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Come saranno le città del futuro

Le città nelle quali viviamo, quelle del passato e quelle del futuro.

di Donatella Guarino - mercoledì 3 settembre 2008 - 3164 letture

Le città nelle quali viviamo

Le città – nel corso del tempo - hanno cambiato volto molto spesso. Si sono evolute, hanno cambiato “pelle”.

Tante città oggi si somigliano, sono accomunate da innumerevoli problematiche: il verde che spesso manca o è inadeguato, gli spazi per i più piccoli, i contenitori culturali per i giovani, per gli anziani, le iniziative culturali e ricreative, la viabilità e il traffico, la vivibilità del centro storico, la ZTL (zona a traffico limitato) e i negozi.

La città, luogo letterario

Le città sono un luogo letterario. Esistono numerosi parchi letterari, dove poter fare speciali passeggiate. I luoghi che hanno ispirato gli scrittori e quelli che sono stati da loro visitati. Luoghi che diventano geografia, storia, letteratura, arte.

La città del passato…

La città medievale assunse le caratteristiche che generalmente identifichiamo con “la città”: il mercato, la piazza, le strade, gli edifici pubblici e quelli privati.

…e quella del futuro

Ma come sarà la città del futuro? Architetti, urbanisti, filosofi, scrittori se lo chiedono , ne discutono…La città così come la conosciamo è destinata a scomparire. Le nuove architetture sono sempre più enormi, destrutturate, impressionanti.

Le città e i Beni Culturali

Come si concilia il vecchio e il nuovo nell’architettura globale? Qual è la sintesi tra storia e modernità, che permette all’uomo di vivere la città e di vivere in città?

Per Ray Bondin, commissario Unesco, le cose essenziali delle città sono la conoscenza e la valorizzazione, la conservazione e la gestione non del singolo Bene Culturale ma dei Beni Culturali nella loro reciproca relazione poiché facenti parte di “un sistema integrativo”.

Per Bondin anche il concetto di città storica è superato. Oggi, piuttosto, si parla di “paesaggio urbano storico”. Tutti i paesi ricchi vorrebbero un nuovo look per le loro città. Ma come si integrano i nuovi edifici nei centri storici?

Egli parla di beni tangibili e intangibili: “L’intangibile (i sapori, le tradizioni…) è molto importante. L’amore per l’intangibile unisce di più i Beni Culturali. L’architettura non è solo fatta di pietre ma è il risultato di ciò che fa la città” e che c’è in città.

Le città e lo sviluppo locale: i piani strategici

Le città possono migliorare. Si tratta di modificare gli stili decisionali e le pratiche finora seguite.

“Conoscere il territorio e investire in beni legati al territorio - come ad es. i beni culturali, storici o ambientali - è il futuro dell’economia e dello sviluppo locale” afferma il prof. Carlo Trigilia - titolare della cattedra di Sociologia Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche all’Università degli Studi di Firenze – nel suo libro Sviluppo locale, un progetto per l’Italia (Edizioni Laterza). E una soluzione per lo sviluppo locale e il governo del territorio possono essere i piani strategici.

Di essi si parla in Italia dal 2000, sostiene Raffaella Florio coordinatrice RECS (Rete delle Città Strategiche) e consulente del comune di Firenze. Applicati ai campi più diversi, dalla cultura all’Università, dal turismo all’impegno sociale per i malati di Alzheimer, dalla finanza alle trasformazioni urbane per la comunicazione e la promozione internazionale, i piani strategici per lo sviluppo delle città e per il governo del territorio rappresentano un esempio di interventi di successo realizzati a Torino, Venezia, Firenze, Pesaro, La Spezia ma anche in Francia, in Spagna, in Portogallo.

Sicuramente le città del futuro cambieranno aspetto, pur facendo sempre “i conti” col passato…


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