Da Gramsci a Sansonetti

Le Iene non fanno giornalismo – Bechis lascia Belpietro e va da Mentana – L’Avanti della domenica lo dirige una donna – Scontro Meloni-giornalisti – Zoom crolla in Borsa

di Adriano Todaro - mercoledì 30 novembre 2022 - 2375 letture

BECHIS PASSA CON MENTANA ‒ Dal prossimo 2 gennaio, Franco Bechis lascia la direzione del quotidiano Verità&Affari edita da Belpietro per passare a dirigere Open, la testata online fondata da Enrico Mentana nel dicembre 2018. Come abbiamo scritto la scorsa settimana, Verità&Affari ha deciso di abbandonare la versione cartacea per la Rete. Mentana ha affidato a Instagram le motivazioni dell’assunzione di Bechis: «Dopo quattro anni l’avventura del nostro giornale online può porsi, con la sua direzione, obiettivi ambiziosi. Nel frattempo il lavoro fatto ha portato Open a essere competitivo nei numeri di traffico e sanissimo in quelli di bilancio».

DA GRAMSCI A SANSONETTI ‒ Evviva! L’Unità riprenderà a uscire. La faranno i comunisti? No, perché i comunisti non ci sono più. La editerà il Pd? No perché Pd e similari hanno già fatto troppo danni alla testata. Lo ha acquistato il gruppo Romeo dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, quello che produce Il Riformista diretto da Piero Sansonetti, ex comunista che dirigerà l’Unità, quella di Romeo. Presso il Tribunale fallimentare di Roma si è svolta l’asta per la vendita del giornale fondato da Antonio Gramsci e Romeo si è aggiudicata la testata per 910mila euro battendo i 900mila messi sul tavolo da Silvio Pons, presidente della Fondazione Gramsci. Resta così scoperta la direzione del Riformista e, così sembra, Romeo sta cercando un direttore nell’area Calenda. Cosa c’entra tutto questo con il giornalismo, non è dato sapere. Quello che sappiamo è che l’Unità ha ancora in carico 21 dipendenti, 17 giornalisti e 4 poligrafici che dall’inizio dell’anno sono sospesi nel limbo, senza ammortizzatori sociali e senza prospettive di occupazione. Una situazione insostenibile iniziata con la società editrice Unità S.r.l. e, a partire dal 27 luglio data del suo fallimento, proseguita con il curatore fallimentare che a tutt’oggi non ha assunto alcuna decisione sulla sorte dei lavoratori. Chissà cosa penserà Gramsci.

L’AVANTI LO DIRIGE UNA DONNA ‒ L’Avanti esce la domenica con Il Riformista di Romeo (vedi sopra). Il nuovo direttore del domenicale, ex quotidiano del Psi, è stata nominata Giada Fatali. Ha avuto esperienze nella comunicazione politica ed è stata capo Ufficio stampa del Psi. Ha avuto anche incarichi istituzionali nei governi Renzi e Gentiloni.

SCONTRO MELONI-GIORNALISTI ‒ Un “simpatico” siparietto è avvenuto durante la conferenza stampa sulla legge di bilancio fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i giornalisti accreditati. La presidente non ha gradito la richiesta di abbreviare la parte di presentazione per lasciare più spazio alle domande. Anche perché dopo la conferenza stampa aveva un incontro con il presidente di Confartigianato. «Mi ricordo ‒ ha chiosato ‒ che in altre situazioni siete stati molto meno assertivi. A cosa mi riferisco? Lo so io». Subito dopo è arrivata la replica dell’Associazione stampa parlamentare che ha voluto «stigmatizzare le insinuazioni della presidentessa del Consiglio sul lavoro dei colleghi e auspica che si possano trovare spazi di confronto tra istituzioni e stampa. A partire dalle conferenze stampa, nelle quali il dovere del giornalista è esattamente quello di fare le domande».

LE IENE NON FANNO GIORNALISMO ‒ «L’attività delle Iene non è qualificabile come giornalismo, né da un punto di vista sostanziale né da un punto di vista formale». Così si esprime l’Ordine dei giornalisti della Lombardia per la vicenda che abbiamo raccontato la scorsa settimana con al centro il caso di Roberto Zaccaria, 64 anni, morto dopo aver ingerito volontariamente dei farmaci e il suicidio di Daniele, 24 anni, che aveva scoperto che quella che credeva fosse la sua fidanzata, era, in realtà, Roberto Zaccaria che si era preso gioco di lui. L’Odg della Lombardia ha scritto all’ad di Mediaset, Piersilvio Berlusconi «per sottolineare la differenza tra l’attività autenticamente giornalistica e le altre forme di comunicazione e per invitarlo a fare almeno un primo passo, formale, verso una regolarizzazione della situazione». «Parlare del lavoro delle Iene a proposito delle vicende di Roberto Zaccaria e del 24enne Daniele come di lavoro giornalistico è sbagliato dal punto di vista sostanziale e dal punto di vista formale», scrive il presidente dell’Ordine lombardo Riccardo Sorrentino «perché quella modalità d’Infotainment, in quel servizio – e, mi spiace dirlo, anche in diverse altre occasioni – è stata spinta a estremi che non sono compatibili con nessuna modalità sana di comunicazione e non rispetta i canoni del giornalismo italiano e internazionale».

ZOOM CROLLA ‒ Nel giro di due anni l’app Zoom famosa per le videochiamate e conferenze durante i mesi del Covid, è crollata in borsa e le azioni hanno perso il 90% confronto l’ottobre 2020. Il crollo, secondo Reuters è dipeso «dalla fatica di adattarsi a un mondo post-Covid» e combattere una concorrenza agguerrita, da Microsoft a Cisco. Ma a pesare sono anche i conti, che hanno registrato nel terzo trimestre una crescita del 56% delle spese operative, tra gli investimenti sullo sviluppo e sul marketing.


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