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Ma da che parte sta Fastweb?

Fastweb sempre dalla tua parte. Ma da quale parte? Non quella dei lavoratori...

di Letizia Tassinari - sabato 29 settembre 2007 - 15563 letture

Fastweb spa. La Direzione centrale è a Milano. Esistono poi altre Direzioni, per il centro e per il sud.

In queste sedi esistono i callcenter direzionali, out bound e in bound. I primi sono gli unici in cui gli operatori telefonici, chiamando a casa e nelle aziende, sono in grado di contrattualizzare, in teleselling, il cliente. Nei secondi gli operatori telefonici sono addetti al Customer Service, ossia rispondono al numero verde dedicato al servizio clienti. La Direzione affida poi a piccole aziende, sparse sul territorio, il mandato di Business Partners.

Aziende del genere esistono anche in Toscana, e in particolare nella Provincia di Lucca. Chi sono questi soggetti?

Per lo più piccoli call center, il cui personale ha il compito di telefonare per prendere appuntamenti ai Funzionari di Vendita, i quali dovranno poi andare nelle case o nelle aziende a spiegare l’offerta, con la promozione del mese, e contrattualizzare il cliente.

L’operatore del piccolo call center territoriale lavora a progetto. Rarissimamente pagato 7 euro lordi l’ora, spessissimamente pagato 3 euro e 50 centesimi lordi l’ora o addirittura solo qualche centesimo a chiamata, più eventuali incentivi per ogni appuntamento preso e/o per ogni contratto che il Funzionario di Vendita è riuscito a sottoscrivere durante la consulenza.

E qui la prima domanda: quale è il progetto dell’operatore? telefonare? Telefonare è un lavoro, da inquadrare come lavoro dipendente, o sotto il CCNL del Terziario o sotto il CCNL delle Telecomunicazioni, con tanto di ferie, malattia, tredicesima, quattordicesima, TFR, non un progetto da gestire autonomamente, tanto più che le persone da contattare l’operatore telefonico, non se le può scegliere di propria iniziativa, ma gli vengono imposte da precise liste di nominativi fornite dalla Direzione Fastweb, la telefonata deve essere fatta secondo un preciso script, anch’esso deciso dalla Direzione, ci sono turni da rispettare, o la mattina o il pomeriggio, regolamenti imposti e, se non si produce, se cioè non si riesce a prendere appuntamenti... si va a casa!

Come configurare questo "mandare a casa" il poveraccio che non produce, perché magari è stato 4 ore al telefono a sentirsi buttar giù la cornetta o a farsi insultare da chi delle telefonate dei call center non ne può più, se non come un estremo provvedimento disciplinare chiamato "licenziamento", tipico del lavoro dipendente e subordinato?

Per i Funzionari di Vendita, anch’essi lavoratori a progetto, con o senza partita IVA, è anche peggio: non esiste un compenso fisso e certo, non esiste un rimborso spese di benzina e usura auto, si è retribuiti solo in base ai contratti (e non in base ai contratti stipulati, ma in base a quelli attivati! E, incredibile, al Funzionario di Vendita non vengono pagati neanche i contratti la cui non attivazione non dipende dalla volontà del cliente ma da insospettabili ed imprevedebili impossibilità tecniche o errori dei system addetti alla installazione degli apparati).

Ergo si lavora con l’incognita se il mese successivo si avrà una busta paga a 0 euro o no e, nel primo caso, la certezza di aver non solo non guadagnato ma addirittura essere andati a rimessa! ...di benzina e di salute, coi nervi a pezzi.

Questo è quanto accade a chi lavora per la Fastweb spa. Fino a quando lasci, perché non ne puoi più.

C’è chi, da poco, e dopo molto, ha lasciato la Fastweb! Gabriele, così lo chiameremo, se ne è andato. Con una lettera di "dimissioni per giusta causa", visto che da qualche mese era diventata non solo una perdita di denaro, ma anche un accumulo di tensione di nervi.

