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Fiumara d’arte: il progetto di restaurazione e conservazione

Il progetto di valorizzazione conservazione e progettazione di Fiumara d’arte

di Redazione - lunedì 9 aprile 2007 - 11279 letture

I 25 ANNI DI FIUMARA D’ARTE 1982/ 2007 Fondazione Antonio Presti “Fiumara d’Arte”

FIUMARA D’ARTE - SEGNI NEL PAESAGGIO VALORIZZAZIONE CONSERVAZIONE PROGETTAZIONE

Atelier sul mare – Museo Albergo d’Arte Contemporanea 25-26-27 maggio 2007

Storia di Fiumara d’arte

La storia di Antonio Presti e della sua intuizione comincia nel 1982 quando, alla scomparsa del padre, fa costruire una gigantesca scultura in cemento armato, opera di Pietro Consagra, la prima di una serie di otto sculture poste lungo il greto del fiume che sfocia nel mare di Castel di Tusa. Le sculture sono imponenti, evocative tanto quanto i luoghi dove vengono sistemate. L’opera di Paolo Schiavocampo, Una curva gettata alle spalle del tempo, viene realizzata nel 1988, quella di Tano Festa ribattezzata Finestra sul mare si inaugura il 24 giugno del 1989 insieme alla Stanza di barca d’oro di Hidetoshi Nagasawa sul torrente Romei, a Energia mediterranea di Antonio Di Palma e a Labirinto di Arianna di Italo Lanfredini. A quella data risulta completata anche Arethusa, la decorazione in ceramica della caserma dei carabinieri di Castel di Lucio, di Piero Dorazio e Graziano Marini, e nel 1990 il Muro della ceramica di 40 artisti nazionali e internazionali.

Presti non costruisce sui suoi terreni, bensì su terreno demaniale. La scelta è voluta. Egli intende rinunciare alla proprietà delle sculture per donarle al pubblico. Lo Stato, diventando legittimo proprietario delle opere, ne avrebbe garantito la manutenzione, la fruizione pubblica, la custodia, la valorizzazione.

Il battesimo del progetto complessivo della Fiumara d’Arte coincide però paradossalmente con il suo arresto. Contro le opere della Fiumara vengono avviati cinque procedimenti giudiziari e ha inizio l’intricata vicenda processuale che ne blocca di fatto il completamento, che prevedeva anche la realizzazione di opere di grandi artisti come lo spagnolo Edoardo Chillida, Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro. Intanto Presti inaugura nel 1991 l’Atelier sul mare, un albergo che si affaccia sul mare di Castel di Tusa, affidando ad importanti artisti e figure del mondo della cultura quali Mario Ceroli, Luigi Mainolfi, Mauro Staccioli, Fabrizio Plessi, Raoul Ruiz, Pietro Dorazio, Graziano Marini, Michele Canzoneri, Maurizio Mochetti, Paolo Icaro, Dario Bellezza, Hidetochi Nagasawa, Renato Curcio, Agostino Ferrari, Danielle Mitterand, Cristina Bertelli, Agnese Purgatorio, Maria Lai, la realizzazione di alcune camere che divengono vere e proprie sculture abitabili.

Con una visione “alta ed altra”, Presti chiede agli artisti di stravolgere la funzione di una normale stanza d’albergo per consegnarla ad un’altra appartenenza, “quella del sogno dell’arte”.

La camera stessa e chi la vive diventano opera d’arte, che suscita emozioni e induce alla riflessione, al “viaggio dello spirito”. Uno spazio mentale che l’ospite/spettatore abitandolo completerà, divenendo parte integrante e fondamentale dell’opera. L’Atelier sul mare diventa presto un singolare albergo museo di arte contemporanea, luogo di partenza per le escursioni nella Fiumara, residenza di giovani artisti stranieri, spazio espositivo per artisti siciliani.

Sempre nel 1991, l’infaticabile Presti organizza in uno dei paesi della Fiumara, Pettineo, la singolare manifestazione “Un chilometro di tela”, un’estemporanea di pittura su una tela che attraversa le strade del paese per poi essere tagliata a pezzi e donata agli abitanti le cui case diventano “Museo domestico”.

