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E ora ci saranno più abusi e più morti in mare

L’Europa si blinda. L’approvazione del Nuovo Patto sulla Migrazione legittima lo status quo alle frontiere esterne dell’Unione Europea in cui violenza e respingimenti sono pratiche quotidiane.

di Redazione - giovedì 21 dicembre 2023 - 782 letture

Il Patto Europeo è la pietra tombale sul diritto di asilo

Detenzioni, respingimenti, procedure di frontiera: l’accordo ripropone un approccio securitario che rischia di avere effetti devastanti sui diritti di chi cerca protezione in Europa e causerà ancora più sofferenza.

Il Consiglio e il Parlamento dell’Unione Europea hanno trovato un accordo sui cinque punti principali del Patto su Migrazioni e Asilo, che definirà il futuro delle politiche europee in materia. Il compromesso raggiunto non è un “momento storico”, come alcuni esponenti politici hanno affermato in queste ore, ma rappresenta una pagina nera nella storia dell’UE. È il fallimento di un’idea di Europa in grado di garantire protezione e sicurezza a chi fugge da guerre e persecuzioni.

L’accordo è l’ennesima riproposizione di un approccio securitario da “fortezza Europa” che ha ampiamente dimostrato di essere fallimentare e che rischia di compromettere seriamente l’esercizio del diritto di asilo. Invece di introdurre soluzioni in grado di garantire una maggiore protezione alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, questo patto rischia di dar vita ad un sistema disumano, costoso e inefficace, con un impatto devastante sui diritti umani e sul sistema di protezione in materia di asilo. Migliaia di persone, inclusi bambini e bambine, rischiano di essere trattenute in quelli che sono di fatto centri di detenzione alle frontiere.

Il Patto prevede infatti l’uso obbligatorio delle procedure di frontiera, che si tradurrà in situazioni di detenzione prolungata con limitato accesso ad assistenza legale, l’incremento dei respingimenti alla frontiera che hanno causato negli anni gravi violenze e violazioni dei diritti umani, il rafforzamento delle politiche di esternalizzazione con il coinvolgimento nella gestione dei flussi migratori di Paesi terzi, l’espansione della nozione di “Paese terzo sicuro” che consentirà di rimpatriare forzatamente le persone in paesi che sicuri non sono, la normalizzazione dell’uso arbitrario della detenzione per migranti (compresi bambini e famiglie), l’uso della profilazione razziale. Nessuna forma di solidarietà che possa risolvere i problemi strutturali del sistema di accoglienza e garantire una equa ridistribuzione delle persone in arrivo.

“Oggi è un giorno drammatico per chi cerca di protezione in Europa. Il patto è un compromesso politico fatto sulla pelle delle persone che non affronta alla radice le questioni irrisolte, ma perpetua una logica securitaria e pericolosa che causerà ancora più sofferenza. Qualsiasi riforma del sistema di asilo dovrebbe porre al centro i diritti delle persone, per questo l’accordo tradisce i valori fondanti dell’Unione europea”, afferma Fabiana Musicco Direttrice di Refugees Welcome Italia.

Da: Ufficio stampa Refugees welcome Italia, diffuso da Pressenza.


Da Sea Watch:

L’esito dei negoziati sul Nuovo Patto sulla Migrazione legittima lo status quo alle frontiere esterne dell’Unione Europea in cui violenza e respingimenti sono pratiche quotidiane.

In questi anni abbiamo assistito a politiche dell’Unione Europea che impedivano alle persone in pericolo in mare di raggiungere un luogo sicuro, ignorandole e facilitando il loro respingimento forzato in Libia e Tunisia, o ancora impedendo attivamente il loro arrivo in Grecia attraverso l’Egeo. Inoltre, hanno promosso crudeli sistemi di esternalizzazione e contenimento in Paesi terzi non sicuri, stipando persone in campi come Moria in Grecia, separando bambini dai loro genitori, picchiando persone fino a farle perdere i sensi lungo il confine croato, lasciando che morissero di freddo al confine polacco… Con l’accordo che è stato raggiunto, tutto ciò continuerà a succedere e sarà legittimato.

La situazione attuale sta portando ad un’allarmante criminalizzazione delle persone in fuga e di coloro che cercano di aiutarle. L’Unione Europea sta sostenendo le iniziative repressive perpetrate dai suoi Stati membri, rinunciando alla clausola che protegge l’intervento umanitario dalle accuse penali. Questo atteggiamento incoraggia una repressione sempre più intensa contro coloro che cercano di offrire assistenza e sostegno umanitario.

La tragica perdita di vite in mare è spesso strumentalizzata in modo ipocrita per promuovere una politica di chiusura dei confini. È deplorevole vedere come queste tragedie vengano sfruttate a fini propagandistici per giustificare una politica basata sulla paura e l’intolleranza invece che sulla solidarietà e l’accoglienza.

Oggi l’Unione Europea ha finalmente avuto la possibilità di onorare una promessa fatta dalla Commissione europea 10 anni fa, dopo la tragica morte di 368 persone in un naufragio al largo di Lampedusa. Il 2023 è stato uno degli anni più letali nel Mediterraneo centrale. Secondo l’OIM, oltre 2250 persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversarlo, in assenza di alternative. È impossibile sapere quante altre siano scomparse.

Con l’accordo di oggi, l’UE ha perso l’ennesima opportunità. Esistevano alternative in grado di salvare vite umane. Era necessario creare rotte sicure e legali verso l’Europa, istituire una missione europea di ricerca e salvataggio e garantire una distribuzione equa delle persone tra gli Stati membri. Al contrario, le istituzioni europee hanno deciso di contrastare attivamente i diritti di coloro che cercano protezione, legalizzando le violazioni del diritto d’asilo da parte degli Stati membri.

Il Nuovo Patto limiterà l’accesso alla protezione in Europa introducendo procedure accelerate di asilo alle frontiere al fine di velocizzare i rimpatri. Verrà mantenuto il fallimentare sistema di Dublino e non sarà implementato un vero meccanismo di solidarietà per sostenere gli Stati membri alle frontiere esterne. Inoltre, non viene presentata un’unica soluzione per organizzare in modo sostenibile la migrazione secondaria all’interno dell’UE. Si continuerà invece nell’isolare i rifugiati e i richiedenti asilo dal resto della società, trattenendoli in campi remoti e impedendogli qualsiasi forma di integrazione e inclusione. Non sono previsti percorsi sicuri e legali per cercare protezione nell’UE. Al contrario, l’obiettivo sarà quello di identificare come “Paesi terzi sicuri” un sempre maggior numero di nazioni, anche se queste non garantiscono

Questa situazione costringerà sempre più persone a cercare di fuggire via mare, scegliendo rotte sempre più pericolose. Purtroppo, altre vite andranno perse ancora e ancora, e nessuna sarà salvata dalla decisione presa oggi.

L’Europa ha deciso di trarre insegnamento dai suoi esempi peggiori. Ciò a cui stiamo assistendo è un fallimento storico e un pericoloso cedimento ai partiti di destra europei.

Questo comunicato è firmato: Sea-Watch, Sea-Eye, Maldusa, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, ResQ People Saving People, AlarmPhone, Salvamento Maritimo Humanitario, SOS Humanity, ed è stato diffuso da Pressenza



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