Nessun appuntamento dal call center, perché le persone che si possono contattare (che vista la ormai nota normativa del Garante sono esclusivamente quelle che hanno dato il consenso!) o hanno già Fastweb o non lo vogliono; consiglio (o "imposizione"?) ai Funzionari di Vendita di andare a trovarsi i clienti da soli, con il porta a porta, ovviamente a costo zero per la Fastweb: si va in giro alla ricerca disperata di un Cristo che firmi un contratto e se non lo si trova si è buttato via delle ore, speso soldi in benzina, o consumato i tacchi, e si torna a casa depressi perché non avendo fatto neanche un contratto la giornata è stata guadagno ZERO e spese TANTE.

Per non parlare di truffe sparse, disservizi e tantissime lamentele... tante delle quali sono note a tutti sui vari blog e forum (come la testimonianza che qui trascrivo integralmente: "ecco la mia prima lettera a Fastweb:
Spett.le FASTWEB S.p.A Vi scrivo in relazione al mio contratto num. cliente xxxxxxxx. Contratto originariamente stipulato per la fornitura di servizi relativi a TV, Telefono e Internet Giorno e Notte.
Bene. Durante il primo mese di abbonamento con Voi il sottoscritto ha richiesto l’attivazione di SKY Calcio. Tale servizio non è mai stato attivo sul mio televisore per VOSTRE difficoltà a trasmettere un segnale di 6Mbit (Dichiarato dai Vs. tecnici durante le varie telefonate della durata di ore che ho dovuto sopportare, sempre per un Vs. Disservizio) Chiaramente ho chiesto più volte verbalmente, oltre che aver inviato varie e-mail a riguardo, di non addebitarmi il costo dei servizi non forniti (TV e SKY Calcio) in quanto non disponibile a pagarli…. e Voi, nelle persone dei Vs. tecnici, mi avete confermato verbalmente quanto richiesto; che gentili!
Finalmente ho a che fare con FastWeb e non con Telecom. Gente sveglia e moderna, pensavo!! Invece, nonostante il danno morale e materiale da Voi provocatomi in quanto mi avete cercato, diciamo cercato, di vendere qualcosa di cui non siete in possesso (e questo potrei dimostrare che è un reato… simile alla “truffa”!!) esattamente dopo una settimana mi inviate una FATTURA!!
La fattura di cui parlo è la n. xxxxxxxxxx dell’importo di €246,95 datata 14/11/06. In tale fattura mi sono addebitati, logicamente, i costi della Vs. ONtv e di SKY Calcio per il primo bimestre.
Il sottoscritto, sgomento e visibilmente disorientato, ha chiamato nuovamente il Vs. Call Center (con ulteriori perdite di tempo in attesa e non…) chiedendo di stornare la fattura in quanto errata e di ri-emetterla in modo corretto. Il Vs. impiegato, peraltro in modo molto maleducato, mi ha risposto che essendo la Vs. procedura strutturata (e chissà come mai!!) in un certo modo (alla quale elaborazione mi dispiace di non aver collaborato), avrei dovuto pagare e attendere in futuro la restituzione dei soldi… Complimenti! Io chiaramente, non ho pagato.
In data 22/01/07, avete avuto il coraggio di inviarmi un sollecito di pagamento dove mi minacciate di sospendere i Vs. servizi (anche quelli mai fornitimi!!!!) se io non avessi pagato la fattura di € 246,95 di cui il 50% è a tutti gli effetti configurabile come un “furto di interessi” ovvero un anticipo di denaro, peraltro senza sapere per quanto tempo!! Nuovamente ho composto il Vs. numero di telefono; ho parlato con una signorina più gentile che mi ha detto di scrivere un fax, il presente, dichiarando: INTENDO SOSPENDERE IL SERVIZIO TV E SKY CALCIO IN QUANTO MAI FORNITOMI PER VS. CAUSA!
Sinceramente questo l’ho scritto in una e-mail il 14/11/06, ma comunque mi provoca gioia il ripetervelo.
Ma il bello deve ancora arrivare!!
Ieri, Giovedì 1/02/07, mi arriva un’altra lettera FastWEB…la apro…una fattura… € 200.62 comprendente ONTV e SKYCALCIO…
Ma allora siete veramente convinti che io sia la Vs. banca?? Che un utente vi debba dare i propri soldi solo perché fate la pubblicità con Valentino Rossi…
Beh, oltre all’Associazione Consumatori questa lettera sarà data al mio Avvocato, per chiedervi i danni relativi al Vs. disservizio ed al mio tempo perso in chiacchiere con Voi.. Ma siete sicuri di essere così Fast?"
Successivamente ho inoltrato una Raccomandata A/R con richiesta di rescissione immediata del contratto e dopo circa 60 giorni mi arriva un’ulteriore fattura di ca. 200 € che non ho chiaramente pagato.... Ora si attende...senza internet...senza telefono...
CHI MI AIUTA? un tecnico Fastweb?????????"), che hanno fatto e fanno una pessima pubblicità.