Il restauro della Fiumara d’Arte. Premessa

Parlare di restauro è senza dubbio parlare di un rispetto che è mancato, di una tutela che non si è esercitata, di eventi e di negligenze che hanno interferito sulla vita di un’opera d’arte, mezzo e fine, senso e oggetto, dell’anelito alla bellezza. Questa è la storia di gran parte del patrimonio culturale italiano, di quello archeologico, di quello moderno e di quello contemporaneo, e questa è anche la storia di Fiumara d’arte, parco di sculture nato dall’impegno di un mecenate guidato dalla convinzione che l’espressione artistica contemporanea debba vivere nel respiro di chi la fruisce. Convinzione che è diventata un fatto concreto e si è materializzata nell’arco di venticinque anni.

Fiumara d’Arte e il paesaggio

Fiumara d’Arte si impone nel territorio come un circuito d’arte non costretto entro luoghi definiti, nel chiuso dei musei, subordinato al pagamento di un biglietto e all’orario delle visite. L’intenzione di Presti è stata quella di portare l’arte per strada, di renderla visibile e accessibile, farla entrare nel quotidiano di ognuno, armonizzandola con il paesaggio, connotando il territorio con il segno della bellezza contro l’abusivismo edilizio.

Il binomio natura-uomo, segreto della civiltà Mediterranea, rivive in questo territorio; la cultura diventa un risveglio dell’energia antica che ha mosso l’uomo e che gli ha permesso il viaggio verso la propria grandezza, attraverso lo sviluppo del proprio essere. L’uomo, mediante il linguaggio universale dell’arte, si trova fra terra e cielo, fra materia e spiritualità, fra scultura e musica, fra natura e segno. “Le opere della Fiumara suonano al vento come delle enormi arpe eoliche".

Fiumara si è candidata altresì a diventare, per la sua peculiarità, punta di diamante di un turismo di qualità e dimostrazione concreta che l’arte non solo rappresenta la bellezza, ma può essere un motore di sviluppo economico per tutto il territorio. Fiumara d’Arte rappresenta oggi un valore indiscusso per il pubblico che l’ha scelta e la sostiene.

Il riconoscimento dell’opera

La storia di Fiumara diventa paradigmatica della situazione di molte opere d’arte contemporanea che per la natura dei materiali di esecuzione, per la vulnerabilità stessa della materia esposta agli agenti atmosferici, e per il mancato rispetto, diventano vittime di incuria, soggette a degrado. L’intervento di restauro di fatto comincia a compiersi nel momento in cui la collettività prende coscienza della necessità di tutelare e conservare un dato oggetto, perché vi riconosce un valore artistico e storico.

Questo riconoscimento è accompagnato, e in parte preceduto, da un’operazione di conoscenza dell’opera, nella sua "forma" e nella sua "struttura", e dalla valutazione dell’istanza storico-estetica degli elementi che la compongono, in relazione anche alle vicissitudini di cui negli anni essa è stata protagonista.

Nel caso di Fiumara d’arte, che per sua stessa natura pone come centrale la “questione del destinatario”, cioè di colui che rende viva l’opera animandola attraverso il suo sguardo, completandola idealmente ed emozionalmente attraverso la propria creatività, il degrado e l’abbandono fisico non sono stati effetto di indifferenza dello spettatore. Al contrario, si è progressivamente sviluppato un pubblico che costantemente visita la Fiumara d’Arte, che si lascia trasportare dalla bellezza di queste imponenti sculture, che sosta davanti al Labirinto o sulla spiaggia per far giocare la luce del tramonto con la scultura-monumento di Tano Festa. Le opere sono destinate al pubblico e il pubblico le ha fatte sue. Il processo di creatività fonda e continua l’opera, nel flusso costante dei visitatori, al di là del segno immobile che la rappresenta nella forma.

E’ proprio questo pubblico, nazionale e internazionale, che ha chiesto a gran voce insieme al suo creatore di rispettare Fiumara, di intervenire per bloccare i processi di degrado che fiaccano la consistenza fisica delle opere.

E’ proprio in conseguenza di questa richiesta e di questo impegno che Antonio Presti il 22 aprile 2005 decide di chiudere la Finestra sul mare di Tano Festa. Fa calare un velo con la parola Chiuso scritta in tutte lingue, impedisce e interrompe la vista dell’opera per salvarla dal disfacimento e conservarla intatta nell’immaginario del pubblico. Un atto così forte che diventa esso stesso fatto artistico e per la sua vasta eco contribuisce a che il grido di Fiumara raggiunga finalmente le Istituzioni e veda il riconoscimento - da lungo tempo richiesto da Presti ­- del museo e del suo diritto di essere tutelato e conservato attraverso l’emanazione, nel gennaio 2006, della Legge Regionale 6/06, scritta e sostenuta dagli onorevoli Fleres e Beninati.

