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Immigrazione: tra l’Italia e la Libia inizia il dialogo

I rappresentanti di Malta, Libia e Italia si incontreranno, il 6 settembre, per fare il punto sull’immigrazione, al vertice, che si terrà a La Valletta

di Vincenzo Raimondo Greco - martedì 29 agosto 2006 - 3750 letture

I rappresentanti di Malta, Libia e Italia si incontreranno, il 6 settembre, per fare il punto sull’immigrazione. Al vertice, che si terrà a La Valletta, l’Ialia sarà rappresentata dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato. Per la Libia parteciperanno il ministro Al Obeidi e il capo delle forze armate El Musmari. Per Malta Borg, il capo delle forze armate maltesi, colonnello Vassallo e il capo della polizia, Rizzo.

Un incontro reso più urgente alla luce dei continui sbarchi sulle coste italiane. Basti pensare che, nella settimana di ferragosto, solo a Lampedusa, si è registrata una media di 25 clandestini l’ora. Un flusso inarrestabile definito da Giuliano Amatonon solo una tragedia, ma un vero e proprio crimine”. Un traffico gestito senza scrupoli da associazioni criminali ricorrendo a tecniche nuove: non più pescherecci vecchi e arrugginiti ma piccoli natanti, per lo più gommoni, in grado di trasportare una quarantina di persone. Un traffico che, però, ha un “mandante”, scrive Antonio Di Pietro sul suo blog: www.antoniodipietro.com.

E “si chiama Gheddafi” aggiunge il leader de ‘L’Italia dei Valori’; infatti, per l’ex pm di ‘Mani Pulite’, “la quasi totalità delle imbarcazioni parte dalle coste libiche con il tacito assenso delle autorità locali”. Il motivo è, secondo Di Pietro, da ricondurre nel contenzioso ancora aperto tra i due Paesi. “Gheddafi chiede per ipotetici risarcimenti la costruzione di un’autostrada per 3,5 miliardi di euro”. Ma “gli italiani espulsi a suo tempo dalla Libia hanno lasciato ogni loro avere. E non ebbero alcun risarcimento”.

Di qui la pressione del leader libico sull’Italia. “Le partenze dalla Libia rappresentano un chiaro atto di ostilità nei confronti del nostro Paese e non possono più essere tollerate. L’Italia - aggiunge Antonio Di Pietro dalle pagine del suo blog -dovrà prendere in considerazione di fronte a queste continue violazioni del suo territorio, anche il presidio delle sue acque territoriali, oltre a un atteggiamento intransigente nei confronti del governo di Tripoli”.

Ma lo scontento nei confronti del governo era stata rappresentata anche da Guido Barbera, presidente del CIPSI, Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale. “L’Africa non può essere un deserto della politica! L’Africa deve ritornare ad avere un posto di primo piano nella politica estera italiana ed europea. Per tale motivo - aveva dichiarato Barbera - aver diviso la competenza politica per l’Africa a due sottosegretari agli esteri, rappresenta un approccio politico inopportuno ed errato”.

E riferendosi alle parole di Amato: “condividiamo la condanna dell’azione ‘criminale’ denunciata dal ministro degli interni Amato per coloro che mercanteggiano sulla vita delle persone con le carrette del mare, ma condanniamo con maggior forza la debolezza, in alcuni casi anche l’assenza, della politica italiana ed europea nel prevenire tali tragedie, con serie politiche di cooperazione con i Paesi africani da dove ‘fuggono’ queste persone, disperate per le dittature, le violenze, la miseria, i diritti fondamentali calpestati”. Duro anche con Alessandro Bianchi, ministro dei trasporti, che, aveva chiesto “dieci milioni di euro per l’emergenza immigrazione”, per potenziare i mezzi della guardia costiera, per far fronte “all’esodo biblico di proporzioni epocali”.

Non è certo il rafforzamento dei controlli il principale modo di dare una mano all’Africa e di risolvere il problema”, aveva tagliato cortoBarbera. E poi un’esortazione:“lavoriamo, a livello nazionale ed internazionale, per ridare valori e nuove risorse alla cooperazione e per fare una vera politica di rispetto e difesa dei diritti e dei beni comuni di tutti gli esseri umani”. Posizione che viene, oggi, raccolta dal capogruppo dei Verdi a Montecitorio, Angelo Bonelli. “Non bisogna dimenticare di promuovere anche una politica di cooperazione e sviluppo in tutto il Mediterraneo. Contro la piaga dell’immigrazione clandestina - ha aggiunto - l’Italia non può certo farcela da sola, e per questo solleciteremo un vertice europeo con i governi del Nord Africa e la Libia”. E’ quanto si tenterà di fare il sei settembre.


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