Ergo, spesso diventa impossibile o quasi contrattualizzare nuovi clienti. Almeno lavorando onestamente, senza cioè mentire.
Nonostante il nostro lavoratore non sia più del CPF, Club Precari Fastweb, è di pochi giorni fa l’ultima querelle, per la quale è stato costretto a scrivere l’ennesima e-mail ai sommi capi. Omettendo i nomi veri ed usando nomi di fantasia, per rispetto e per tutela della privacy dei clienti, ne trascrivo il testo:

"Faccio seguito alla telefonata intercorsa con "Lamberto" intorno alle 20, per confermare per iscritto quanto dettomi da "Laura" durante le sue due telefonate fattemi oggi:
I tecnici della Fastweb, che si sono presentati come tecnici anche della Telecom, NON HANNO POTUTO ALLACCIARLA, CONSIGLIANDOLA DI FARE PRIMA L’ALLACCIO CON TELECOM E POI EVENTUALMENTE PASSARE A FASTWEB.
Al di la del fatto che i tecnici le avrebbero anche detto "faccia Alice tutto incluso", le conviene... Se con Fastweb poi avesse dei problemi, non le mandano nessuno per i guasti!!!..." "Laura" ha deciso, vista la impossibilità per Fastweb di allacciarla, di annullare la proposta di abbonamento con me sottoscritta ad agosto.
Dato che oggi ero fuori casa, per l’altro mio lavoro, e non potevo esserle di aiuto (cosa questa che comunque non sarebbe nei miei compiti, non lavorando al Servzio Clienti, ma che ho sempre fatto, volentieri per i miei clienti, ma gratis et amore Fastweb), le ho consigliato di rivolgersi o telefonicamente al numero verde per sapere come fare.
Le è stato detto che può dare disdetta, inviando una raccomandata a.r. e pagando una penale di 49 euro!
Quale penale?
Se un qualsiasi cliente da disdetta per un servizio GIA’ ATTIVATO, che per sua scelta non desidera piu’ avere, "forse" gli può essere richiesta. Anche se varie associazioni di consumatori, secondo precise interpretazioni delle norme, metterebbero in dubbio la cosa, visto l’ormai entrato in vigore Decreto Bersani. Ma non esiste sulla faccia della terra che venga richiesta una penale per un servizio MAI ATTIVATO, non essendo l’utente mai diventato tale, e mancando pertanto la sua possibiltà di usufruire di un servizio. Così come nessuna penale va applicata al cliente attivato, che abbia avuto disservizi totali.
Ci si meraviglia della cattiva pubblicità? e dello scarso aumento di portafoglio negli ultimi mesi... A me pare cosa ovvia.
Le lamentele, anche se "isolate", ma putroppo così isolate non lo sono, producono a catena un brutto passa parola.
