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Giro86
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare - n.115
di riccardo orioles, 25 febbraio
2002
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Caverne. All'inizio il modo
piu' semplice di criticare un governo era
di appostarsi fuori dalla caverna dove abitava il
capotribu' e, appena
usciva, prenderlo a clavate in testa. Non era un
metodo molto
dialettico, e richiedeva un consumo molto elevato
di teste e clave. Un
certo capotribu', per evitare questi inconvenienti,
ebbe una trovata:
convinse lo stregone a dichiarare tabu' la testa
dei dirigenti: i
capitribu' e gli stregoni, fu stabilito, sono eletti
dagli dei e quindi
chi li piglia a clavate fa peccato.
Per un po' di tempo funziono': poi arrivo' una carestia,
e insieme alla
carestia la notizia che un intero caribu' congelato
era sparito dalla
riserva della tribu', e che la notte dopo il capotribu'
e i suoi amici
erano stati visti banchettare allegramente. E allora
ricominciarono le
clavate. Peggio di prima perche' stavolta le clavate
toccavano pure
allo stregone. Pero', i caribu' digeriti non tornavano
indietro.
Alla fine - ma dovette passare un bel po' di tempo
- fu raggiunto un
accordo. Al capotribu' fu riconosciuto il diritto
di non essere preso a
clavate in testa quando le cose andavano male. Agli
abitanti del
villaggio quello di aspettarlo fuori dalla caverna
per fargli le loro
osservazioni (senza clava). La faccenda prese piede,
furono introdotti
dei perfezionamenti tipo che la gente anziche' arrivare
fino alla
caverna del capotribu' le sue osservazioni poteva
farle anche in
piazza.
Ogni tanto qualche capotribu' piu' cavernicolo degli
altri cercava di
rimettere tutto in discussione. Ma insomma, complessivamente
il
meccanismo ando' avanti.
* * *
Quando un governo all'improvviso afferma che ha
dato l'ordine di
sparare sulla folla, anzi forse no, o forse si',
non si ricorda bene,
ma insomma se volesse lo potrebbe dare, allora non
piu' c'e' molto
"dibattito politico" da fare, perche'
e' gia' stato fatto all'epoca
delle caverne e adesso si tratta solo di decidere
se vale ancora oppure
bisogna riarrampicarsi sugli alberi e ricominciare
tutto daccapo.
Certo, anche questo e' possibile: ma non con i dibattiti,
bensi' a
clavate.
Gli operai del sindacato e un bel po' di ragazzi
precari cominciano a
riscoprire che in piazza si possono anche fare delle
manifestazioni; i
professionisti e i ceti medi, spaventati di un paese
senza piu'
giudici, cominciano a venire in piazza anche loro;
se il vizio si
diffonde, potrebbe anche cominciare a mettersi male
per i capitribu'.
Percio' meglio avvertire prima, parlando a nuora
perche' suocera
intenda: potremmo aver dato l'ordine di sparare
sui ragazzi ieri, e
potremmo darlo sugli adulti domani.
Dopodiche', stiamo aspettando ancora che il governo
(che in questo caso
comprende anche il ministro dell'interno del governo
prima) spieghi che
cos'e' successo davvero a Genova quest'estate, e
in particolare perche'
ha portato a Genova squadre di black bloc con la
protezione della
polizia - questo e' successo, ed e' inutile girarci
attorno - per
scatenarle a freddo contro la gente perbene. A parte
questo, il
ministro che ha ordinato "sparate sulla folla"
(o che ha giocato con
queste parole: dal punto di vista dell'intimidazione,
e' lo stesso) ha
commesso un reato. Procurato allarme, attentato
alle istituzioni dello
stato, abuso di potere... Codice penale.
Quando la Magistratura avra' nuovamente la possibilita'
di applicare
pienamente le leggi (la Magistratura di Genova,
con ogni evidenza, non
ha tale possibilita' in questo momento) l'ex ministro
dovra'
personalmente rispondere di questi reati: fra un
anno o fra dieci, come
in Argentina. Non servono le richieste di dimissioni
e la politica,
qui.
Serve solo un nodo nel fazzoletto.
