Isola Pulita: Il governo interviene - I rifiuti non riciclabili

Importante decisione del governo in materia di rifiuti non più riciclabili (petcoke?)

di pino ciampolillo - giovedì 19 ottobre 2006 - 3499 letture

Da Isola delle Femmine a Monselice IL GOVERNO INTERVIENE SUI RIFIUTI NON RECUPERABILI

MONSELICE: il Comitato promotore di una interrogazione alla Regione VENETO

Il Gruppo Italcementi amplia la propria attività nel settore del trasporto via mare White Shark, bulk carrier con una portata netta di 29.000 tonnellate suddivisa in 5 stive, può essere utilizzata indifferentemente per carichi di materiale finito o semilavorato (cemento sfuso, clinker), per materie prime (loppa, prodotti siderurgici) e per combustibili per i forni (carbone, petcoke).White Shark sarà utilizzata prevalentemente sulla tratta atlantica, con carichi di cemento dall’Europa agli USA (il primo imbarco è previsto nel porto di Varna in Bulgaria) e con prodotti energetici nella rotta di ritorno (con primo sbarco a Ravenna).

I RIFIUTI MASCHERATI

Eppur si muove: VIA LIBERA DEL GOVERNO AL DECRETO CORRETTIVO DEL CODICE AMBIENTALE.

La legge delega varata nel 2004 che era stata bocciata dalla Comunità europea, su cui pendeva la procedura di infrazione e i rilievi della Corte di Giustizia in materia di rifiuti , che con varie trovate ingegnose continuavano a non essere considerati rifiuti e quindi riutilizzati nei cicli produttivi.

Riceviamo da Comitato Cittadino Lasciateci Respirare di Monselice in Provincia di Padova:

Caro Pino, invio comunicato e interrogazione del consigliere regionale verde Gianfranco Bettin sulla necessità di un intervento legislativo nazionale di adeguamento delle norme che governano l’attività dei cementifici a quelle esistenti per gli inceneritori.

Un intervento che è urgente soprattutto alla luce della situazione emergenziale della bassa padovana. L’interrogazione chiede inoltre alla regione specifici interventi nell’area di Este-Monselice. Potrebbe essere una traccia per sviluppare la stessa richiesta anche nellaVs. zona.

L’interrogazione quindi chiede alla Giunta di farsi interprete di questa richiesta presso il Governo per mettere mano alla normativa suirifiuti e uniformare i cementifici alle norme che regolano le autorizzazioni e l’attività degli inceneritori. "Ma non c’è solo l’attività del Governo che va stimolata in tal senso" ricorda Gianfranco Bettin "La Regione ha da tempo indicato questa area come un’area a rischio da risanare. Cosa sta facendo? Qualiprovvedimenti ha adottato o prevede di adottare? Il Piano di monitoraggioapprontato già nel 2004 da ARPAV per quale motivo non è stato ancora messoin atto?

Ricordo che a Monselice esiste attualmente una sola centralina,inadeguata, collocata in luogo inidoneo allo scopo e soprattutto spenta damesi. "L’interrogazione regionale segue la presentazione in Provinciadi Padova di una analoga Mozione presentata dal consigliere verde Paolo DeMarchi che intende impegnare Consiglio e Giunta ad analoga iniziativapresso il Governo, oltre a chiedere alla Commissione Provinciale Ambientedi sospendere le autorizzazioni in questo periodo. L’iniziativa dei Verdi a favore di una modifica legislativadella materia si completerà nei prossimi giorni con una interrogazioneparlamentare di Luana Zanella e l’invio di una documentazione in tal senso al Ministero dell’Ambiente per un diretto interessamento. Gruppo consigliare regionaleVerdi del Veneto13 ottobre 2006 Ciao Leandro

riceviamo tutto e leggiamo con attenzione il materiale che ci inviate,sempre alla ricerca di un possibile uso locale dei risultati da voi ottenuti. Noi stiamo lavorando su più fronti e qualche volta perdiamo lo spunto perrispondere:1. stiamo preparando l’incontro - festa per i nostri primi 10 anni.festeggiamo la vittoria della lunga battaglia per l’interramentodell’elettrodotto e intendiamo rilanciare quella sui cementifici.2. abbiamo preparato una mozione in provincia per intervenire sulleautorizzazioni alle emissioni delle cementerie.3. siamo in attesa di una convocazione al ministero da parte di fabrizio fabbri. un incontro informale per preparare quello "sostanziale" con pecoraro scanio, al quale dovremmo andare con la rappresentanza di tutti i comitati.appena ci sono novità ci faremo sentire. intanto complimenti per i risultati ottenuti... ciao francesco miazzi