Senza contare le TRUFFE perpetrate da personaggi truffaldini. E, al mio cellulare, ho risposto non so più nemmeno quante volte a clienti, non miei, truffati da Funzionari di Vendita senza scrupoli che avevano dato loro, crocettando a loro insaputa sul contratto, nella parte che viene trasmessa alla Direzione, e non su quella che resta al cliente, opzioni aggiuntive a pagamento! Roba da denuncia penale e richiesta di risarcimento danni, nonché da articolo a tutta pagina, non solo sulle cronache locali ma su quelle nazionali e su Internet, visto che la maggioranza delle persone legge più sui blog che sulla carta stamapata. Colgo l’occasione per segnalare altri casi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, di clienti "scontenti":
"Silvia" che aspetta da febbraio un rimborso di 45 euro. Senza contare che la sig.ra ha dovuto vivere un’odissea per essere attivata. Il suo primo contratto pareva essere sparito nel nulla. Ha scritto fax e raccomandate, gentili, anche su pungenti e molto sarcastiche alle quali nessuna risposta è stata data. "Luchy" ( mio stesso palazzo), cliente da più di un anno. MAI FUNZIONATO INTERNET. Ma lo paga...
"Pino", da settembre il telefono e il fax gli funzionano un giorno sì e un giorno no!
"Giuseppe", mai funzionante, nonostante l’attivazione ha fatto recesso. Per non parlare di "Aldo", che ha già inizato una causa con il suo legale, per un disservizio pos perdurato mesi e mai risolto che gli ha procurato un mancato guadagno.
Comunico infine che attendo ancora di essere pagato per il lavoro svolto lo scorso mese. L’avermi informato che la persona addetta a provvedere fosse in ferie, e che per questo motivo ci sarà un ritardo, addirittura di più di un mese, è una giustificazione che ritengo del tutto inadeguata. Si doveva provvedere prima, o incaricare chi sostitusice nel periodo di assenza a provvedere nei termini, visto che si lavora per necessità e non per hobby.
Se voglio fare del volontariato lo faccio altrove, e non per un Azienda che si vanta di essere l’alternativa a Telecom e paga Valentino Rossi milioni di euro l’anno per uno spot.
Tutti, ahimè anche il sottoscritto, abbiamo il vizio di mangiare, per sopravvivere.
Tutti dobbiamo pagare le tasse e le bollette (quelle di Fastweb incluse) ma se non ho soldi perché il datore di lavoro non mi ha pagata, non posso dire "scusa Enel... ti pagherò quando quelli della Fastweb mi pagheranno". Perché senno mi staccano il servizio.. "

BEL MONDO!!! Il mondo dei precari Fastweb. Anche se qualche agenzia territoriale, poche in realtà, si comporta diversamente, da vero imprenditore, e si accolla il rischio di Azienda, pagando puntualmente chi lavora alle sue "dipendenze", anticipando di tasca sua i compensi.

Meno male che l’azienda è stata di recente comprata dagli Svizzeri. Precisi come è noto che siano, auguriamoci che riescano a mettere precisione anche nei rapporti lavorativi con lo staff di persone che ci collaborano.
Augurandosi al contempo che questo Governo, il cui programma era proprio combattere il precariato, assolva quanto promesso agli elettori.