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No non e' la Bbc. Peccato: per un pelo, la presidenza
della Rai stava
per essere assegnata a Lotta Continua (Potere Operaio
e' fuori gioco
perche' ha gia' il Corriere). Altro che conflitto
d'interessi! Qua, fra
Rossella e Mieli e via rinnegando, il vecchio "vogliamo
tutto" e'
diventato una realta'. A saperlo prima...
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E non e' neanche il Pci. Mentre ferve il casino
per le nomine Rai,
Bertinotti ha la felice idea di andare a incontrarsi
con Letta per
dirgli a tu per tu "perche' non mettete un
bel rappresentante della
Rivoluzione nella vostra nuova Rai? Per esempio
Curzi?". Questo, nel
momento in cui i poveri coglionazzi di tutta la
restante sinistra sono
colle spalle al muro (e, per una volta, col coltello
in mano) e i
fascisti litigano fra di loro per strapparsi i pezzi
di carne.
Appena c'e' un minuto di tempo, fra una cosa e l'altra,
bisogna
rifondare rifondazione. Bertinotti e' tanto un brav'uomo,
ma se ci
fosse stato lui al posto di Togliatti il Pci avrebbe
preso il sei per
cento dei voti, e il comune di San Giovanni in Persiceto.
E, certo, ne
avrebbe spiegato molto bene i motivi al Maurizio
Costanzo Show.
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Le prime gemme sugli alberi e un pochino di societa'
civile che torna
in piazza. Sono combattuto fra l'entusiasmo di vedere
un'altra
primavera e i lividi di averne viste gia' tante.
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Dubbio. Mi sbaglio o la vecchia scritta "La
legge punisce gli
spacciatori" sulle nuova monete non c'e' piu'?
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Sado-maso. Un sado e sessanta milioni di masi.
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Sicilia 1. Crescono i casi di mucca pazza in Sicilia.
Da anni la mafia
gestisce tranquillamente macelli clandestini: gia'
negli anni Ottanta,
a Palermo, una strage (piazza Scaffa) avvenne proprio
in questo
settore.
Inchiesta del Corriere. Il presidente della regione
Cuffaro si querela:
la Sicilia diffamata, i siciliani calunniati, ecc.
"Ma no, quale mafia
- scrivono i giornali siciliani - Che c'entra la
mafia? E' che in
Sicilia appena succede qualcosa subito tutto diventa
mafia...".
L'articolo, pubblicato in prima pagina e con evidenza,
e' di un
giornalista (Zermo) che fece campagne per sminuire
il ruolo della mafia
gia' ai tempi degli assassinii di Dalla Chiesa e
di Giuseppe Fava.
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Sicilia 2. Diminuisce la popolazione di Palermo:
rispetto al '91
(ultimo rilevamento) 24mila in meno. "E' ricominciata
l'emigrazione -
commentano all'ufficio statistico - E' tornata la
crisi e i giovani
ricominciano a cercare lavoro altrove".
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Sicilia 3. Nebbia a Catania.
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Russia. Kursk. Cosa nascondono, a se stessi, i russi?
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Aguzzate la vista. I supermegamanager rinnovatori
dell'economia
elencati in basso hanno alcuni piccoli particolari
in comune. Quali? I
manager: Colaninno, Gardini, Tronchetti Provera,
Fossa. (La soluzione
sul prossimo numero).
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I programmi della serata. 20.00: Telegiornale (conduce
Bruno Vespa).
20.30: Film: Roma citta' aperta (giovani tedeschi
in vacanza a Roma
perseguitati da un subdolo prete amico dei terroristi).
22.00
Dibattito: il terrorismo sindacale in Italia da
Buozzi a Cofferati
(conduce Bruno Vespa). 23.00: Telegiornale (conduce
Bruno Vespa).
23.30: Noi giovani, con Carl Junger e Leni Riefensthal
(conduce Bruno
Vespa).
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Qualche po' di tempo fa, diciamo verso il 1870,
c'era una sinistra
ufficiale che credeva in buona fede (beh, insomma)
di essere lei la
rappresentante del progresso e degli interessi popolari.