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO OTTAVA LEGISLATURA Interrogazione A RISPOSTA SCRITTA L’EMERGENZA ARIA NELL’AREA DEI CEMENTIFICI DI ESTE-MONSELICE CHIEDEINTERVENTI URGENTI E UNA NORMATIVA ADEGUATA

Presentata il 13 ottobre 2006 dal consigliere regionale Gianfranco Bettin Premesso che che nell’area Este-Monselice (PD) insistono 3 cementifici paria 5 forni di produzione di clinker le cui emissioni (dirette dai camini eindiretti dal traffico indotto) sono concausa principale dell’inquinamento atmosferico rilevato dal Piano Regionale di Tutela e Risanamento Atmosferico che la inserisce tra le aree di maggior rischio regionale e perprioritari interventi di tutela e risanamento;

che a seguito dell’incremento dell’utilizzo di combustibile e materie prime alternative alla produzione di cemento si sono verificati picchi di inquinamento e periodi prolungati di emergenza ambientale ragionevolmente riconducibili anche alle emissioni dei cementifici; che a seguito di una di queste emergenze, conosciuta come “odori acri”, indagini e controlli da parte di ARPAV e di consulenti scientifici del Comune di Monselice hanno portato ad una diffida della Provincia nei confronti di Cementeria Radici che ne inibisce l’uso di rifiuti come materia prima alternativa per la produzione di clinker (recupero di rifiuti di materia prima);

che l’indagine del prof. Antonio Scipioni dell’Università di Padova perconto dei Comune di Monselice ha evidenziato carenze normative sia perquanto riguarda i controlli dei materiali in entrata che alle emissionimentre ARPAV nell’audizione in Consiglio Comunale del 22/11/2004

ha evidenziato problemi nella “tempestività dei prelievi” e segnalato come “i venti locali non favoriscono la dispersione degli inquinanti”;

consideratoche l’impatto ambientale è determinato dalla quantità di inquinanti emessi (flussi di massa) soprattutto se si considerano gli inquinanti cancerogenie/o persistenti;

che i tre cementifici sopraccitati sono considerati dalla normativa vigente industrie insalubri e impianti di forte impattoambientale (impianti IPPC);

che attualmente è possibile conoscere tale impatto solamente dal registro nazionale INES i cui dati inseriti sono forniti dalle aziende stesse ma non verificati dalla Provincia edall’ARPAV, soprattutto con riferimento alle emissioni nelle fasi di avviamento, di fermata o di eventuali transitori;che l’inquinamento derivato dalla sola combustione prodotta dai duecementifici di Monselice (i cui residenti sono ca. 17.000) è equivalente aquello di una città di ca. 200.000 abitanti; che buona parte del combustibile utilizzato (fino a 600 tonnellate/giorno) è costituito da petcoke le cui caratteristiche sono quelle di un rifiuto tossico nocivo per l’elevatissima concentrazione di zolfo, di policiclici aromatici e di metalli pesanti (Nichel, Vanadio); che i cementifici erano stati autorizzati, in via transitoria e nell’ipotesi di un impianto ambientale sostenibile, allo smaltimento di rifiuti;

che dai dati disponibili via internet sul registro INES per le emissioni, emerge come nel triennio 2002/2003/2004 vi sono state significative epreoccupanti variazioni degli inquinanti emessi dai cementifici sopraccitati (mercurio, nickel, zinco, benzene, monossido di carbonio) non riscontrabili in altri cementifici italiani;

che essendoci dei valori soglia per la dichiarazione INES, ad oggi non è possibile conoscere gli eventuali incrementi di altri inquinanti (vedasi IPA, diossine ecc.);