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Ma da che parte sta Fastweb?
29 settembre 2007, di : isa

ma cambia mestiere letizia non fare il grillo e il prodi anche te stai zitta muta e fila
Ma da che parte sta Fastweb?
29 settembre 2007, di : giorgio

Isa, una risposta del genere merita un commento. Primo come ti permetti! e secondo, ti sembra il caso di rispondere così a una persona che vive o ha vissuto un dramma? Conoscendo la situazione poi non credo proprio che sia l’unica e molto di quello che leggo lo ritengo vero. Quindi spara in altri forum e prima di giudicare, pensa (come dice la canzone) Per quanto riguarda Letizia hai tutto il mio appoggio, secondo me vale la pena che ti cerchi un’azienda che non ti faccia penare come questa. In bocca al lupo.
Ma da che parte sta Fastweb?
29 settembre 2007, di : Letizia Tassinari

Da Giorgio: "Anche a me non piace come è strutturata questa azienda e spero proprio che il panorama delle telecomunicazioni in Italia cambi. Ci sono tutte le premesse perchè sorgano delle aziende locali, molto meglio di queste fotocopie di telecom nazionali."

— Invio tramite il sito Girodivite - Segnali dalle citta’ invisibili (https://www.girodivite.it/)

Ma da che parte sta Fastweb?
29 settembre 2007, di : Letizia Tassinari

Cara Isa, circa il fare o non fare il "grillo", ti ricordo che esistono sia la liberà di pensiero, la tua come la mia come quella di chiunque, sia la liberta’ di parola. Oltre che il diritto di cronaca, a patto di dire la verità. E, quello che ho scritto nell’articolo è ovviamente tutto vero. Sacrosanti diritti ancora esistenti in Italia, tra i pochi rimasti!!! "Zitta, muta e fila" non rientra nel mio vocabolario. La censura del periodo fascista è finita da diversi anni!
Ma da che parte sta Fastweb?
2 ottobre 2007, di : giorgio

cara isa,

mi sa che ci ha pensato vodafone che ha chiuso il contratto con fastweb. E sinceramente da quello che leggo non tarderanno a seguirne altri, e a dire il vero lo spero proprio, visto gli atteggiamenti allucinanti che leggo in questo post (naturalmente se sono veri come credo), da paura.

Ma da che parte sta Fastweb?
31 ottobre 2007, di : Letizia Tassinari

Da "IL MANIFESTO" a proposito di call center Fastweb "Briefing da incubo alla In-Contatto di Roma. Ci scrive un lavoratore Sono un uomo di 36 anni con quasi 2 lauree in psicologia e che ha avuto la sfortuna di fare un esperienza, seppur breve, nel campo dei call-center outbound. Al momento in cui vi scrivo sono al mio settimo giorno di prova presso la “In-Contatto” una azienda di Roma che vende servizi per la Fastweb, bene ieri è stato il mio ultimo giorno di lavoro, in quanto ho cominciato a provare la nausea per quel posto dopo appena due o tre giorni di lavoro.

Oltre a tutte le cose negative che ho potuto leggere su questo sito riguardo a questi call-center outbound, e cioè la situazione contrattuale pessima, le ferie inesistenti, le malattie e il tfr non pagati, credo che la cosa peggiore non sia stata menzionata.

Nel caso mio la nausea è dovuta ai cosidetti “briefing” di inizio lavoro della durata di 10-20 minuti durante i quali la team-leader, una donna con molta aggressività, faceva qualunque tipo di pressione psicologica su chi il giorno prima aveva avuto la sfortuna di non prendere un appuntamento con un consulente.

Questi cosidetti “briefing” erano conditi di parolacce di ogni tipo, intimidazioni e attacchi all’autostima dei lavoratori attraverso confronti tra chi aveva preso l’appuntamento e chi no. Insomma un qualcosa di assolutamente illegale, sfruttando la consapevolezza che molte delle persone presenti non potevano rispondere perché bisognose dei due soldi che avrebbero potuto guadagnare.

La cosa più sleale da parte di questa azienda nei miei confronti è stata quella di avermi assunto, quindi fatto un colloquio di lavoro con una selezionatrice, che ha invece dei modi cordiali e rispettosi, altrettanto dicasi per il corso della durata di due giorni, fatto con un amministratore dell’azienda, ed anche qui nessun avvertimento circa le modalità di questi “briefing”, ma poi al primo giorno di lavoro ecco che arriva la sorpresa, l’incontro con questa fantomatica team-leader, una persona, anche se definirla tale è un complimento, totalmente inadatta a ricoprire un ruolo del genere, ma evidentemente le coercizioni adottate da questa persona fanno comodo all’azienda in termini di vendite.