Era fieramente
nemica della monarchia assoluta e dei reazionari,
i quali pero' -
grazie a Mr Robespierre e altri come lui - non contavano
piu' granche',
persino in Italia. Era per la democrazia liberale,
per la quale
tuttavia intendeva il diritto di voto (censitario)
per il 10-15 per
cento della popolazione. Era nemicissima dei Borboni,
e lo ricordava
abbastanza spesso, ma dei Borboni nel 1870 non c'era
piu' molta
traccia. Ed era, molto spesso, al governo. Governava
bene, rispetto ai
Borboni.
Ora, tu immagina che in questo felice paese, con
la sua brava sinistra e
la sua destra, a un certo punto succede che nel
buco del culo del mondo
- diciamo, chesso', a Vercelli - una ventina di
tizi, che lavorano in
una filanda di cotone, decidono che i soldi non
gli bastano piu' per
campare; e un bel giorno si mettono faticosamente
d'accordo e decidono,
per quel giorno, di non lavorare. Di loro venti,
tre o quattro sono "di
sinistra" (cioe' vanno ai comizi dell'onorevole
Cavallotti, e sanno che
non andare al lavoro tutti insieme si chiama "sciopero").
Tre o quattro - magari cinque o sei - sono fedeli
monarchici,
raccontano con nostalgia di quando hanno fatto il
soldato, e sono
incazzati con i signori perche' non raccontano al
re in che condizioni
vivono i suoi fedeli sudditi: se sua maesta' sapesse!
ma non lo sa.
Tutti gli altri, infine, sono persone "normali":
non leggono le
gazzette, vanno ogni tanto in chiesa e piu' spesso
all'osteria (al
sindacato, mai: anche perche' di sindacato non ce
n'e') e pero'
capiscono benissimo che con trenta lire al mese
non si campa, e che se
invece di essere trenta fossero trentacinque le
cose andrebbero molto
meglio.
Tutti questi venti esseri umani, un giorno dopo
l'altro e senza starci
troppo a pensare sopra, nel corso dello sciopero
vanno crescendo.
Qualcuno di loro si rivela vigliacco, qualcun altro
coraggioso. Uno si
da' malato, e si tira indietro. Un altro, quando
il padrone viene in
fabbrica a sbraitargli il loro dovere (chissa' se
questo padrone e' "di
destra" o "di sinistra": ma ha importanza?),
lo guarda dritto negli
occhi senza paura. Uno e' un padre di famiglia,
ha quattro ragazzi da
mantenere; eppure, quando il padrone lo guarda,
non abbassa la testa
neanche lui. E tutte queste cose succedono (le cose
visibili, e quelle
dentro ciascuna di queste *persone*) per trenta
centesimi di aumento.
Forse. O forse no.
La cosa "scientificamente" interessante
di tutto questo e' che nessuno
di questi operai ha la minima idea di essere di
sinistra, tranne i tre o
quattro che vanno ai comizi "democratici".
Non solo: se vai a parlare
con un politico e gli chiedi "Scusi onorevole,
ma secondo lei questi
operai sono di sinistra?" lui ti guarda con
aria stupita e "Ma figliola
- ti fa - che c'entra la destra e la sinistra con
queste storie di
quattro lire? Se non sanno nemmeno chi era Adam
Smith!". Solo molti
anni dopo i professori scrivono la storia, e studiando
studiando si
accorgono che la Sinistra vera e doc se ne stava
nascosta proprio
laggiu' a Vercelli, fra quei venti qualunquisti
che facevano tanto
casino per quattro lire.
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La new, le dot, le bolle, le speranze e la recessione.
Bene: e adesso:
e' ritornato tutto come prima?
"Le macchine vanno ancora a petrolio - ha sentenziato
qualcuno - E il
mondo va avanti grazie alle macchine. Non grazie
all'internet". Puo'
darsi. I prossimi due anni, ovviamente, non saranno
anni facili per la
nuova economia: sul piano culturale, prima ancora
che su quello
strutturale. Come accade per tutte le tecnologie
di svolta
(nell'Ottocento la locomotiva la mettevano dentro
le poesie, altro che
gli editoriali del 24Ore...), l'economia del web,
nonche' mitizzata, e'
stata caricata di pressocche' tutte le speranze
umane concepibili.
