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PFAS, arriva un decreto legge per proteggere l’acqua potabile

Una buona notizia che arriva a breve distanza dalla pubblicazione dei dati della nostra indagine “Acque senza veleni” con la quale abbiamo realizzato la prima mappa nazionale della contaminazione da PFAS nelle acque potabili italiane.

di GREENPEACE - mercoledì 2 aprile 2025 - 460 letture

Finalmente il Governo ha deciso di agire sul problema dei PFAS in Italia: è arrivato in Parlamento un Decreto Legge urgente il cui obiettivo è ridurre i livelli consentiti di queste sostanze pericolose nelle nostre acque potabili. Ma c’è un’altra novità: per la prima volta sarà fissato un limite nelle acque potabili anche per il TFA (Acido Trifluoroacetico). Si tratta di una delle molecole della classe dei PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) più presenti sul pianeta e che negli ultimi anni si è diffusa ampiamente anche in Italia.

Una buona notizia che arriva a breve distanza dalla pubblicazione dei dati della nostra indagine “Acque senza veleni” con la quale abbiamo realizzato la prima mappa nazionale della contaminazione da PFAS nelle acque potabili italiane.

Il decreto legislativo 260, già approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 marzo, introdurrà un limite alla presenza di PFAS nelle acque potabili di 4 molecole pari a 20 nanogrammi per litro. Il nuovo valore limite riguarda la “Somma di 4 PFAS”, ovvero molecole (PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS) di cui è già nota la pericolosità per la salute umana, tra cui la cancerogenicità per PFOA e PFOS.

Il nuovo limite è uguale a quello introdotto in Germania, anche se ben lontano da valori più cautelativi per la salute umana introdotti da altri Paesi come la Danimarca (2 nanogrammi per litro) o la Svezia (4 nanogrammi per litro).

Il limite di 20 nanogrammi per litro andrà ad aggiungersi a quello fissato dall’UE, pari a 100 ng/L (nanogrammi per litro) per la somma di 24 molecole, che entrerà in vigore in Italia dal 12 gennaio 2026. Vale la pena specificare però che l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e l’Agenzia europea per l’ambiente considerano il limite di 100 ng/L inadeguato per proteggere la salute umana.

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