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Via crucis contro il terrorismo

27 marzo, fiaccolata a Catania: tutti in coda al corteo pasquale
a cura di Angelo Luca Pattavina

I tre sindacati confederali (finalmente d'accordo su qualcosa) hanno organizzato una fiaccolata in tutte le principali città italiane per dire ancora una volta no al terrorismo.
Anche Catania ha risposto all'appello.
A modo suo però. Sì, perchè quella che poteva essere una grande manifestazione cittadina si è invece risolta in una grande farsa (involontaria?) che non fa certo onore alla città. Una giornata cominciata con poche gocce di pioggia è finita in una impietosa valle di lacrime.
Primo perché la partecipazione alla fiaccolata è stata molto esigua; purtroppo come tutte le manifestazioni che si fanno a Catania verrebbe da dire. C'erano le istituzioni, certo; un'incredibile triade apriva il corteo (Scapagnini-Bianco-Bonmarito), oltre all'onorevole Bortone ed alcuni rappresentanti dei comuni etnei; c'erano i sindacati (Ggil-Cisl-Uil, ed anche quelli della Ugl), c'era il Catania Social Forum, c'era Rifondazione (condotta da De Cristoforo), c'erano alcune "girotondiste"; un migliaio di persone circa. Mancava la città, mancavano i comuni cittadini che dimostrassero quanto una realtà come Catania, nonostante le sue innumerevoli vittime di mafia, non fosse indifferente davanti a tragedie come quelle insensate del terrorismo. Non vogliamo essere lasciati soli coi nostri problemi, allora mobilitiamoci anche contro ciò che accade lontano da noi.
Ma la cosa che più ha fatto "trascendere" i fatti è stato un piccolo incoveniente di percorso. All'altezza di piazza Stesicoro, infatti, la fiaccolata si è dovuta accodare ad una rappresentazione sacra che, con grande astuzia delle forze dell'ordine, era in corso per la stessa via Etnea. Una leggera sfumatura mistica segnava i due cortei, il primo aperto da un cristo martoriato, il secondo da un Bonmarito un po' più gaudiente (siamo in periodo pasquale e la Chiesa voleva essere ben presente). Così, quelli che dovevano essere due momenti di riflessione, religiosa la prima, politico-sociale la seconda (distinti e separati comunque), sono diventati un'unica grande processione comune e solidale, sottolineata da un sottofondo musicale sacro e struggente.
In piazza Duomo la fiaccolata si è spenta silenziosamente, ma una domanda è rimasta senza risposta: "Forse sono stati i centurioni romani ad uccidere il prof. Biagi?".
Sarà più assurdo, ma secondo me è più facile che siano stati gli stessi discepoli di Cristo.

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