La zia di Lampedusa di Elvira Siringo
Nota dell’autrice del romanzo "La zia di Lampedusa" (Morrone Editore)
Già presente alla “Festa del libro” a Piazza Armerina, e in attesa della presentazione ufficiale del romanzo "La zia di Lampedusa" di Elvira Siringo (Morrone editore) - che avverrà a Lampedusa e Linosa (nell’ambito della manifestazione ‘O scià che si terrà dal 29 settembre al 3 ottobre ) e a Siracusa il mese prossimo - pubblichiamo una nota dell’autrice.
http\\www.laziadilampedusa.it
LA ZIA DI LAMPEDUSA
Questo romanzo è nato dall’aspirazione nostalgica di rivisitare un vecchio schema caduto in disuso, attualizzandolo. Per scoprire alla fine che, pur mutando contesto, tempi, luoghi e persone, qualcosa permane di magicamente immutato: così nella Sicilia di oggi, come nella vecchia campagna inglese di ieri, i palpiti del cuore, le emozioni e i sentimenti, resistono alla corrosione del tempo come costanti universali intatte: proprio come fari rassicuranti, nel mare tempestoso dell’esistenza.
In superficie c’è la trama che si svolge seguendo il modello del romanzo giallo tradizionale, con i personaggi che fanno il verso a quelli canonici, imitandone le mosse e le battute. Dietro la trama, l’ordito è costituito dalle condizioni di precaria emergenza delle isole minori che coronano la Sicilia, ove i cittadini vivono subendo la condizione di “dimenticati dallo Stato”, di cittadini di serie B. Il loro isola-mento paradossalmente contiene in sé il seme di una grande ricchezza, e potrebbe germogliare, se solo alcune risorse venissero impiegate con più attenzione.
Trasversalmente scorre il dramma dell’emigrazione clandestina con la condizione dei “dimenticati dal mondo”, che produce un altro paradosso tutto italiano: piaga, ma contemporaneamente risorsa che, provvidenzialmente, colma alcuni vuoti occupazionali tanto vitali quanto disattesi.
È il tema essenziale intorno al quale si dibatte, e si stenta, per trovare un accomodamento giuridico soddisfacente, che attui il proposito già lanciato in versi e musica, proprio a Lampedusa, da Baglioni: “Fa che il prossimo tuo sia non soltanto chi ti è accanto, ma anche il prossimo che verrà qui”.
Parole, note e ingredienti per gustare al meglio il romanzo
Suscita interesse un giallo che, senza indugiare al (cattivo) gusto del macabro e del truculento non sia farcito di schizzi di sangue e di brandelli di carne umana? Sulle tracce di quei modelli che tanto successo ebbero quasi mezzo secolo fa, è possibile riscrivere oggi il “giallo classico perbene” (per intenderci quello in cui i cadaveri sono tanto cortesi, a volte, da non macchiare nemmeno il tappeto della biblioteca)?
Si può tentare di far procedere i personaggi di oggi sulle orme lasciate da quelli di ieri, facendo loro ripetere, ora come allora, le stesse intenzioni e le stesse azioni. L’esperimento potrà considerarsi riuscito se questa storia (pur gravata della sua drammatica attualità) dovesse riuscire a far riecheggiare, dal fondo della memoria sopita, il suono di lievi e antichi ricordi.
Diversi anni fa ho trovato un foglietto di carta abbandonato sul fondo di un cassetto, c’era il testo di una canzone che mi ha riportato indietro di qualche anno ed ho pensato di farne una storia. Desidero ringraziare con fraterno affetto l’autore di quei versi: Alessio Di Fede, che nel 1977, con alcuni amici, compose “Un’isola sola in mezzo al mare”!
I titoli degli altri capitoli sono stati sostituiti con i titoli di alcune canzoni di Claudio Baglioni (ad eccezione dell’ultima che è di Domenico Modugno). Sono canzoni che si possono considerare ormai, a tutti gli effetti, parte integrale del patrimonio artistico e culturale delle isole Pelagie. L’attinenza fra titoli e contenuti è un enigma che si svela di volta in volta (per chi non conoscesse i testi) con l’ausilio dei versi riportati alla fine di ogni capitolo.
È un doveroso omaggio a coloro che per primi hanno “scommesso” con l’impiego del loro talento, puntando ad un’opera di concreta valorizzazione delle Pelagie: questo lembo di terra siciliana strategicamente posta nel cuore pulsante del Mediterraneo, naturalmente vocata ad essere crocevia di un crogiuolo di civiltà, è potenzialmente trasformabile, con l’intelligenza e il lavoro di uomini di buona volontà, in un luogo di incontro e dialogo fra culture, in un “centro di gravità permanente” ove poter coltivare inediti e armonici accordi da offrire al mondo come esempio di equilibrata e pacifica convivenza. Elvira Siringo
Elvira Siringo - La zia di Lampedusa- Morrone editore (2009) in distribuzione dal 1° settembre
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Ad integrazione delle notizie fornite dall’articolo... Il 29 settembre, presso il salone dell’Area Marina Protetta del Comune di Lampedusa, alla presenza delle autorità cittadine, si è svolta la cerimonia di Presentazione ufficiale del romanzo. l’Assessore Antonio Pappalardo ha commentato “... colpisce che l’autrice usi un modo di scrivere che un po’ ci ricorda il modo di comporre di Beethoven, il grande compositore che meravigliò tutti perché, dopo i primi tre movimenti orchestrali, introdusse l’uso del quarto: il corale! Sorprendendo tutti! Perché la nona sinfonia inizia con tre deliziosi movimenti e finisce con un imponente quarto movimento, con un coro fatto di voci ruvide, non romantico, ma rude e forte, con note molto profonde. Il romanzo segue la stessa tecnica, inoltre inizia ogni capitolo con la prosa per concludere poi con una nota lirica che confluisce, di volta in volta, in una stoccata di sentimenti. Perché la poesia ci porta altrove, prosegue il percorso al quale la prosa non può giungere... è un libro che va letto con profondità, ed auguro all’autrice ogni successo.” Parole di generoso apprezzamento sono state espresse dal Sindaco, Bernardino De Rubeis: “Ringrazio la professoressa Siringo, Lampedusana nel cuore, e tutti coloro che si uniscono a noi lavorando al servizio di questa terra”. Nella stessa occasione ha aggiunto i suoi personali complimenti anche il neo assessore alla Cultura, all’immigrazione e alle pari opportunità, dott. Arnoldo Mosca Mondadori (già promotore del monumento ai caduti in mare Porta d’Europa di Mimmo Paladino inaugurato a Lampedusa nel giugno 2008). Il 2 ottobre è stata la volta della consegna ufficiale del romanzo alla Fondazione O’Scià di Lampedusa, nella sede di via Roma. L’ultima emozione è giunta la sera successiva, dal palcoscenico della Guitgia, quando Claudio Baglioni, concludendo il terzo concerto, ha rivolto un pensiero allo scenario del romanzo: alla più piccola delle dicendo: Saluto Lampione, isola sola in mezzo al mare!