che nel 2004 soprattutto la Cementeria Radici di Monselice, in piena emergenza “odori acri”, ha più volte raddoppiato le emissione di benzenearrivando ad un totale di 2.133 kg, soglia raggiunta solo da altri dueimpianti nel Veneto nello stesso periodo; che nell’anno precedente, il2003, era stata la Cementeria Zillo di Este a superare la soglia dibenzene; che nel 2005 Italcementi Group di Monselice ha emesso sino a 1,6tonnellate di benzene, oltre 25 kg tra mercurio e nickel, sostanzeufficialmente riconosciute come cancerogene e/o allergizzanti;che una tabella delle materie prime utilizzate presentata dall’Italcementi di Monselice al Forum Ambientale istituito e presieduto dall’amministrazione comunale si evince come determinati inquinanti(metalli, PCDD/PCDF ecc.) entrino solamente utilizzando materie prime alternative e pet coke (vedasi nickel);

che la Cementeria Radici ha previsto l’utilizzo di un sistema di abbattimento DeNox SCR,

che a livello europeo non ha sempre dato esiti positivi;

che siamo di fronte ad una “normalità” di condizione inquinante dell’aria riconosciuta regionalmente come eccezionale e a rischio sanitario,aggravata da fenomeni limitati ma pericolosi di picchi inquinanti (conautomatico disinserimento degli elettrofiltri) dovuto alle caratteristiche del ciclo produttivo dei cementifici e all’utilizzo dei materiali sopra detti;

che ritardano specifici provvedimento regionali conseguenti a quanto predisposto dal Piano di settore;

che il Piano di monitoraggio predispostoda ARPAV nel 2004 non è stato ancora avviato;

che le sollecitazioni a Italcementi Group del Consiglio Comunale perché sospenda l’uso di rifiuti come combustibile nel ciclo di produzione sono state disattese;

che il Tavolo Tecnico Zonale non è ancora giunto ad una proposta di provvedimenti specifici per questa area anche a causa di un vuoto legislativo a sostegno dell’azione di prevenzione, controllo e sanzionatoria;

che la carenza normativa riguarda la differente valutazione per i limiti di emissione tra cementifici e inceneritori;

che ciò risulta incomprensibile alla luce del fatto che l’utilizzo di scarti industriali o materie prime alternative nei cementifici, sia come materia prima che come combustibile indipendentemente dalla loro assoggettabilità alla normativa dei rifiuti, sono diventati tra i maggiori materiali utilizzati ed in provincia di Padova molto più utilizzati dai cementifici che non dagli inceneritori,

a fronte della certezza del maggior grado di inquinamento dell’aria prodotto da questi impianti rispetto agli inceneritori;

interroga la Giunta per sapere per quale motivo non è stato ancora avviato il Piano di monitoraggio predisposto da ARPAV ormai due anni fa e se non ritenga necessario, visto il ritardo di esecuzione, disporre per la messa infunzione di tale Piano approntando allo stesso tempo una verifica di eventuali modifiche migliorative;

quali altre azioni intende adottare, in termini di controlli sulla produzione e di limitazione delle emissioni per rispondere all’obiettivo della tutela e risanamento dell’aria previsto dal Piano disettore;

per chiedere di rendersi protagonista presso il Governo della richiesta diuna revisione della normativa sull’incenerimento dei rifiuti che equipari i cementifici alle norme, prescrizioni e limiti di emissione che regolano l’attività degli inceneritori, necessaria per fornire agli organi dicontrollo e vigilanza su questi impianti gli strumenti normativi adeguatialle novità intervenute con l’utilizzo ormai preponderante di materie primeseconde alternative alla produzione di cemento nei cementifici.

Gianfranco Bettin Venezia, 13 ottobre 2006

Codice Ambiente, ecco le modifiche di Pecoraro Scanio Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al secondo decreto correttivo della cosiddetto codice ambiente.