Ovvio che, alla prima crisi seria, segua altrettanto
globale la
reazione. Niente paradiso cibernetico, niente nuovi
giocattoli, niente
mondo nuovo...
Un momento. La novita' principale e' rimasta, e
non sembra per niente
erosa dalla crisi. La novita' era questa: che il
mondo occidentale, che
fino a tutti gli anni Settanta produceva essenzialmente
beni materiali,
da un certo momento in poi ha cominciato a produrre
principalmente
informazioni. Non tutte immediatamente percepibili
come tali: un film
e' un'informazione, un business plan e' un'informazione,
un format tv
e' un'informazione, un sistema urbanistico complesso
e' una serie di
flussi d'informazioni; una qualsiasi "moda"
che produca effetti
industriali puo' essere considerato come un sistema
interattivo
d'informazioni.
Carnaby Street, in senso lato, e' un prodromo della
new economy, tanto
significativo nella sua fase quanto, in fasi ulteriori,
Intel o Cnn. In
questo, probabilmente, l'Europa e' stata - almeno
culturalmente -
all'avanguardia rispetto agli altri due poli del
mondo occidentale.
* * *
Siamo andati sulla Luna con appena una manciata
di bytes nella Ram di
"base Terra". Abbiamo costruito gli Anni
Ottanta a colpi di Intel 286:
seicento KB, nel caso migliore. Adesso, ragioniamo
in termine di mega e
di giga e di terabyte, ma il meccanismo e' sempre
quello inaugurato
allora. Ci giochiamo tutto sull'informazione. Lasciamo
che i coreani
costruiscano le navi e i cinesi i grattacieli. Noi,
produciamo il
software - letteratura e' software, entertainment
e' software, finanza
e' software, formazione e' software - per farli
funzionare.
In Europa, buona parte del reddito (e in Inghilterra
gia' la maggior
parte) proviene ormai da questo settore. Ancor piu'
dell'America, che
teoricamente potrebbe sempre ritornare indietro,
noi europei siamo
obbligati ad andare avanti per questa strada. Produrre
informazione,
vendere informazione. E dunque continuare a sedimentare
un societa'
basata, molto piu' che sullo scambio di beni, sullo
scambio
d'informazioni.
In effetti, non abbiamo ancora un'idea esatta di
dove tutto questo ci
porti sul piano sociale (ma siamo sicuri che anche
il termine "sociale"
non possa essere ormai sostituito da qualcosa che
anch'esso attenga
alla condivisione d'informazioni?). Percepiamo tuttavia
che nella
maggioranza dei grandi dibattiti non sono le soluzioni
"di sinistra" ad
essere superate da quelle "di destra",
ma entrambe a dover fare i conti
con nuovi background prepotenti. Hanno ragione i
fittavoli oppure i
lord terrieri? Nella Birmingham del primo Ottocento
questa domanda (che
ammette una risposta "di destra" ed una
"di sinistra") e' gia'
tecnologicamente obsoleta.
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Protestanti. Adesso c'e' pure un'associazione che
si chiama "Articolo
21" (sarebbe quello della Costituzione: liberta'
di stampa e roba del
genere) e pretende per l'appunto di difendere la
liberta'
d'informazione in Italia. Fa il paio con quegli
altri matti che hanno
fondato l'associazione "La legge e' uguale
per tutti". Che tempi: di
questo passo fra poco sara' necessario fare l'associazione
"Non
ammazzate i bambini" (non e' detto che non
sia necessaria gia' ora).
Questi dell'"Articolo "21" comunque
si riuniscono mercoledi' 27 mattina
a Roma, alla Fnsi, in corso Vittorio 349.
mailto: art21liberidi@yahoo.it
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Angelo wrote:
<Si parla sempre di Berlusconi
Fini ecc ma, ci sono anche le cosiddette
figure di secondo piano, che pero' tanto di secondo
piano non sono ad
esempio una per tutti l'ineffabile avvocato Pecorella.
Chi scrive
avendo purtroppo un po' d'anni si ricorda la Milano
di fine anni 60 e
visto che ai tempi della scuola fu denunciato
chi lo difese fu il
giovane avvocato Gaetano Pecorella del mitico
studio Janni-Pecorella,
avvocato di fiducia del Movimento Studentesco
della Statale di Milano.
