dell`ISM e insieme a 2 pullman di italiani della
Carovana di Action for Peace per andare a Beit
Jala e portare avanti un` azione di interposizione
con i carrarmati, con il fine di introdursi nel
villaggio osccupato. Beit jala e` al momento sotto
il controllo di circa 50 di carraarmati. Gli osservatori
attivisti Internazionali cercheranno di passare
attraverso le file di mezzi per introdursi nella
case palestinesi, salutare le famiglie ed eventualmente
rimanere nelle case a protezione dei civili. Tutta
la zona e` completamente militarizzata e ci sono
anche parecchie truppe, quindi sara` difficile
attraverso un` azione di opposizione pacifica,
passare la fila di carriarmati. Purtroppo Betlemme
e` al momento assediata e i carriarmati si stanno
stringendo attorno ai campi profughi di ora in
ora sempre di piu. Insieme a noi dovrà
prendere parte all`azione anche la parlamentare
di rifondazione comunista Gabriella Masha che
da Gerusalemme si sta recando adesso qui a Betlemme
con il resto della carovana. attivisti e mediattivisti
dal Campo di Deheishe, Palestina
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Beit Jala: proiettili sul corteo.
Il corteo di attivisti pacifisti a Beit Jala che
volevano visitare le case occupate dall'esercito
israeliano e' stato disperso con colpi di fucile
dai carri armati della IDF (Israeli Defence Force,
l'esercito israeliano). Alle 15.00 ora locale
gli attivisti italiani del coordinamento nazionale
in sostegno dell'intifada e di indymedia italia,
i francesi e svizzeri del GIPP, e gli internazionali
dell'International Solidarity Movement si sono
riuniti di fronte allo Star Hotel per dare vita
a un piccolo corteo che arrivasse fino a Beit
jala per visitare le case occupate dall'esercito
israeliano e portare solidarieta' al popolo palestinese.
In circa 100 persone ci siamo mossi verso Beit
Jala, in una Betlemme deserta che niente di buono
lasciava presagire. Anche il fatto che due bus
di attivisti di Action 4 peace che insieme a una
parlamentare dovevano raggiungerci fossero stati
fermati al checkpoint, non ci dava grandi speranze
nei confronti dell'IDF. Scanditi dal suono del
clarino di A., e dal battimani ci siamo incamminati
sulla salita che porta al villaggio di Beit Jala.
"Stop the Occupation" "Sharon you
will see palestina will be free" gli slogan
scanditi mentre ci inerpichiamo. Arriviamo al
punto in cui due giorni fa abbiamo incrociato
i carri armati e la strada e' deserta. Continuiamo
quindi verso le case in cui si sono posizionati
i cecchini, davanti alle quali sappiamo essere
parcheggiati i carri, per tentare di portare la
solidarieta' ai palestinesi che sono confinati
in esse. A un certo punto si presenta davanti
a noi un carro armato. Nella torretta un soldato
sui 20-25 anni ci guarda con indifferenza. Con
la freddezza di chi sa che cosa deve fare e sa
che cio' fa parte della sua vita. Si avvicinano
i negoziatori del gruppo per tentare di trattare
un avanzamento. Subito partono le prime raffiche
a qualche metro dai loro piedi. NON sono proiettili
di gomma. Sono proiettili veri. Fanno male. Le
persone non panicano, si raggruppano, e si cerca
di mandare nuovamente avanti i negoziatori. I
colpi di fucile mitragliatore non lasciano spazi
a commenti. Cominciamo a indietreggiare lentamente
per evitare il panico e situazioni di caos ancora
piu' pericolose. I colpi si fanno semrpe piu'
frequenti e vicini. Vedo colpire il marciapiede
a dieci centimetri dalla caviglia di un signore
di mezza eta'. vedo colpi sui muri. Vedo colpi
in direzione di telecamere e di macchine fotografiche.
Il carro avanza. Il grosso delle persone si allontana
con passo sostenuto, mentre un paio di file camminano
indietreggiando lentamente. I soldati continuano
a spararci addosso. Alcuni di noi rimangono bloccati
dietro un cancelletto in un pertugio laterale,
e nonostante i nostri richiami siamo costretti
a lasciarli rifugiati in una casa. Poco dopo un
colpo arriva sul muiro di fianco a me. Sento un
urto in mezzo allo sterno. Ci penso un attimo.
Bestemmio ma non sento dolore e quindi penso che
va tutto bene. Mi giro e vedo una ragazza sbiancare
e voltarsi e svenire nelle braccia di M.. Il sangue
sulla sua felpa. Le sirene dell'ambulanza. Per
me sarà sempre la prima persona ferita.
Non so se sia cosi'. So che l'indietreggiamento
continua inesorabile per venti lunghi minuti.