Si tratta di modifiche che entrano nel vivo della riforma varata nella scorsa legislatura introducendo alcuni correttivi importanti soprattutto nella disciplina dei rifiuti. Il testo infatti prevede una nuova definizione di rifiuto che deve essere interpretato “in conformità delle norme comunitarie, alla luce dei principi di precauzione e di azione preventiva nonché di tutela della salute e dell’ambiente”. Rispetto alle bozza di decreto circolate nei giorni scorsi è stata invece cancellata una frase inizialmente prevista per cui il rifiuto non poteva essere interpretato in senso restrittivo. Al di là di questo aspetto che verrà discusso nel corso dell’iter del provvedimento le nuove norme in materia di rifiuti indicano le priorità del nuovo inquilino del ministero dell’Ambiente: le misure dirette al recupero dell’immondizia mediante il riutilizzo ed il riciclo sono “adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte d’energia”, una misura che tende a marginalizzare il ricorso all’incenerimento e alla termovalorizzazione dell’immondizia. Un’altra previsione fondamentale del decreto correttivo del codice ambiente è la cancellazione di quella norma che consentiva di assegnare il servizio solo mediante gara, mentre nel nuovo testo si parla di procedure di affidamento. Un altro aspetto particolarmente delicato riguarda la disciplina dei rifiuti ferrosi con l’abolizione, molto deputa dal settore confindustriale della disciplina introdotta nel 2004 con la delega ambientale. Non rientrano nel campo di applicazione delle nuove norme ambientali che adesso passano all’esame delle commissioni parlamentari competenti, della conferenza unificata e a una successiva doppia approvazione da parte di Palazzo Chigi, i rifiuti radioattivi, alcuni rifiuti agricoli, quelli derivanti dallo sfruttamento delle cave (sparisce rispetto alla prima versione del testo la possibilità di utilizzare altrove i materiali derivanti dagli scavi a cui doveva essere assicurato un regime di tracciabilità particolarmente rigoroso), i cibi destinati alle strutture per il ricovero di animali di affezione previsti dalla legge sul randagismo e i materiali esplosivi in disuso. I sistemi d’arma oltre che i mezzi, i materiali, le infrastrutture destinate alla difesa militare e alla sicurezza nazionale in corso di smantellamento dovranno essere regolamentati con un decreto che verrà adottato entro luglio del prossimo anno. Nel decreto legislativo di modifica del codice ambiente è anche prevista l’istituzione di due organismi. Si tratta del comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche (cinque membri in carica per cinque anni) e sempre in seno al ministero dell’Ambiente l’Osservatorio nazionale sui rifiuti (sette membri in carica cinque anni). Rispetto a una prima versione del testo di modifica del codice circolato nei giorni scorsi spariscono tutte le previsioni relative alla legittimazione del ministero ad esercitare l’azione civile e penale per il risarcimento del danno ambientale.

Consiglio dei ministri, stamani l´ok al decreto correttivo del codice ambientale Soddisfatti il ministro Pecoraro Scanio e Sinistra Ecologista 12.10.06 ROMA. Dopo alcuni rinvii delle settimane scorse, è stato approvato questa mattina in consiglio dei ministri il secondo decreto legislativo correttivo del codice ambientale. Il testo approvato interviene modificando il Dlgs.152/2006 sulle parti che richiedono la necessità di rispondere ai numerosi provvedimenti d’infrazione da parte dell’Unione europea. In particolare il decreto correttivo interviene su alcuni punti nevralgici che riguardano il recupero dei rifiuti, le definizioni, i campi di applicazione, i sottoprodotti, le terre e rocce da scavo e i rottami ferrosi, che tornano ad essere ricompresi tra i rifiuti. E il recupero dei rifiuti torna ad essere uno dei passaggi nella strategia delle cosiddette 4R e le materie prime seconde (non più sottoprodotti) sono materiali che rientrano nelle categorie assoggettate alle norme del recupero, che a loro volta rientrano a tutti gli effetti nella disciplina della gestione dei rifiuti. Nessuna modifica quindi rispetto a quanto anticipato nei giorni scorsi dai quotidiani?

Sauro Turroni che guida la commissione nominata dal ministro Pecoraro Scanio per riscrivere l’intero Codice Ambientale. «Il testo del secondo decreto legislativo correttivo del Codice ambientale è stato approvato senza alcuna modifica. Questo mi ha detto il Ministro». E adesso vedremo quale sarà l’esito del previsto passaggio dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle Commissioni parlamentari competenti. «Accogliamo positivamente l’approvazione delle modifiche al testo unico sull´Ambiente varate oggi dal consiglio dei ministri. Si tratta di un passo avanti obbligato per rimediare i danni prodotti dal precedente governo di centrodestra»: questo il commento dell’esecutivo nazionale di Sinistra Ecologista. «Attendiamo di conoscere meglio i contenuti presenti nel decreto – continuano i responsabili di Sinistra Ecologista – per elaborare una valutazione più compiuta.