Eppure alcuni particolari che possano allarmare si possono notare se si è attenti anche nei giorni del corso, mi riferisco all’arredamento della sede dell’azienda, un posto scarno e trasandato, con arredamenti minimi che lasciano presagire che questo tipo di aziende non navigano nel lusso, anzi probabilmente i titolari fanno la fame più dei loro dipendenti.

Per concludere vorrei comunicare il nome di questa azienda così forse qualcuno che potrà avere la fortuna di leggere questa lettera potrà evitare di finirci un giorno, visto che questi sono sempre alla ricerca di persone, visto l’alto numero di abbandoni:

In-Contatto, Via di Torre Rigata 10, Roma"

    Ma da che parte sta Fastweb?
    12 giugno 2009, di : ALESSANDRA

    CARA LETIZIA HO LETTO LA TUA ESPERIENZA, E NON SAI COME TI CAPISCO,AVENDO LAVORATO PER DUE ANNI COME AGENTE FASTWEB.....!!!!! TUTTO VERO QUELLO CHE SCRIVI,MOLTO FRUSTANTE LAVORARE IN QUELLE CONDIZIONI FINO A CHE NON ARRIVI AD UN PUNTO CHE NON NE PUOI PIU’ E MOLLI TUTTO ANCHE SE A MALINCUORE PERCHE’ IO ADORAVO LA MIA PROFESSIONE MA NON SI PUO’ LAVORARE COSI’DA CANI E ALLO SBANDO PER DI PIU’ A RIMESSA.CHE DELUSIONE QUANTA!!!! E POI CON UN AZIENDA COSI’ GRANDE DEVONO SAPERE TUTTI QUELLO CHE FA CON NOI AGENTI VERO E PROPRIO SFRUTTAMENTO!!!!
Ma da che parte sta Fastweb?
17 novembre 2007

FONTE: Precario Stabile

"Il contratto che non c’è… Siamo un gruppo di precarie e precari che hanno lavorato, negli ultimi due mesi, in un piccolo call-center romano. Un lavoro part-time all’interno di un appartamento nella centralissima Piazza Bologna leggermente adattato a postazione lavorativa. Innocuo, invisibile… come tanti. L’ambiente sembra familiare, facciamo il colloquio e firmiamo un apparente contratto di tipo occasionale. I primi dieci giorni sono di prova e veniamo pagati (5 euro) ogni volta che un consulente/venditore riesce a chiudere un contratto Txxx attraverso un appuntamento preso da noi. La nostra retribuzione quindi non dipende solo dal nostro lavoro e in pratica regaliamo dieci giorni della nostra vita a questa società, con la speranza di essere confermati e iniziare una collaborazione a progetto con un fisso orario.(5.58 euro netti) Iniziamo a lavorare “a regime” ma di contratto non se ne parla neppure. Le risposte ai nostri dubbi hanno solo il merito di aumentarli e progressivamente comincia il mobbing: ogni giorno “siamo bassi” rispetto agli standard (come dicono loro), quasi ogni settimana ci prospettano nuove offerte commerciali da proporre al telefono e nuovi compiti lavorativi (la maggior parte delle volte eliminati dopo pochi giorni di prova), cominciano gli attacchi personali e le provocazioni contro chiunque degli operatori chieda informazioni in merito alla retribuzione o alla natura stessa del lavoro, uno di noi decide di licenziarsi. Lavoriamo senza cuffie, in una stanza piccola e senza uscite di sicurezza o estintori, e per di più i data-base cartacei di cui disponiamo sono talmente scarsi che siamo obbligati a richiamare gli stessi utenti fino a 12 volte di seguito…. Tra una telefonata e l’altra ci rendiamo conto che tra l’altro quel foglio/contratto che abbiamo firmato vale quanto un rotolo qualsiasi di carta da culo qualsiasi. Non c’è la data di inizio del lavoro, non rientra in nessuna tipologia contrattuale, praticamente è in nero. Tra una telefonata e l’altra cominciamo ad organizzarci per acquisire informazioni e decidere collettivamente cosa fare. Siamo 8 in tutto, 6 donne e 3 uomini. Veniamo da percorsi di vita differenti, da parti di Italia lontane e diverse, da esperienze lavorative variegate e complesse, ma è incredibile come le nostre storie siano accomunate da una sola parola: PRECARIETA’. Ci siamo rivolti a uno dei diversi sportelli di informazione e di lotta sul lavoro aperti nella città di Roma per condividere ed aumentare le nostre informazioni e quindi le nostre possibilità di rivalsa rispetto a una situazione lavorativa a dir poco insopportabile, e in sei abbiamo deciso di iniziare un percorso vertenziale contro i nostri datori di lavoro. E così quando, dopo due mesi di lavoro senza aver visto ancora un euro, forniamo una richiesta scritta per avere un contratto regolare, casualmente nel giro di pochi giorni veniamo praticamente licenziati con la scusa della fine del loro rapporto con Txxxxx.

