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Ci vogliono tutti più poveri

Viviamo tempi ipocriti. Invece, di intraprendere con decisione la strada del progresso ci dicono che dobbiamo ridurre le nostre pretese e incamminarci verso una strada di sostanziale povertà. Un atteggiamento anti-umano.

di Emanuele G. - martedì 30 luglio 2013 - 3324 letture

Che la democrazia – in senso generale – sia in pericolo lo si evince anche da espressioni entrate nel linguaggio consuetudinario di tutti i giorni. La democrazia – vedete – è una forma di governo molto fragile. Se tutti ne condividono i valori si ha da credere che essa sia forte e destinata a durare a lungo. Al contrario, quando i suoi valori sono poco sentiti nell’animo delle persone essa rischia di infrangersi simile a una navicella fra i marosi violenti. Il linguaggio spesso è una sentinella dello stato di salute della democrazia e più di una volta un mezzo subdolo per indebolirla.

Nello specifico, da qualche anno assistiamo a un passaparola a livello globale riguardo espressioni foriere di un futuro a tinte buie per la democrazia. Mi riferisco a frasi quali “la finanza mondiale ci vuole tutti più poveri per dominarci” oppure “dobbiamo diventare tutti più poveri per salvare il pianeta”. Vi renderete ben conto dell’estrema pericolosità di tali espressioni. Vanno tutti contro la storia dell’uomo. Sono fortemente anti-umane. Denotano una gravissima non-stima nei confronti del valore della democrazia.

Fin dagli albori della civiltà sulla terra l’obiettivo dell’intero genere umano è stato quello di progredire. Proprio per vivere meglio ed assicurarsi un livello di vita dignitoso. E’ un aspetto caratteristico dell’uomo. Appartiene al nostro Dna in maniera del tutto inerziale. Il voler vivere in condizioni migliori rispetto alle generazioni antecedenti è una caratteristica innata in noi da sempre. Essa si sviluppa secondo modalità inconsce poiché attiene al principio di conservazione della specie. Nel senso che intendo migliorare le mie condizioni proprio per prevenire eventi in grado di non permettere la conservazione della specie umana. In considerazioni di tali ragionamenti la propensione dell’uomo al progresso non può essere in alcun modo arrestata. Ogni tentativo per opporsi apparirebbe subito come il risultato di logiche anti-umane. Ossia contro l’uomo stesso.

E la democrazia in simile contesto appare l’unica forma mediante la quale gli uomini di autodeterminano non solo per assicurare il maggior livello di libertà a tutti, ma, anche, per permettere a noi essere umani di poter accedere in maniera equanime alle risorse disponibili. Più l’accesso è equanime più sarà alto il numero di esseri umani in possesso di una qualità dignitosa della propria vita. Anzi una società è viepiù democratica allorquando la maggioranza dei suoi componenti riesce ad assicurarsi una vita in grado di soddisfare le esigenze minime vitali e a migliorare la sua posizione sociale. Chi cerca di opporsi a una legge naturale del genere umano ambisce soltanto a minimizzare la democrazia e il sacrosanto diritto di ognuno di noi al progresso. Perché progresso significa un fatto ben preciso: il diritto di ognuno di noi di avere una vita dignitosa.

Pertanto chi si fa promotore di idee contrarie al progresso va censurato in maniera forte e decisa. I valori dell’uomo al progresso e alla democrazia (collegati in maniera inscindibile) non sono negoziabili. Non sono ammesse visioni riduttive. Piuttosto ogni giorno che passa è necessario combattere per il progresso e la democrazia come strumenti per affermare la stupenda civiltà dell’uomo su un pianeta chiamato terra. Fa specie vedere uniti nello stesso obiettivo – la negazione dei valori storici del genere umano – sia il capitale internazionale che gruppi/movimenti che a parole si occupano di democrazia partecipata (il Movimento 5 Stelle oppure gli ambientalisti). Non solo specie, ma anche fortissima preoccupazione


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