E’ ora necessario aprire rapidamente la fase di riscrittura dell’intero decreto delegato, per dotare il nostro paese di una legislatura in materia efficace ed in linea con quella dell’Unione europea, coinvolgendo pienamente Regioni ed enti locali, associazioni, imprese ed organizzazioni sindacali ed operatori». Il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri, ha sottolineato il ministro dell´Ambiente, Pecoraro Scanio, recepisce molte delle osservazioni già avanzate dalle Commissioni parlamentari e dalla Conferenza unificata in sede di parere del primo provvedimento correttivo approvato lo scorso agosto. «La modifica del codice ambientale - ha detto ancora Pecoraro Scanio - era uno degli impegni del programma di coalizione. Siamo intervenuti riposizionando la normativa italiana in modo più rigoroso» anche in funzione delle normative comunitarie «al fine di risolvere le infrazioni aperte nei confronti dell´Italia». Da parte del Governo, ha ancora sottolineato il ministro, «c´e´ un atto di rispetto alle richieste delle Commissioni e della Conferenza unificata». E per il futuro «c´e´ la facolta´ e la volonta´ da parte del Governo di accogliere quelli che sono dei miglioramenti», ha sottolineato Pecoraro. Nel decreto legislativo oltre alla nozione di rifiuto e alla disciplina degli scarichi, si fissa anche la ricostituzione del Comitato di vigilanza sulle risorse idriche e dell´Osservatorio nazionale dei rifiuti. Norme ad hoc sono previste per rilanciare la raccolta differenziata. Ora il provvedimento passa al vaglio delle Commissioni parlamentari e della Conferenza unificata.

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=3999

AMBIENTE: DELEGA; PECORARO, VIA LIBERA MODIFICA ORA RIFORMA

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg/200610121402259579/200610121402259579.html

(ANSA) - ROMA - Via libera al secondo decreto legislativo di modifica del codice ambientale ’’e ora l’intera riforma del testo sulla quale stiamo gia’ lavorando’’. Cosi’ il ministro dell’ Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in merito all’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del provvedimento che cambia la legge delega in materia. ’’Sono molto soddisfatto - ha detto Pecoraro - abbiamo infatti avviato un’azione di manutenzione nei confronti delle parti piu’ critiche del Codice ambientale rispettando i tempi che ci eravamo dati ma stiamo gia’ lavorando all’intera riforma del testo’’. ’’Ora - ha proseguito Pecoraro - intendo aprire una nuova fase di confronto con il Parlamento, al Conferenza Unificata e il mondo imprenditoriale e associativo’’. Il provvedimento approvato oggi modigica prevalentemente la parte terza e quarta del Codice, ovvero la disciplina delle acque e dei rifiuti. In particolare viene eliminata la nozione di sottoprodotto e la nozione di materia prima secondaria fin dall’origine e viene introdotta invece la nozione di prodotto recuperato.(SEGUE). GU 12/10/2006 14:02

AMBIENTE Modificata la parte relativa ai rifiuti Delega, lo smontaggio prosegue Via libera al secondo decreto che modifica la riforma del codice ambientale varata dal governo Berlusconi. Pecoraro: «Era impegno dell’Unione» / Suv, il superbollo avanza / L’Unione boccia il ponte

Lo smontaggio della Legge Delega, con cui il governo Berlusconi aveva riordinato l’intera materia ambientale, prosegue. Stamattina è arrivato il via libera al secondo decreto legislativo di modifica che il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha commentato molto positivamente: «Sono molto soddisfatto, abbiamo avviato un’azione di manutenzione nei confronti delle parti più critiche del Codice ambientale rispettando i tempi che ci eravamo dati ma stiamo già lavorando all’intera riforma del testo».Il provvedimento approvato oggi modifica prevalentemente la parte terza e quarta del Codice, ovvero la disciplina delle acque e dei rifiuti. In particolare viene eliminata la nozione di sottoprodotto e quella di materia prima secondaria fin dall’origine, introducendo invece la nozione di prodotto recuperato. «In sostanza il concetto di rifiuto diventa più rigoroso – ha aggiunto il ministro - Ora intendo aprire una nuova fase di confronto con il Parlamento, al Conferenza Unificata e il mondo imprenditoriale e associativo».Il testo del decreto che va alle Camere e alla conferenza Stato-Regioni: «Era un impegno preso nel programma dell’Unione - spiega Pecoraro - Permangono delle osservazioni anche da parte di altri ministeri, in particolare su materie secondarie. Nel percorso parlamentare ci sarà facoltà di ascolto anche delle realtà sociali in modo che, essendo questa una legge delega, si lavori di concerto con il Parlamento».12 ottobre 2006

