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Giro86
Il Vittorini
Intervista a Giulia Soemia
a cura di Martina Trombadore
IIC
Non tutti sanno che nel 220 d.C.,
nella Roma imperiale, per la prima volta nella
storia, una donna siriaca partecipa ad una riunione
del Senato, violando così i "virilia
officia". Costei è Giulia Soemia,
madre dell'imperatore Elagabalo della dinastia
dei Severi; siamo andati ad intervistarla.
-Ave Eccellenza. Cosa si prova
a sedersi su uno degli scanni dei consoli?
-Salvete.Sicuramente un'indescrivibile soddisfazione,
l'ambizione è un vizio di famiglia!Invero
la mia presenza in senato deriva dal fatto che
ho imparato a far valere le mie opinioni da mia
madre, Giulia Mesa, e da mia zia,Giulia Domna,che
assumendo il titolo di "mater castrorum et
senatus"hanno spronato me e mia sorella,Giulia
Mamea, a batterci per le nostre idee.
-Quali i suoi progetti futuri?
-In primis convincerò Elagabalo a far costruire
sul Quirinale un "senaculum", il senatino
delle donne,che mirerà a riconoscere loro
libertà decisionali,fino ad oggi negate
dalla tradizione romana.Le senatrici dovranno
deliberare sugli aspetti della vita femminile:
il comportamento da tenere in pubblico, l'abbigliamento
adatto a ciascuna, il mezzo con cui viaggiare.
-Non crede che le sue decisioni
siano banali?
-Credo che per riuscire nel mio intento devo prima
imparare a camminare e poi a correre. Nell'attuale
situazione bisogna andare gradualmente ad analizzare
temi via via più complessi partendo da
cose semplici,che possono essere giudicate banali.
-Grazie del tempo che ci ha concesso, ave.
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