Credo che molti si ricordino di quell'avvocato
(democratico, si diceva
allora). Poi l'abbiamo visto avvicinarsi a Forza
Italia con la
motivazione comune a tanti ex sessantottini che
loro erano sempre gli
stessi ma era la sinistra che era cambiata. Infine
il nostro ha difeso
lo Zorzi fascista imputato e condannato per la
strage di Piazza
Fontana.
Da ultimo credo che sia alla commissione giustizia
della camera e che
faccia da avvocato di Berlusconi. E' stato uno
dei piu' zelanti nel
distruggere il reato di falso in bilancio e le
le rogatorie. Bene, io
saro' vetero ingenuo obsoleto e chissa' che altro
ma, quando vedo tale
personaggio mi incazzo come una bestia e mi vergogno
di essermi fatto
difendere da lui>
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Pino Martinez, dal quartiere Brancaccio a Palermo,
wrote:
< Oggetto: Quarta udienza processo
porte bruciate a Brancaccio. Cari
amici, prima di tutto sentiamo il dovere di ringraziarvi
per averci
sostenute sin dalle prime udienze del processo.
Un ringraziamento alle
scuole ITIS A. Volta e al Liceo Scientifico Basile,
alle associazioni e
ai semplici cittadini di Palermo che sono venuti
a sostenerci durante
il processo, ma un altro sentito ringraziamento
desideriamo rivolgerlo
anche a chi ci ha fatto arrivare la solidarieta'
tramite e-mail. Tutto
questo per noi e' stato molto importante perche'
non ci siamo sentiti
isolati.
Vi chiediamo un altro po' di pazienza per la prossima
udienza perche'
vi sara' la testimonianza delle parti lese, Mario
Romano e Giuseppe
Guida (Pino Martinez ha testimoniato il 31 gennaio
scorso). E'
importante nel momento in cui si e' chiamati a
salire sul pretorio per
testimoniare contro la mafia di Brancaccio sentirsi
protetti dalla
societa' civile e dalle istituzioni. Dopo questa
udienza vi lasceremo
in pace per un po' di tempo. Torneremo a chiedervi
di starci vicino per
il giorno della sentenza.
Siamo fiduciosi che la nostra costituzione di
parte civile, con il
vostro aiuto, si risolvera' in maniera positiva
e cio' significhera'
avere contribuito insieme ad uno dei pochi momenti
che questi tempi ci
offrono di affermazione della giustizia.
Noi ci auguriamo che questa nostra richiesta di
solidarieta', partita
qualche mese fa tramite il "tam tam"
di internet e che ha trovato un
bel riscontro, possa essere utile per tutti noi
semplici cittadini, per
lavorare per quell'unita' senza steccati che deve
indurre le
istituzioni a contrastare la mafia e la cultura
mafiosa, cosi' come
abbiamo fatto noi a Brancaccio insieme a padre
Puglisi.
Per maggiori informazioni sulla vicenda di padre
Puglisi e il Comitato
Intercondominiale di Brancaccio: www.angelfire.com/journal/puglisi
Un affettuoso saluto, Pino Martinez per l'Associazione
Intercondominiale Quartiere Brancaccio >
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Maria P. (Metro) wrote:
< Desidero esprimere encomio e gratitudine
ai vigili del fuoco.
Chiamati da modeste e nobili persone per salvare
una gattina all'ex
deposito Stefer di via Appia Nuova, sono intervenuti
con sollecitudine
e grande cortesia. Ma posso testimoniare che,
chiamati sovente in altre
occasioni, sono subito corsi senza accettare nemmeno
un caffe'. Che
preziosa rarita'. Grazie a tutti i Vigili del
fuoco. >
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Coro:
< Padron nostro
che sei al governo
sia massmedizzato il Tuo nome
sia fatta (e fiat) la Tua volonta'.
Dacci oggi il nostro pane interinale
rimetti a noi i nostri crimini
come noi li rimettiamo ai nostri superiori
e non c'indurre in tentazione di pensare
ma liberaci da ogni legge
e cosi' sia >
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it
-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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