http://www.lanuovaecologia.it/leggi/approvate/6373.php

RIFIUTI: CAMBIA IL CODICE AMBIENTE, STOP ALLE DEROGHE / ANSA(ANSA) - ROMA, 12 ott -

I rifiuti tornano a essere rifiuti. Stop quindi alle deroghe generalizzate in materia e nuova nozione di scarto con l’eliminazione dei sottoprodotti e delle materie prime secondarie sin dall’origine; arriva invece la nozione di prodotto recuperato. Questi i cambiamenti qualificanti contenuti nel 2/o schema di decreto legislativo correttivo del Codice ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’ Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Modifiche riguardano anche la parte che disciplina gli scarichi mentre vengono ricostituiti il Comitato di vigilanza sulle risorse idriche e l’Osservatorio nazionale dei rifiuti. Introdotte anche norme ad hoc per rilanciare la raccolta differenziata. ’’Sono molto soddisfatto - ha detto Pecoraro Scanio al termine della riunione a Palazzo Chigi - abbiamo infatti avviato un’ azione di manutenzione nei confronti delle parti piu’ critiche del Codice ambientale rispettando i tempi che ci eravamo dati ma stiamo gia’ lavorando all’intera riforma del testo’’. ’’Ora - ha proseguito - intendo aprire una nuova fase di confronto con il Parlamento, la Conferenza Unificata e il mondo imprenditoriale e associativo’’. ’’Il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri - ha quindi sottolineato Pecoraro Scanio - recepisce molte delle osservazioni delle Commissioni Parlamentari e della Conferenza unificata in sede di parere del primo provvedimento correttivo approvato lo scorso agosto’. La modifica del codice ambientale, ha detto ancora Pecoraro Scanio, ’’era uno degli impegni del programma di coalizione. Siamo intervenuti riposizionando la normativa italiana in modo piu’ rigoroso’’ anche in funzione delle normative comunitarie ’’al fine di risolvere le infrazioni aperte nei confronti dell’Italia’’.

Da parte del Governo, ha ancora sottolineato il ministro, ’’c’e’ un atto di rispetto alle richieste delle Commissioni e della Conferenza unificata’’. E per il futuro ’’c’e’ la facolta’ e la volonta’ da parte del Governo di accogliere quelli che sono dei miglioramenti’’, ha sottolineato Pecoraro. In particolare, ha spiegato il ministro per la parte che riguarda il ’’cuore’’ delle modifiche, ’’la disciplina dei rifiuti viene resa aderente alle norme comunitarie che erano state disattese illegittimamente dal Codice ambientale’’. Secondo i tecnici, infatti, con il Codice ’’nulla era piu’ rifiuto’’. ’’Ora - ha spiegato quindi il presidente della Commissione revisione del codice ambientale del ministero dell’Ambiente, Sauro Turroni - non c’e’ piu’ la deroga generalizzata e tutto cio’ che si vuole o si deve dismettere e’ rifiuto.

Prima molte categorie invece sfuggivano a questa nozione’’. ’’Stiamo rientrando nella legalita’’’, ha concluso Turroni. In particolare le modifiche riscrivono completamente gli articoli del Codice che riguardano recupero, definizioni, limiti al campo di applicazione, terre e rocce da scavo, accordi, contratti di programma e incentivi. In sostanza si cambia prevalentemente la parte terza e quarta del Codice. Per il capitolo acque si ripristina la vecchia nozione di scarico basata sul concetto di immissione diretta tramite condotta che era stata cancellata dal Codice ambientale. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri prevede ora un doppio passaggio per le Commissioni parlamentari, il parere della Conferenza unificata e altri due via libera da parte del Consiglio dei Ministri. (ANSA). GU 12/10/2006 17:36

http://isolapulita.blogspot.com/2006/09/il-tempo-passa-le-emissioni-restano%20il.html


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