Piano piano la tensione si allenta e pensiamo
solo a quando finalmente il carro smettera' di
starci a due metri di distanza. E a tenere la
fila sullo stesso passo. In una vietta laterale
un cameraman e una giornalista tentano di salire
in macchina. I soldati non gradiscono e li riempiono
di raffiche sotto i nostri sguardi impotenti,
fino a che questi non si decidono, illesi ma terrorizzati,
a unirsi al corteo che indietreggia. Finalmente
uno slargo. I carri si fermano. Esce una macchina
fotografica dalla botola di ingresso nel tank.
Ne esce un braccio che tiene in mano una macchina
fotografica. Foto ricordo per la mamma, altre
100 persone a cui ho sparato addosso. Sono talmente
attonito che non riesco a scatttare una foto alla
scena. Ci giriamo finalmente e torniamo verso
Betlemme. Ci informiamo sui feriti: sono 7, di
cui una, la ragazza, in sala operatoria. Era di
fianco a me. Altri hanno screzi vari causati da
schegge e sassolini impazziti sotto i proiettili.
Ci dirigiamo al centro Ibdaa, per comunicare.
L'occupazione e' una realta' piu' viva adesso
per noi. Come per migliaia di palestinesi tutti
i giorni. Come la guerra. Non si puo' stare a
guardare. 01 aprile 2002 Betlemme Palestina
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Una roulette russa: testimonianza di prima mano
dalla Palestina 5:05pm Mon Apr 1 '02 E` stata
una roulette russa. Una donna inglese ora e` in
sala operatoria colpita in pieno, un francese
ha il gomito a pezzi, quindici feriti dei quali
sette lievi. Camminiamo all`indietro in discesa,
lentamente. Il Tank ci insegue pressandoci, ogni
tanto sgasa, e` a quattro metri da me. Dalla finestrella
appare una faccia poliedrica, di plastica, il
fucile e` puntato su di noi. Da dietro appare
un`altro Tank, ci tiene costantemente sotto tiro
con il mitra. Beit Jalla lungo il colle, parte
vecchia della citta`, e` luminosa e polverosa,
ferita e deserta. Siamo una quarantina tra attivisti
e pacifisti, tutti europei piu` quattro americani.
Neanche due minuti dall`incontro del Tank. Davanti
siamo due o tre italiani, qualche francese e dei
belgi. Stradina Strettissima e chiusa. Il Tank
inizia a sparare sui muri e davanti hai nostri
piedi. Non ho il tempo di avere paura. Qualcuno
dietro arretra correndo, non capisco la gravita`,
tra la polvere ed il dolore ai timpani non capisco
che qualcuno si sta ferendo, sono sotto un carroarmato
e guardo la faccia di quell`uomo con il corpo
d`acciaio. La prima fila continua a non girare
le spalle e resistere. La RAI scappa. Un altra
troupe finisce in un angolo, dal Tank scarrellano
un mitra e glielo scaricano tra i piedi. Vedo
la giornalista immobile dalla paura. Il cameramen
rimane ferito. Riescono a salire sul loro pulmino
con la scritta BBC. I carriarmati avanzano, sparano,
noi continuiamo a rimanere li`, io continuo a
non capire. Vedo una donna cadere, penso velocemente
che sia svenuta dalla paura. Polvere, le schegge
mi sfiorano la faccia. Non mi rendo ancora conto,
propongo una tarantella li davanti, il sorriso
e` la vittoria della resistenza... che idiota.
Ora sono riusciti a eliminare i giornalisti, pochissime
anche le nostre videocamere davanti, quasi niente.
Hanno sparato con il mitra almeno sessanta volte
durante i quindici minuti per fare la discesa.
Non so` perche` non siamo scappati subito. Tanti
i dettagli e le luci che mi confondono. Arrivati
alla fine con il Tank lontano, capisco, mi dicono
dei feriti. E` stata come una roulette russa.
Non avevo mai visto sparare contro persone con
le mani alzate, in una citta` deserta piena di
rovine. E` stata una roulette russa. Una donna
inglese ora e` in sala operatoria colpita in pieno,
un francese ha il gomito a pezzi, quindici feriti
dei quali sette lievi. Una roulette russa. h 17:00
Dehisha Camp
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Davanti a deheishe e' cominciata la resistenza;
by imc italia a Deheishe 6:14pm Mon Apr 1 '02
Spari nella strada maestra di fronte al Centro
Ibdaa. I ragazzi rispondono con pietre e copertoni
bruciati. abbiamo la sensazione che stanotte cominci
la resistenza.
maggiori info, materiali e link http://www.tmcrew.org/int/palestina
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T a c t i c a l M e d i a C r e w
http://www.tmcrew.org
e-mail: tactical@tmcrew.org
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