Salvini non poteva precettare
Il TAR dà ragione ad USB sullo sciopero del Tpl, importante risultato dei lavoratori
Salvini non poteva precettare! Il TAR dà ragione a USB sullo sciopero del trasporto pubblico locale e condanna il MIT al pagamento delle spese processuali.
Un importante risultato dei lavoratori che hanno comunque respinto le minacce del Ministro.
Il TAR del Lazio ha accolto in pieno il ricorso promosso da USB, contro la riduzione a 4 ore attraverso la precettazione messa in atto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Salvini. Questo atto era stato portato avanti dal Ministro nei confronti dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale dell’intera giornata promosso da USB e altre sigle sindacali per il 15 dicembre 2023 nel pieno rispetto delle regole, già fortemente restrittive, previste dalla normativa sullo sciopero.
- salvini
La USB respinse il diktat, sfidando la precettazione e disobbedendo alla riduzione a sole quattro ore della durata dello sciopero imposta dall’ordinanza del Ministro. Questa, infatti, era arrivata senza neppure l’avallo dovuto per legge da parte della Commissione di Garanzia sugli scioperi, che ritenne non esserci il “fondato pericolo di pregiudizio grave ed imminente” che solo avrebbe reso legittimo l’intervento del Ministro: la proclamazione era rispettosa delle previsioni di legge ed era assolutamente legittima.
Il Ministro Salvini, che si era presentato a favore di telecamere gonfiando il petto ed affermando che era suo diritto utilizzare ogni mezzo per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, questa volta come molte altre, si è comportato più da Napoleone in miniatura e non da Ministro della Repubblica in cui valgono le leggi e non i fuochi d’artificio a favore di telecamere per raggranellare qualche voto e qualche consenso in più.
La USB esprime piena soddisfazione per la sentenza che ha sconfessato l’operato del Ministro Salvini e ringrazia tutti quei delegati e lavoratori del Trasporto Pubblico Locale che hanno accolto l’invito di USB a scioperare, rischiando anche sanzioni economiche e amministrative, difendendo il diritto di sciopero con la loro disponibilità a lottare per affermare i propri diritti.
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