Siamo stanchi di fare lavori di merda e non tutelati e siamo stanchi di dover sopravvivere, per questo decideremo insieme come reagire di fronte a questo licenziamento collettivo e ingiusto. Vogliamo rendere pubblica la situazione di assoluta precarietà e illegalità della nostra esperienza lavorativa, perché crediamo che uno dei modi possibili per autotutelarci come precari@ sia raccontare e informare su tutte le realtà lavorative che in modi diversi sfruttano il nostro lavoro e la nostra vita.

La società di cui parliamo è la xxxxxxxxxxx, che gestisce anche un altro call-center in zona Tiburtina e che in questo periodo ricerca nuove operatrici telefoniche per Fastweb. Gli annunci sono presenti anche su PortaPortese, invitiamo tutti e tutte ad evitare qualsiasi contatto con questi giovani e rampanti sfruttatori.

Diffidare è meglio che telefonare!!!

Siamo sicuri che queste situazioni irregolari e invisibili non siano una rarità in questa città, ma siano migliaia…. Parliamone!!!

Comitato precarie e precari call-center"

    Ma da che parte sta Fastweb?
    8 giugno 2009, di : DELUSO DA FASTWEB

    IO VORREI CAPIRE SE L’APPLICAZIONE DELLA LEGGE BIAGI NEL MODO CHE UTILIZZANO I CALL CENTER IN SPECIE FASTWEB SIA NELLA NORMA DI LEGGE O NO? PERCHE SONO ASSURDI I CONTRATTI CON I TURNI OBBLIGATORI CHE ALTRIMENTI NON VEDI IL FISSO, PERIODI DI PROVA IN CONDIZIONI PENOSE, MATERIALI PER LAVORARE INESISTENTI(VEDI MANCANZA DI PC E CUFFIE), VEDI CHE POI SCELGONO DI CAMBIARE IN CORSA ANCHE CIO CHE AVEVANO STABILITO IN CONTRATTO, NON SO CHE DIRE, MA NON C’E UN SINDACATO PER I CALL CENTER, QUESTA E’ UNA GIUNGLA, E CHI SI APPROFITTA DELLA PRECARIETA E NON RISPETTA LE LEGGI E’ GIUSTO CHE NON CONTINUI AD OPERARE IN TALI MODI.E POI PAGHE AL DI SOTTO DI OGNI MINIMO DI INDECENZA, 3 EURO SE VA BENE L’ORA...MA IN CHE MONDO STIAMO ANDANDO E DA CHE PARTE STA FASTWEB?