Progettazione e conservazione

Da questo momento comincia la storia “istituzionale” di Fiumara. Le sculture, in quanto facenti parte di una collezione pubblica, acquisiscono finalmente il diritto alla tutela istituzionale. E sempre dalla Finestra sul mare comincia idealmente il percorso che porterà, nel più breve tempo possibile, ad intervenire col restauro per bloccare il degrado di tutte le opere, ripristinare la fruibilità e la leggibilità delle sculture monumentali e quel rapporto/dialogo tra opera e fruitore in verità mai interrotto. Da febbraio di quest’anno sono iniziati i sopralluoghi e le indagini che porteranno al restauro della scultura di Tano Festa che per la sua ubicazione vicina al mare, sulla spiaggia di Villa Margi, è l’opera nella quale il degrado è più visibile e grave.

L’intervento di restauro, che comincerà a marzo, rappresenta un’altra tappa significativa della storia di questo museo a cielo aperto e un importante presupposto ideale nonché indicazione di prassi per il convegno “Fiumara d’Arte – Segni nel paesaggio. Valorizzazione, Conservazione e Progettazione” che si terrà presso l’Atelier sul mare- Museo Albergo d’Arte Contemporanea il 25 e 26 maggio, organizzato dall’Associazione culturale Fiumara d’arte e dall’Associazione Amici di Cesare Brandi, nella piena convinzione che la parola chiave per il contemporaneo sia la conservazione fisica ma anche ideale di un’opera sensibile. Non si può parlare di sopravvivenza di un’opera e quindi di un’idea se non attraverso il rispetto di essa nella sua essenza fisica del quotidiano.

Il restauro come atto estremo di salvaguardia del bene, la manutenzione ordinaria, la conservazione come impegno periodico che allontani il più possibile il momento del restauro, sono le linee guida della teoria del restauro propugnata da Cesare Brandi, valida sia per l’antico che per il contemporaneo, e sono le idee attorno alle quali si impernia la struttura di questo convegno.

Attraverso l’intervento di importanti esponenti nel campo del restauro ma anche di giovani critici d’arte e artisti, il convegno sarà l’occasione per affermare, parallelamente al valore della conservazione, la necessità della progettazione: solo legando questi due aspetti si può affermare e continuare a tenere vivo il valore del senso del contemporaneo. Fiumara è, e vuole essere, il paradigma di questa idea, vuole conservare ma non chiudersi nel processo a breve termine della storicizzazione. E intende farlo progettando e continuando a dichiarare che il valore dell’idea si esprime attraverso il segno. Solo continuando a produrre segni, si consolida e diviene durevole il rapporto tra opera d’arte e spettatore, tra artista e colui che sa rendere l’altro creatore. Il 25 maggio, in concomitanza con il restauro della Finestra sul mare, ad apertura dei lavori del convegno, verranno così presentate tre nuove camere d’arte dell’Atelier sul mare.

A conclusione del convegno sarà presentata la Fondazione Antonio Presti-Fiumara d’Arte e il programma delle attività 2007/2008: per le attività inerenti la conservazione, l’intervento sul Labirinto di Arianna di Italo Lanfredini; per la parte della progettazione, la realizzazione di tre nuovi interventi monumentali nei comuni di Motta d’Affermo, Pettineo e Santo Stefano di Camastra e di altre tre nuove camere d’arte presso l’Atelier sul mare.

Fondazione Antonio Presti-Fiumara d’Arte / Laboratorio di conservazione e progettazione

L’istituenda Fondazione ha tra i propri obiettivi quello di creare un polo di specializzazione post-universitaria vocato alla conservazione e alla progettazione di arte e architettura nel paesaggio.

Fiumara d’Arte diventa così officina attiva, laboratorio permanente di sperimentazione e verifica di ordine sia teorico che pratico, in una dimensione di dialogo internazionale Il suo fondatore vuole lasciare tutto il patrimonio culturale creato ad un impegno etico di “devozione alla bellezza”.


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