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"La zona grigia, professionisti al servizio della mafia"

di marco - martedì 27 febbraio 2007 - 6177 letture

I rapporti dei liberi professionisti con la mafia, quell’intreccio diabolico che ormai va sotto il nome di “zona grigia”. Insomma le collusioni, penalmente rilevanti o meno, sono l’oggetto di indagine del libro “La zona grigia, professionisti al servizio della mafia” scritto dal giornalista siciliano Nino Amadore. Il libro, pubblicato solo su Internet e disponibile sul sito www.lulu.com (se si vuole ordinare la copia cartacea) e sul sito www.expatsebooks.com (se invece si vuole acquistare l’e-book), indaga i contorni della zona grigia, racconta le collusioni manifeste scoperte dai magistrati con alcune delle indagini più importanti degli ultimi anni. Tutto è letto in chiave siciliana anche se non mancano accenni alle vicende calabresi, come quella che ha portato in carcere il giudice di Vibo Valentia Patrizia Pasquin con il coinvolgimento di alcuni avvocati per gli affari con la cosca dei Mancuso.

Il tentativo è quello di cogliere i contorni delle collusioni, di capire quali e quanti professionisti sono stati censurati dai rispettivi Ordini professionali per conclamati rapporti con Cosa nostra. E si scopre che i medici, nel solco di una tradizione che porta al capomafia corleonese Michele Navarra, hanno più di tutti fornito i quadri dirigenti a Cosa nostra: basti pensare al boss Giuseppe Guttadauro, medico divenuto capo del mandamento mafioso di Brancaccio, quello dei fratelli Graviano mandanti dell’omicidio di don Pino Puglisi. Ma non mancano poi le storie di avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti. Insomma quel mondo che ha dato e spesso dà sostegno alle varie mafie nel nostro Paese. Quel mondo che, attraverso il supporto tecnico, assicura ai boss spesso ignoranti solide vie per riciclare il denaro proveniente da estorsioni, traffico di droga e altre attività criminali. Temi ancora di recente sollevati nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e ribaditi più volte dal capo della Direzione nazionale antimafia Pietro Grasso. Ma i numeri, per capire la qualità delle collusioni, non ci sono. Non li ha la Direzione nazionale antimafia, non li ha la commissione parlamentare Antimafia.


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