Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Movimento | Greenpeace |

Sono stati trovati PFAS anche nelle vongole

In passato nel nostro Paese abbiamo già avuto un caso del genere, addirittura con un lotto “Made in Italy” (articolo di Giuseppe Ungherese da Greenpeace.org)

di GREENPEACE - mercoledì 18 settembre 2024 - 375 letture

Un lotto di vongole al sapore di PFAS è arrivato nei nostri supermercati. È quello che è successo a inizio settembre, quando il richiamo del Ministero della Salute ha disposto il ritiro di un lotto di vongole del Pacifico vendute in buste sigillate a marchio “Marinai”, in cui è stata rilevata una presenza di PFAS oltre i limiti di legge.

Queste molecole vengono trovate spesso in varie specie di molluschi. In passato nel nostro Paese abbiamo già avuto un caso del genere, addirittura con un lotto “Made in Italy”: nel 2013 e nel 2018, infatti, erano stati trovati PFAS proprio nelle vongole allevate nella costa adriatica, precisamente nel delta del Po. Una sorpresa? Non proprio, dato che l’Italia, e nello specifico alcune aree del Veneto, è teatro del più grave caso in Europa di contaminazione da PFAS.

Il 3 settembre 2024 il Ministero della Salute ha richiamato dal commercio un lotto di vongole confezionate dalla Viet Long kien Giang Limited Company (Vietnam) e importate dalla Nai prodotti ittici.

Nel lotto in questione sono stati rilevati livelli di PFAS oltre i limiti di legge: un problema non indifferente dal momento che queste sostanze chimiche pericolose sono da tempo sotto osservazione per gli ormai conclamati e gravi effetti sulla salute, tra cui problemi al sistema endocrino e riproduttivo. Dopotutto, non è un caso se nel dicembre 2023 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha dichiarato alcune molecole PFAS come «cancerogene per l’uomo» (parliamo del PFOA) e altre come «possibile cancerogeno per l’uomo» (è il caso del PFOS).

Se il caso di qualche giorno fa riguarda delle vongole provenienti da Pacifico, ci sono dei precedenti che fanno riflettere su come il problema PFAS sia radicato da molto più tempo di quanto si possa pensare. Nel 2013 infatti il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) aveva rilevato nelle vongole allevate sul delta del Po una contaminazione di PFOA circa 3,6 nanogrammi per grammo, mentre nel 2018, a sua volta, una ricerca realizzata dall’università di Milano aveva rilevato livelli di PFOA pari a 31 nanogrammi per ogni grammo di vongole.

Dati che non ci sorprendono, visto che dalle nostre recenti analisi è emerso che ben 16 regioni in Italia hanno i corsi d’acqua contaminati da PFAS.

Non solo vongole. In Europa la presenza PFAS è più che triplicata nella frutta e nella verdura. I PFAS finiscono sempre più spesso nel nostro cibo e la causa è da imputarsi anche ai pesticidi, dato i PFAS sono impiegati per aumentare l’efficacia di quest’ultimi contro i parassiti.

Secondo il report “Toxic Harvest” di PAN Europe, in 10 anni la contaminazione da PFAS in frutta e verdura è più che triplicata con un tasso di crescita del 220% per la frutta e del 274% per la verdura. Dati preoccupanti che dimostrano come ormai la contaminazione da PFAS stia diventando un problema non più limitato ad acqua e suolo ma sempre più diffuso anche all’interno della nostra catena alimentare.

L’inquinamento e la contaminazione da PFAS sono un problema che non possiamo più ignorare. In Italia manca un divieto per i PFAS: nonostante nella maggior parte dei settori industriali esistano da anni alternative più sicure a queste sostanze, le aziende continuano a usarle mettendo a rischio la nostra salute ogni giorno. I pericoli associati all’uso di queste sostanze chimiche sono ormai evidenti. Non possiamo più aspettare: vogliamo una legge #zeroPFAS!


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -