Rossi contro neri, livornesi contro laziali

Da una parte un’enorme bandiera nera, altre più piccole con il tricolore e la croce celtica, slogan fascisti, scritte razziste e saluti romani. Dall’altro lato bandiere rosse, slogan con la falce e martello, inni e cori rossi, saluto con il pugno chiuso.
Da una parte un’enorme bandiera nera, altre più piccole con il tricolore e la croce celtica, slogan fascisti, scritte razziste e saluti romani. Dall’altro lato bandiere rosse, slogan con la falce e martello, inni e cori rossi, saluto con il pugno chiuso. Una sequenza di sfottò politici lunga due ore. Da una parte i militanti dell’estrema destra, dall’altre i militanti dell’estrema sinistra.
O meglio, da una parte i tifosi della Lazio, dall’altre quelli del Livorno. In mezzo? Una partita di calcio. Una semplice partita di pallone che è stata pretesto per alimentare gli odi tra le due tifoserie. I tifosi laziali alzano uno striscione che recita: Roma è fascista. La risposta degli ultrà livornesi: “bella ciao” e pugno chiuso. Cori da ventennio per i tifosi laziali che attaccavano i livornesi con “Livornese ebreo”-“Boia Chi molla” e vi a discorrendo.
Tifoseria rossa contro tifoseria nera per un derby tutto dal sapore politico retrodatato. Tensione alta sugli spalti e in campo. A confrontarsi erano le tifoseria più politicizzate d’Italia. Con i leader più schierati d’Italia: Di Canio con il suo saluto romano e Luccarelli con il suo pugno chiuso. Nessun intervento da parte delle forze dell’ordine per far scompartire gli striscioni, nessun controllo nel non farli entrare. L’importante per loro era non alimentare tensioni e scontri all’interno dell’Olimpico. E ci sono pure riusciti, in parte.
Strascichi della giornata di “sport”
Conseguenze per i livornesi: fuori dallo stadio qualcosa di grave è successo. Alla stazione S. Pietro il treno che doveva riportare i tifosi amaranto a casa, si è bloccato. Qualcuno ha tirato il freno a mano. Da quel punto il finimondo, inizia una lunga guerriglia con i poliziotti. Risultato 248 denunce e 6 arresti.
I tifosi accusano i poliziotti di violenza ingiustificata; i poliziotti denunciano gli ultrà per devastazione, resistenza e attentato ai trasporti. Ricordiamoci che i tifosi erano li per vedere una partita di pallone. I 248 tifosi del Livorno sono stati trattenuti nelle caserme romane fino alle 20. Quello che è successo al loro interno non è dato saperlo. Le tifoseri livornesi hanno dichiarato che si respirava un clima caro alle forze dell’ordine, quello della scuola Diaz e di Bolzaneto, Genova G8. Ma la notizia non ha trovato conferme.
Conseguenze per i laziali: multa di 25.000 euro alla Lazio per “apologia di nazismo” più la diffida. Due indagini aperti dalla Figc, la Federazione Italiana Gioco Calcio, una sul comportamento di Di Canio e una su quello di Luccarelli. Indignazione di tutta Italia e sdegno da parte della comunità ebraica nei confronti dei tifosi laziali, colpevoli di aver fatto sventolare per tutta la durata dell’incontro le bandiere naziste. L’organizzazione sportiva ebraica Maccabi ha chiesto alla Fifa di punire severamente la società laziale.
Il risultato della partita? Quello conta ben poco in queste situazioni.
Quello che sembra più assurdo è come una partita di calcio pùo diventare pretesto per un simile succedersi di fatti. Nelle tribune come in campo, la sfida è sembrata nettamente extra-calistica. Un duello tra opposti che ha avuto come scusante (cornice) una partita di calcio. Tensioni ideologiche, scontri, feriti, devastazioni ed arresti sembrano ben lontani dagli ideali sportivi. Ma nel nostro paese questa è una prassi che và avanti da decenni. Sono state avanzate le soluzioni più disparate: chiusura degli stadi, allontanamento dei facinorosi, alzamento di barriere mobili in caso i scontri tra tifoserie, telecamrere puntate su tutti. Ma il problema prima ancora che di ordine pubblico è culturale. Se non si capisce che lo stadio è luogo di sport e non luogo per sfogare le tensioni, tutte le proposte si infrangeranno contro un muro di ignoranza e politica deviata.
Quello che ci vuole è un cambiamento culturale forte, non le barriere mobili per contenere i "tifosi".
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Basterebbe penalizzare le squadre dei tifosi violenti togliendogli punti dalla classifica... Ok i tifosi si comportano male, la loro squadra perde 1,2,3,4...punti...
le squadre non hanno colpa, prima di parlare e dire cazzare parla con qualche livornese che era sul treno con moglie e figlio e fatti dire quello che hanno subito in caserma dai poliziotti... sputi, cazzotti, derisi e presi in giro,le donne costrette a fare pipi con la porta aperta cosi’ come dicevano loro vedevano la passera comunista... si potrebbe scrivere un libro, comunque e’ stato tutto registrato e filmato cosi’ tutti potranno vedere e sentire quello che e’ stato fatto ai tifosi...
PENALIZZARE LE SQUADRE NON SERVIREBBE A NIENTE ANZI SI INDISPETTERBBERO DI PIU’ LE TIFOSERIE. PURTROPPO LA VIOLENZA NEGLI STADI E SEMPRE ESISTITA E NON SI PLACHERA’ MAI, MA ANDARE ALLO STADIO PER MANIFESTARE LA PROPRIA FEDE POLITICA E LA COSA PIU’ SCHIFOSA CHE POSSA SUCCEDERE. MI SEMBRA DI RITORNARE AGLI ANNI DEL DUCE. LA COSA CHE PIU’ MI FA PAURA E CHE NEGLI ULTIMI TAMPI STA RITORNANDO DI MODA L’IDEOLOGIA FASCITA COME SQUADRIGLIE ORGANIZZATE. QUESTO NON DEVE PIU’ ACCADERE PERCHE’ QUELLO CHE CI E’ STATO FATTO DAL FASCISMO NON CE LO DIMENTICHEREMO CREDO MAI. CMQ RITORNANDO AGLI STADI IO HO ANCHE PAURA DI ANDARE E UN DOMANI AVREI PAURA DI PORTARE UN MIO FIGLIO O UNA MIA FIGLIA. VIVA LO SPORT, ABBASSO LA VIOLENZA, AL BANDO IL FASCISMO-RAZZISMO.
forza lazio sempre e ovunque....la mentalita’ nn si punisce i rossi possono sventolare le loro bandiere e noi no?quanta ipocresia....!!!!!NOI LAZIALI SIAMO FIERI DI ESSERE FASCISTI!!!!
SARETTA MA VATTENE A FARE IN CULO E PENSA ALLA CUCINA INVECE CHE AL CALCIO!!!FORZA LAZIO
"Le tifoseri livornesi hanno dichiarato che si respirava un clima caro alle forze dell’ordine, quello della scuola Diaz e di Bolzaneto, Genova G8. Ma la notizia non ha trovato conferme."
Le conferme della notizia ci sono: sul Tgr Toscana della RAI, su Il Tirreno, e giornali e radio locali, oltre che indymedia http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=2308 dove sono reperibili interviste audio e una registraz fatta col cellulare da uno dei tifosi livornesi durante i pestaggi avvenuti sul treno in stazione.
Perchè non potrebbero essere effettivamente state le forze del disordine a danneggiare stazione e treni? Se non sbaglio al G8 di Genova durante il massacro nella scuola Diaz vennero rinvenute 2 molotov. Dopo mesi e mesi salto’ fuori che a metterle era stato un poliziotto per ordine di un superiore.
Le squadre non hanno colpa: lo sostengo anche io. Ma le società potrebbero prendersi le loro responsabilità e magari seguire l’esempio inglese: costituire un team di adetti alla sicurezza che stanno dietro alle tifoserie. Sia dentro gli stadi che durante le trasferte. Poterebbe essere una soluzione.
Per quanto riguarda il trattamento riservato ai tifosi livornesi: ti chiedo di farmi avere i materiali di cui mi parli. Siamo un sito di (contro)informazione e non avremo nessun problema a mettere questi filamti a diposzione dei nostri lettori.
Non ne abbiamo parlato in modo esaustivo solo peche non avevamo fonti certe, ma solo voci. Queste voci anno trovato spazio sia nel nostro sito che su indymedia. Facci sapere.
“secondo me e sbagliato confondere politica col calcio.si viene allo stadio per sostenere la propria squadra,non per manifestare le nostre idee politiche.IN EFFETTI IL CALCIO COME TUTTI GLI ALTRI SPORT,CON LA POLITICA NON C ENTRA NULLA.infatti siamo soli noi italiani a non pensarla cosi.purtroppo solo nei nostri stadi fanno a botte,e tutto questo prima o poi dovra finire....BOIA DE”