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Terremoti tra la Sicilia orientale e Malta

di Redazione - sabato 22 aprile 2023 - 1386 letture

Una serie di scosse telluriche ha interessato la faglia afro-europea, tra la Sicilia orientale e Malta. Oltre a una serie di scosse minori (oltre trenta quelle più rilevanti), le più forti - tutte senza danni sostanziali né vittime - sono state al largo di Aci Castello e al largo di Malta.

Il 21 aprile 2023 il sisma avvertito in tutto il catanese e nel ragusano. La scossa di terremoto avvertita a Catania alle 14:06 ha avuto una magnitudo stimata di 4.5: l’evento è stato localizzato in mare, a circa 6 chilometri dalla costa ionica all’altezza di Aci Castello, a una profondità di circa 20 km [1].

Molte le scuole che sono state fatte evacuare per ragioni di sicurezza e lo stesso è accaduto nelle fabbriche dell’area industriale di Catania, dove passata la paura è ripresa l’attività. Sulla linea ferroviaria Messina-Catania-Siracusa la circolazione è stata sospesa tra Giarre, Riposto e Bicocca, nel Catanese, per consentire verifiche, ma nessun treno è fermo sulla linea, mentre sono stati attivati servizi di bus sostituivi per tutta la durata dei controlli da parte del personale della Rete ferroviaria italiana. Monitoraggi sono stati disposti anche negli ospedali dell’area interessata al sisma, ma dai primi sopralluoghi non si evidenziano criticità. Intanto, la segretaria della Uil di Catania, Enza Meli, commentando l’accaduto sottolinea che «la forte scossa ha ricordato a tutti la vulnerabilità del territorio. Qualcuno si ricorderà dell’assurda classificazione di Catania e di gran parte della provincia etnea in ’fascia sismica 2’ (con l’eccezione di 4 comuni), invece che nella 1. Una classificazione che consente alla Regione di negare i fondi necessari al consolidamento di infrastrutture e di edifici pubblici e privati. Così la politica condanna Catania alla paura e i rappresentanti di questa provincia nelle istituzioni politiche hanno brillato, tranne qualche eccezione, per un cinico e imbarazzante disimpegno» [2].

Secondo Raffaele Azzaro, sismologo dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), "Si tratta di una magnitudo contenuta per un sisma di natura tettonica. La scossa è stata avvertita in tutta la Sicilia orientale e nelle zone interne fino a Caltagirone per la profondità e vicinanza alla costa dell’epicentro - dice Azzaro - Si tratta di un evento di natura tettonica legato molto probabilmente al lungo sistema di faglie che dal centro del mar Ionio si estende verso la Sicilia nella zona dell’Etna e di Aci Castello" [3].

L’altro terremoto, al largo di Malta. Terremoto di magnitudo 5.5, 19 minuti dopo la mezzanotte del 22 aprile 2023, epicentro a sud di Malta, ad una profondità di 10 km. Il terremoto è stato localizzato dalla Sala Sismica dell’INGV-Roma ed è stato avvertito dalla popolazione anche in alcuni comuni siciliani delle province di Ragusa, Siracusa e Catania [4].

Secondo la scala Richter, un evento sismico di magnitudo 5.5 è classificato come terremoto "moderato"e descritto nel modo seguente: può causare gravi danni strutturali agli edifici costruiti male in zone circoscritte. Danni minori agli edifici costruiti con moderni criteri antisismici.

Secondo Alessandro Amato, geologo del Centro Allerta Tsunami (Cat) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), «Potrebbero esserci nuovi terremoti più forti ma la zona è poco conosciuta. Scosse così forti non avvengono tanto spesso ma è anche vero che quella zona è attiva. Consideriamo che i terremoti di Malta sono leggermente sopra la media (5.5 di Magnitudo) ma una vera è propria allerta scatta quando si raggiunge Magnitudo 6.0 in poi». Il dottor Amato ha sottolineato come il fenomeno sia seguito dall’Ingv: «Non è il caso di allarmarsi perchè tutto ciò avviene lontano dalle coste ma se le scosse dovessero aumentare allora ci potrebbero essere danni a Lampedusa» [5].

Il terremoto più violento di Malta è stato quello del 1693 con epicentro nella Val di Noto.


Se vuoi seguire i terremoti che avvengono "in tempo reale", vai sul sito dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia


Quando comparve e poi scomparve l’isola Ferdinandea

L’isola Ferdinandea (ìsula Firdinandea in siciliano; per gli inglesi era Graham island, per i francesi l’isola Iulia) poggiava su una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina, nel canale di Sicilia, tra Sciacca e l’isola di Pantelleria. La sua origine è figlia dei resti di un apparato vulcanico che emerse nel 1831 - a seguito dell’eruzione sottomarina di un vulcano - dall’acqua formando l’isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza.

La sua è una composizione di tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall’azione delle onde: questo ha fatto sì che la «vita» dell’isola Ferdinandea non fu molto lunga. Sebbene la sua sovranità sia ancora incerta, a seguito di un episodio eruttivo ci fu un rapido smantellamento erosivo dell’isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832 [6].


[1] Vedi: INGV.

[2] Fonte: Msn.

[3] Fonte: Ansa.

[4] Vedi: INGV.

[5] Fonte: Il Messaggero.

[6] Approfondisci su: Wikipedia.


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